Data del decesso: 17 Agosto 1991
Luogo del decesso: S. Maria la Longa (Udine)
Luogo di sepoltura: Correzzola (Padova)
Sac. SALMISTRARO Mario, da Carrara S. Stefano (Padova), morto a S. Maria la Longa (Udine) nel 1991, a 70 anni di età, 53 di Professione e 41 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Maggio - Agosto 1991:
Sac. Mario Salmistraro
da Carrara S. Stefano (Padova), passato al Signore nel Piccolo Cottolengo Don Orione di S. Maria La Longa (Udine) il 17 agosto 1991, a 70 anni di età, 54 di professione religiosa e 41 di sacerdozio. Riposa nel cimitero di Correzzola (Padova)
Nato il 26 dicembre 1920, venne accolto nel nostro Istituto di Campocroce di Mirano (VE) il 10 ottobre 1932: qui fece le prime classi del ginnasio, che completò a Voghera (1934) e, le classi 4.a e 5.a, a Montebello. La vigilia della festa della Guardia 28 agosto 1935 ricevette l'abito santo dal venerabile Don Sterpi nel santuario della Guardia.
Compiuto il noviziato (1936-37) a Villa Moffa, sotto la guida del venerato Don Cremaschi, e la prima professione religiosa il 2 settembre 1937, iniziò il liceo (Tortona 1937-39), fece il tirocinio (Istituto Berna a Mestre (1940-41), e completò il liceo alla Moffa, iniziando la teologia (l.a e 2.a a Villa Rosano), interrotta poi per malattia.
Ben presto infatti il caro Confratello fu alle prese con una grave malattia polmonare, che, nel 1941, indusse i Superiori a destinarlo nella Casa di Quezzi sulla collina genovese: vi stette più d'un anno.
Durante il difficile periodo del dopo guerra, Salmistraro pronunciò la professione perpetua il 14 ottobre 1945 nel Santuario della Guardia in Tortona e il 17 dicembre 1949 venne ordinato sacerdote, dopo essere stato costretto a un'altra lunga degenza nel sanatorio di Garbagnate Milanese, dal settembre 1946 al novembre 1947. Con viva soddisfazione però poté lavorare ancora a Mestre nell'Istituto Berna, a Gallio, e per 9 anni nell'Istituto San Domenico di Vicenza (1954-63), poi a Voghera, a Campocroce di Mirano (1965-72) e a Santa Maria La Longa, presso il Piccolo Cottolengo, che ha visto il suo lento, inesorabile sacrificio tra il riposo forzato e le continue necessarie cure.
Fece più volte visita alla Grotta dell'Immacolata a Lourdes: la prima volta, nel 1947, scriveva a Don Sterpi: "La notizia di Lourdes mi ha riempito di gioia: ci andrò tanto volentieri. Ritornerò guarito? Dio benedetto lo sa: certo, ritornerò più rassegnato e contento di seguire la strada verso il Calvario... tutto è nelle mani di Dio: Lui sa quello che fa..."
Questa filiale certezza sorresse il caro Confratello nel suo doloroso cammino, né gli impedì, anzi, lo sorresse, nel volonteroso impegno di servire il Signore, la Chiesa, la Congregazione, in ogni misura a lui concessa e in santo abbandono ai divini voleri, gioviale e forte, sincero e interessato, laborioso e di buone iniziative, zelante e sensibile ai bisogni del prossimo, generoso ed espansivo pur nelle strettezze del male che accompagnò gli anni tutti del suo sacerdozio vincolato alla Croce di Gesù e all'amore a Don Orione.