Data del decesso: 23 Aprile 2012
Luogo del decesso: Messina (ME)
Luogo di sepoltura: Messina (ME)
Sac. Domenico SANGUIN, da Campocroce di Mirano (VE), morto a Messina (ME) nel 2012, a 88 anni di età, 69 di professione e 58 di sacerdozio. Apparteneva alla Provincia Santi Apostoli Pietro e Paolo. Sepolto nel cimitero di Condera a Reggio Calabria, dal 26 ottobre 2016 è stato traslato a Messina nella Cappella della Confraternita di San Sebastiano.
Annuncio decesso
È morto Don Domenico SANGUIN
Alla prima ora di oggi, 23 aprile 2012, è tornato al Signore il nostro Confratello Don DOMENICO SANGUIN. Era nato a Campocroce di Mirano il 18 maggio 1923 e aveva dunque 88 anni di età, 69 di Professione e 58 di Sacerdozio.
I funerali di don Domenico si celebreranno mercoledì 25 aprile alle ore 11 presso la Parr. S. Maria Consolata in Messina.
Ricevo la notizia della sua morte mentre mi trovo a San Paolo nel Brasile Paese a cui egli offrì gran parte della sua vita sacerdotale. Ho già celebrato una Messa in suo suffragio con i Confratelli della Casa provinciale.
Don Domenico Sanguin, nativo di Campocroce, entrò in quel piccolo seminario a 13 anni e proseguì con il suo itinerario di formazione fino alla prima professione, il 15 agosto 1942, a Villa Moffa, e all'ordinazione sacerdotale, a Roma, il 12 luglio 1953.
Iniziò il suo ministero sacerdotale nell’Istituto per Orfani di Roma - Monte Mario.
Nel novembre del 1956, partì per il Brasile e qui si dedicò per 30 anni alle attività della Congregazione ancora in sviluppo.
Fu nel 1956 a Curitiba, poi dal 1957 al 1961 nel seminario di Sideropolis appena iniziato; successivamente, a Juiz de Fora (1962-65), a San Paolo dal 1966, primo parroco della parrocchia di Granja Viana a Cotia (1967-75). Ritornò a Sideropolis negli anni 1976-80, poi a Ouro Branco fino al 1983 e infine a Valença fino al 1987, quando per motivi di salute ritornò in Italia.
Per un anno fu alla parrocchia Mater Dei di Roma - Monte Mario e di lì passò a Palermo, fino al 1999. Sua ultima comunità fu quella di Messina, ove già infermo offerse ancora un poco di servizio sacerdotale, la sua buona parola e soprattutto l’esempio di preghiera e di accettazione della croce dell'anzianità e della malattia.
Esprimo le mie condoglianze assicurando preghiera al suo fratello e nostro confratello Mario e a tutti i Familiari. Esprimo vicinanza anche ai Confratelli e alla gente di Messina che in un mese hanno perso due sacerdoti, Don Salvatore e ora Don Domenico.
Dopo la Messa in suo suffragio, qui a San Paolo del Brasile, il Provinciale Pe Aparecido da Silva mi diceva il suo ricordo e la sua riconoscenza per Don Domenico. Egli lo conobbe quando, negli anni '70, studiava teologia a Cotia e Don Domenico era parroco di Granja Viana: "Fu il primo parroco di una povera parrocchia di periferia; lo ricordo molto zelante nella vita pastorale, curava la vita liturgica e sacramentale della gente. Ricordo anche che dedicava tempo al lavoro manuale, coltivava l'orto, era orgoglioso di offrire 'la verdura del nostro orto'. Ricordo che aveva anche passione per la fotografia e sviluppava lui stesso le foto. Ha dato tanti anni della sua vita qui in Brasile".
Ho avuto anch'io modo di conoscere Don Domenico in quel primo anno di ritorno dal Brasile, 197-88; eravamo insieme nella parrocchia Mater Dei di Monte Mario. Don Domenico si curava per problemi di salute ed era un po' smarrito per la grande diversità di situazione incontrata in Italia; aveva il cuore e la bocca sempre pieni dei ricordi di quanto vissuto in Brasile.
Era persona semplice, di pietà solida e popolare, contento del suo sacerdozio e della vita religiosa spesa per il Signore e la Congregazione. Aveva un forte senso del bene delle Anime e dell'aiuto ai poveri.
Il Signore lo benedica e gli dia la gioia eterna del Paradiso.
Don Flavio Peloso
Mons. Enemésio Lazzaris ricorda Don Domenico Sanguin:
Peccato! Avevo già in programma visitarlo a Messina, per ricordare e begli anni della mia fanciullezza, quando a 12 anni, nel 1961, entrai nel seminario San Pio X a Sideróplis-SC: fu il mio primo direttore.
Tutte le volte che venivo in Italia mi piaceva andare a trovarlo. Pazienza, cosi è la vita; tutto è mistero! Che il Padre celeste accolga in cielo questo bravo e santo missionario che con tanto zelo mi ha introdotto nella vita e nel carisma di Don Orione. Grazie caro Don Domenico, un giorno ci troveremo ancora.
Dom Enemésio Lazzaris.
Da "Atti e Comunicazione della Curia Generale", n.237, Gennaio - Aprile 2012
Sac. Domenico SANGUIN
Spentosi il 23 aprile 2012 nel Centro Don Orione di Messina, a 88 anni d'età, 69 di professione religiosa e 58 di sacerdozio. Apparteneva alla Provincia "SS. Apostoli Pietro e Paolo" (Roma).
