La parrocchia orionina della Divina Provvidenza di L’viv, dopo che papa Francesco ha avviato il Sinodo, ha cercato di inserirsi nel cammino della Chiesa universale con un “Sinodo parrocchiale”, che dura già da qualche anno. Il tema principale della “Fraternità” è stato meditato e, nel limite del possibile, vissuto in alcuni suoi aspetti come: l’ospitalità, il buon vicinato, la casa luogo della comunità, la preghiera comune, ecc.
Nel mese di giugno, la festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ha suggerito di mettere al centro il valore dell’accettazione delle differenze. Lo slogan cha ha accompagnato il mese è stato: “Pietro e Paolo: così diversi, così vicini”. I due Apostoli pur essendo molto differenti sono celebrati in un’unica festa e rivelano la loro fraternità in Cristo.
«Di fronte alla nostra chiesa e alla nostra casa da qualche anno è stato aperto un “Centro Islamico”- racconta don Egidio Montanari-. Solo pochi metri ci separano, ma non c’era nessun contatto fra di noi, ci si guardava da lontano. Nei primi giorni di giugno abbiamo bussato alla loro porta. Siamo stati accolti con grande cordialità. Del tutto ignari, siamo capitati proprio nel giorno di una grande festa, quella di Korban, del Sacrificio. Ci hanno offerto tante cose molto gustose, soprattutto dei datteri, che così buoni non ne avevamo mai mangiati. Abbiamo visitato i locali e la moschea che c’è all’interno, incontrando alcune persone, soprattutto l’imam Ibrahim, che avevano tantissime domande circa Gesù, il Vangelo e la Chiesa».
«Domenica 29 giugno - prosegue don Egidio -, festa dei Santi Apostoli, dopo le due Liturgie principali del giorno, l’imam Ibrahim è venuto nella nostra casa è ha incontrato un folto gruppo di parrocchiani. Ha presentato gli elementi principali dell’Islam: le feste, il Ramadan, il Corano… Tutti erano molto attenti ed anche meravigliati quando l’imam ha parlato della venerazione che i mussulmani hanno per il Profeta Gesù e per la sua Santissima Madre Maria. Ibrahim ha dovuto rispondere a tantissime domande, da parte di un’assemblea molto interessata, tanto che abbiamo sforato ampiamente i tempi previsti. Al termine l’imam si è fermato a pranzo con la comunità orionina, attenta a preparare cibi che rispettassero le usanze islamiche».
L’incontro ha sciolto le diffidenze, ha contribuito a superare l’indifferenza reciproca e la paura del “diverso”. Ibrahim su Facebook in seguito ha scritto: “Ringraziamo per l’invito e per l’atmosfera di amicizia”.
«Certo abbiamo notato che ci sono delle differenze fra noi e i mussulmani - conclude don Egidio-, ma ciò non ha impedito di avvertire nel profondo la comune fraternità fondata sull’unica paternità di Dio: “il Compassionevole, il Misericordioso”. Ci siamo sentiti un po’ come Pietro e Paolo: “Così diversi. Così vicini”».
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