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Ricordiamo Sac. COLLINA Marino

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 26 Aprile 1999
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:

Sac. COLLINA Marino, da Loiano (Bologna), morto a Genova nel 1999, a 75 anni di età, 58 di Professione e 45 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Gennaio-Aprile 1999

Sac. Marino COLLINA
Passato al Signore in Genova, Via Cellini, il 26 aprile 1999, a 75 anni d’età, 58 di professione religiosa e 45 di sacerdozio.

Giunto alcuni mesi fa a Genova in Via Cellini 17 con insufficienza cardiaca e respiratoria, fu curato dai medici del Paverano ed assistito dai confratelli della comunità. La notizia dell’improvvisa morte ha preso tutti di sorpresa: confratelli, parenti e amici di Rodi e dell’Africa e soprattutto Bonoua e Yaou. Il Viceprovinciale Don Girolami afferma che la Missione gli deve molto; il Capo carismatico di Yaou signor André Topé vorrebbe seppellire Don Marino a Yaou accanto alla tomba del francescano Frére Venance. Tutto questo perché nei 19 anni d’attività apostolica Don Marino non si risparmiò mai. Schivo com’era, non lascia né memorie, né foto, né videocassette, né medaglie. Nelle numerose cerimonie svoltesi a Bonoua egli si rifugiava in brousse fra la sua gente.

Non dobbiamo dimenticare che molto si deve a lui, principalmente il primo anno della Missione di Bonoua: quando gli Abouré si accanirono contro i ‘bianchi’ e contro i ‘neri’ non Abouré, fu lui che, nell’autunno del 1971 prese in carico – senza compromessi – la Missione di Bonoua mentre Don Angelo Mugnai era in Italia.

Don Marino si legò agli anziani fin dai primi tempi così come vuole la cultura africana e quella abouré in particolare; curò le corali a Bonoua e nei villaggi; fu confessore per nove anni di tre comunità religiose; mise a profitto le sue esperienze infermieristiche e quella di maneggiare i fornelli. Seguì con la sua gente la costruzione di 10 chiese e cappelle e due scuole materne. Se poi aggiungiamo la sua verve ed il carattere aperto e gioviale con tutti, sarà facile comprendere il suo successo come evangelizzatore e di orionino.

Nativo d’Anconella di Loiano (Bologna), secondo di cinque fratelli, pur nella povertà onesta della famiglia unita e credente, frequenta normalmente la scuola, la chiesa e il catechismo come tanti suoi coetanei. Su iniziativa del suo Parroco ed anche in seguito alla lettera sulla “questua delle vocazioni” di Don Orione, chiede ed è accolto a Tortona il 14 ottobre 1934, lasciandosi conquistare dal fascino e dal carisma del Padre Fondatore che si rendeva concreto nella vita di famiglia al “Paterno”.

Completato il ginnasio tra Tortona e Montebello (1934-39) e ricevuto il santo abito, compie il noviziato sotto la guida di Don Giulio Cremaschi e, nella festa dell’Assunta 1940 professa per la prima volta, dopo aver vissuto in diretta la morte e i solenni funerali di Don Orione. Passato a Tortona per la Filosofia chiede a Don Sterpi di far parte del gruppo in partenza per Rodi “…non per dare ascolto a curiosità giovanili, ma per far del bene e far conoscere sempre più la nostra congregazione.”  così scriveva nella domanda.Verrà infatti scelto e a Rodi passeràben 5 anni di tirocinio come assistente, insegnante di agraria, autista e valorizzerà quel suo senso pratico che lo porterà a non risparmiarsi nel fare il bene.

Dal 1948 al 53 è a Tortona per la Teologia. Professa in perpetuo l’11 ottobre 1949 a Villa Moffa, e riceve il sacerdozio per le mani di Mons. Egisto Domenico Melchiorri, nel Santuario della Guardia, il 29 giugno 1953.

Assistente e insegnante presso l’Istituto S. Cuore di San Severino Marche (1953-59), passa poi direttore della casa del giovane lavoratore in Bologna (1959-69) e poi per due anni in quella di Genova-Boschetto.

Nel 1970 parte per la prima missione orionina in Africa. Tornò in Italia nel 1989 per la salute non più buona. Spese gli ultimi anni a Magreta tra i giovani “difficili” socialmente e spiritualmente. Ora, finito il tempo della missione, gode in cielo il premio del fedele amministratore.

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