Il Sabato Santo è un giorno di silenzio e attesa, una pausa sacra in cui la Chiesa medita nel raccoglimento il mistero della morte del Signore e attende, con fiducia, la luce della Risurrezione.
Per San Luigi Orione, questo silenzio aveva un significato ancora più profondo e personale, poiché proprio in un Sabato Santo egli fu ordinato sacerdote. Da quel giorno, tutta la sua vita fu segnata dal desiderio ardente espresso nella sua prima Santa Messa: quello di poter salvare tutte le anime che in qualsiasi modo avessero avuto rapporto con lui, anche solo di semplice conoscenza.
In questo giorno santo, nel silenzio del sepolcro, Don Orione vedeva il tempo privilegiato per custodire nel cuore le sofferenze del mondo e per prepararsi spiritualmente al grande annuncio della Pasqua. Il Sabato Santo rappresentava così, per lui, non solo un ricordo personale della grazia ricevuta con l’ordinazione, ma soprattutto un invito continuo a vivere la propria vocazione come un'offerta silenziosa, come una preghiera incessante per la salvezza di ogni persona.
Il Sabato Santo vissuto da San Luigi Orione
«Questo è il modo più bello, più degno per celebrare i grandi misteri di questi giorni che s’assommano al grande mistero della nostra redenzione. La risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo ci sia di conforto nelle lotte, ci mantenga sempre uniti a Gesù con la grazia sua, perché, se saremo uniti con Cristo nelle battaglie, se patiremo giorno per giorno uniti con Cristo, saremo, nella risurrezione e nella vita eterna, uniti a lui e come Cristo è risorto, risorgeremo anche noi, patendo, dominando noi stessi, vivendo una vita alta, spirituale». (Parola 4, 413)
Sogniamo…
Oggi, nel silenzio del Sabato Santo, sogniamo di saper trasformare ogni attesa, ogni sofferenza e ogni silenzio della vita in un atto di amore e di intercessione, preparando così il mondo a ricevere con gioia e stupore la luce della Risurrezione di Cristo.