«Nell’Africa centrale e occidentale, l’insicurezza alimentare è progressivamente peggiorata negli ultimi cinque anni. Gli shock climatici aggravano la malnutrizione e l’insicurezza e spingono giovani, uomini e donne a migrare sia all’interno che all’esterno della regione».
La denuncia arriva dal vicepresidente regionale dell’International Rescue Committee per l’Africa occidentale (Irc), Modou Diaw, come riporta l’Osservatore Romano (07/05/2024).
L’entità della grave insicurezza alimentare e della malnutrizione continua ad intensificarsi nella regione: nel Sahel centrale — Burkina Faso, Mali e Niger — sono colpite 7,5 milioni di persone, rispetto ai 5,4 milioni dell’anno scorso. E più di 2.500 persone rischiano di andare incontro a condizioni catastrofiche, simili alla carestia.
«Si prevede che in questi tre Paesi (dove vivono circa 70 milioni di persone, che lottano anche contro le violenze jihadiste, n. d. r.) i tassi di malnutrizione acuta raggiungano livelli critici superiori al 15% durante l’imminente stagione di magra: si tratta di più di un bambino su sei», aggiunge Diaw.
Secondo l’ultima analisi di Cadre Harmonisé (Ch), pubblicata dall’Irc, gli effetti del cambiamento climatico, l’aumento dell’insicurezza alimentare, le epidemie, l’instabilità politica e la mancanza di sicurezza generale limitano l’accesso a diete nutrienti e servizi sociali di base, influenzando le pratiche di cura e alimentazione.
In Burkina Faso, uno dei paesi in cui questa condizione è maggiormente sentita, l’Opera Don Orione è arrivata nel 1999 e attualmente è presente in sei comunità in tutto il Paese, cercando di aiutare la popolazione locale dal punto di vista sia sanitario che sociale.