Erano oltre 350 i bambini e le bambine delle comunità educative di Rosario, Barranqueras, Itatí, Mendoza, Córdoba e Santiago del Estero che, lo scorso ottobre, hanno partecipato “Campo Catechetico Río Ceballos 2024” (Cordoba – Argentina).
«La pioggia che ha accompagnato quei giorni non è stata un impedimento – raccontano Josefina Luque e Florencia Peña, incaricate del Campo -, ma al contrario, ci ha motivato a vivere profondamente l'invito che Gesù ci fa a vivere con gioia l'incontro con gli altri, valorizzando la diversità, la nostra creazione e mettendo il meglio di ciascuno affinché tutti possano vivere questa esperienza».
«Da parte della squadra dei Servitori Senior – riferiscono le due responsabili - ringraziamo profondamente tutti coloro che hanno realizzato e reso possibile questo campo, in particolare la direzione culturale di Rio Ceballos che fin dal primo momento è stata disponibile per tutto ciò di cui avevamo bisogno e ci ha accolto a braccia aperte. Anche se alcune attività sono state riprogrammate a causa della pioggia inclemente, abbiamo potuto goderci il paesaggio che Córdoba ci offre con passeggiate e giornate sportive».
Le due ragazze spiegano poi come proprio il maltempo e le difficoltà da esso causate nello svolgimento di diverse attività abbia messo in evidenza come «unire gli sforzi per andare avanti sia stato l’elemento che ha caratterizzato il campo di quest'anno, dimostrando che il motto “Ave Maria e avanti!”, così orionino e così nostro, può essere reso vivo. Ci incoraggia a continuare nel proporre questo tipo di attività fuori dall’ordinario e ci arricchisce tutti.
Ci sono quindi i ringraziamenti per lo staff del campeggio UOM che ha aiutato fare in modo che le attività in programma si potessero realizzare; per l'Istituto Tecnico Salesiano Villada, che ha fornito le assi e le sedie, e per il personale addetto alla manutenzione dell'Istituto Don Orione, che ha collaborato al trasferimento delle infrastrutture necessarie affinché ogni comunità potesse allestire le proprie mense.
«Quest’anno si è dimostrato che il Campo Catechetico è molto più che “incontro e campeggio” – concludono le due ragazze -. È Dio che, dalla tenda dell'incontro, ci invita a far parte di qualcosa di più grande, di un campo che lascia segni indelebili nella vita di ciascuno di noi che vi partecipa in ruoli diversi (studenti, famiglie, insegnanti, servitori, cuochi, religiosi, religiose). Smontando la tenda dell'incontro, il campo catechetico diventa un invito a vivere ogni giorno con fede, gioia e servizio nonostante la fatica e il fatto che a volte le cose possono diventare difficili. Come Orionini, guardare di lato, e aiutare chi mi cammina accanto non è un optional, ma una parte fondamentale del nostro essere».
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