Figlio di Giovanni e di Barbato Amabile, che ebbero altri sei figli dei quali un altro, Mario lo seguirà nella Congregazione orionina come Fratello laico, Domenico venne alla luce il 18 maggio 1923 a Campocroce di Mirano, provincia di Venezia e diocesi di Treviso; fu portato al fonte battesimale il 22 dello stesso mese e cresimato a Salzano il 13 settembre 1931 dal Vescovo di Treviso.
Orfano di padre a 9 anni, compiute le elementari al paese, con l'aiuto del parroco Don Antonio Busatto fu accolto il 1 ottobre '35 al vicino "Marco Soranzo", iniziando il ginnasio che completò poi a Tortona, Voghera e Buccinigo d'Erba (Como), con la parentesi della vestizione dell'abito religioso per mano di Don Orione a Tortona (28/08/1937) e del noviziato (1941-42) a Villa Moffa di Bra (Cuneo). Dopo la prima professione, 15 agosto '42, si fermò all'istituto San Tommaso per il liceo ('43-'46); fu poi inviato tirocinante, assistente dei ragazzi all'istituto per Orfani di Via della Camilluccia a Roma, conseguendo nel frattempo la licenza magistrale presso l'istituto San Filippo Neri all'Appio ('46-'49).
Continuando l'assistenza, frequentò i corsi di teologia presso il "Calasanzio" ('49-'53), professò in perpetuo l'11 ottobre 1948, ricevette il Diaconato (25/01/1953) e l'ordinazione sacerdotale il 12 luglio 1953 dal Vicegerente di Roma Mons. Luigi Traglia.
Dopo l'ordinazione continuò l'apostolato tra i ragazzi dell'istituto, e per il suo senso pratico gli fu affidata la responsabilità dei vari laboratori di meccanica, elettricità, idraulica e fotografia.
Nel novembre 1956 partì missionario per il Brasile, ove si dedicò per trent'anni alle attività della Congregazione. Fu qualche mese al Lar dos meninos di Tarumà Curitiba per assistenza e inculturazione. Nel 1957, inviato come vicario nel seminario in costruzione a Siderópolis SC, oltre all'assistenza e insegnamento, collaborò con la sua competenza tecnica alla costruzione e completamento del medesimo, sovrintendendo ai lavori.
Dal '61 al '64 fu direttore del Centro professionale e vocazionale di Juiz de Fora MG; dal '65 al '76 si prodigò senza risparmio all'Orionópolis di San Paolo. Divenne parroco della nuova parrocchia "Santo Antonio di Granja Viana ('70-'76), trovando pure il tempo e l'impegno per conseguire la licenza in Filosofia.
Fu nuovamente a Siderópolis (''76-''79) vicario e parroco, a Ouro Branco parroco fino all'82, a Juparàna de Valenca ('82-'85) e direttore a Esteves de Valença fino all'87 quando, per motivi di salute, ritornò in Italia.
Trascorso un anno alla parrocchia "Mater Dei" di Roma Monte Mario, fu destinato Vicario e vicario parrocchiale al Villaggio del Fanciullo di Palermo, aiutando pure col ministero sacerdotale nel Santuario di Santa Rosalia sul Montepellegrino, fino al 1999. Sua ultima comunità fu quella di Messina, ove già infermo offerse il suo servizio sacerdotale, l'ascolto e la sua buona parola, ma soprattutto l'esempio di preghiera e di acccttazione della croce dell'anzianità e della malattia.
Quanti l'hanno conosciuto lo ricordano come persona semplice, gioviale, coscienzioso, di pietà solida e popolare, contento del suo sacerdozio e della vita religiosa dedicata al Signore e alla Congregazione, zelante nella vita pastorale, liturgica e sacramentale della gente. Aveva un forte senso del bene delle anime e dell'aiuto ai poveri espresso con l'amore al lavoro manuale, tanto caro a Don Orione e appreso sin da piccolo in famiglia, nei campi.
I funerali si svolsero nella parrocchia Santa Maria Consolata di Messina.
Da Messina, una testimonianza di Antonella Carnazza, ricordando don Domenico.
Uomo di grande vigore e forza eppure sacerdote ubbidiente e di chiara vocazione religiosa... Nell'ultimo anno quando veniva portato in chiesa...un nuvolo di persone correvano a baciargli le mani....credo che la gente, per intuizione dell'animo, senta la santità e si affretti a venerarla... Lui faceva subito vedere le vene delle mani spesso ingrossate anche a causa delle flebo che doveva fare...come i bambini " mi son fatto la bua" e noi ci mi interessavamo,,, gli facevo capire che sapevamo che sentiva male...gli accarezzavamo le mani.... e lui rideva.....ma la persona che è stata per lui compagna di viaggio attenta e vicina...attraverso alcuni membri della comunità.....e stato seguito, curato, amato ed assistito in tutte le necessità Lo chiamerei " il sacerdote dell'altro punto di vista"..aveva sempre un modo diverso, quasi profetico ma senz'altro evangelico, di rileggere le situazioni Lo chiamerei "il sacerdote che faceva gridare il silenzio" ( per dire che non accettava di stare in segreteria...mi faceva il verso del cane da guardia) Mi faceva impazzire il fatto che tra fratelli si davano del "lei" ( Mario, Domenico) e spesso non sapevano l'uno dell'altro...ecco la funzione aggiuntiva della nostra comunità: comunicazione e passaggio di notizie con il fratello e la nipote
Antonella
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