Sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza

Ricordiamo Sac. PELLIZZARI Angelo

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 15 Agosto 2011
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura: Tortona

Sac. PELLIZZARI Angelo, da Gossolengo (Piacenza), morto a Genova nel 2011, a 85 anni di età, 68 di Professione religiosa e 57 di Sacerdozio.


Necrologio

Nella tarda serata della festa dell'Assunta, il Signore ha chiamato a se il confratello Don ANGELO PELLIZZARI. Aveva 85 anni, essendo nato Gossolengo (Piacenza) il 18 luglio 1926. Aveva fatto la Prima Professione esattamente nel giorno dell'Assunta del 1943. Fu ordinato sacerdote il 29 giugno del 1954.

I FUNERALI saranno celebrati Giovedì 18 agosto: a Genova Camaldoli, alle ore 10,30; nel Santuario della "Madonna della Guardia" di Tortona, alle ore 15,30. La salma sarà poi tumulata nella cappella dei religiosi orionini del cimitero di Tortona.

Angelo, sesto di sette fratelli, era andato a visitare il fratello Narciso che era già entrato in Congregazione. Rimase colpito dalla allegria incontrata nel Probandato e decise di entrare lui stesso in Congregazione, il 14 novembre 1937, a Tortona - San Bernardino.

Fece i primi studi a Tortona, Voghera e Buccinigo (1937-42), poi il Noviziato a Villa Moffa, con Don Cremaschi e i primi Voti nella festa dell'Assunta del1943.

Seguirono Liceo a Villa Moffa e S. Severino Marche (43-47); tirocinio a San Severino dal 46 al 49; Teologia a Tortona dal 50 al 54; Professione perpetua il 25 dicembre 1950; Presbiterato il 29 giugno 1954.

Dopo l’ordinazione, dal 1954 al 1964, fu Incaricato dell'Oratorio di San Bernardino a Tortona, che conobbe una grande fioritura. Dal 1957 al 1964 fu anche Cappellano degli operai dell’ONARMO;

Nel 1964 fu nominato direttore del Probandato di Finale Emilia (Modena). Direttore del probandato, ma vi rimase poco perché nel 1965 partì missionario in Argentina; fu parroco a “N. S. de la Divina Providencia” di Pompeya (Buenos Aires) fino al 1976.

Seguì il Capitolo più noto della sua vita è quello relativo alla apertura della presenza della Congregazione in Paraguay.

L'invito venne dal vescovo Mons. Ramon Bogarin Argaña e don Ignazio Terzi inviò nel 1976 don Angelo Pellizzari e poi d. Luis Cacciutto nella missione di Neembucù. Era una missione di prima linea. Assunsero la conduzione di ben tre parrocchie rurali – Desmachado, Mayor Martinez e General Diaz – nella Diocesi di San Juan Bautista de la Misiones, situate sulla sponda paraguaiana del fiume Paranà, di fronte al Santuario di Itatì. In seguito, fu aperta un'altra comunità nella capitale, Assunciòn, ove ora vi sorge il Piccolo Cottolengo Paraguayo.

 Lasciò il Paraguay nel 1989.

    Tornato in Italia, fu parroco di San Michele a Tortona fino al 2002. Poi, un ictus ne limitò la attività per cui fu inserito nella comunità di Genova - Camaldoli, sempre bisognoso di sostegno, paziente e dedito alla preghiera.

                    Don Flavio Peloso - Superiore generale


Ricordi e testimonianze dei confratelli

 Don ROBERTO SIMIONATO, già suo superiore in Argentina e poi superiore generale

Oremos, hermanos por el P. Ángel!

Fue un grande. Cacciutto que fue su compañero de misión, decía en broma que todos los petisos (y Ángel lo era) para superar el “complejo del petiso” (sic) necesitan hacer cosas grandes y citaba a Marinacci, San Pablo, Napoleón y otros petisos ilustres.

Tuvo el gran mérito de lanzarse y comenzar la misión de Paraguay, pese a la oposición de muchos de sus amigos (entre quienes me cuento, muy amigo, a la vez que contrario a la iniciativa). Bendecido y alentado por Don Terzi, cumplió la predicción de Don Orione a Mons. Bogarín que siendo joven sacerdote estudiante en Roma, le oyó decir que sería él (Bogarín) quien introduciría la Congregación en Paraguay.

El P. Ángel que había dedicado una decena de años a la parroquia de Pompeya en Buenos Aires, a sus jóvenes 50 años, en 1976 dejó la gran ciudad y no le tuvo miedo al Paraná, a los esteros, al idioma guaraní y comenzó todo de cero, recorriendo (inicialmente de a pie) los caminos peliagudos del Neembucú.
El P. Ángel era bajito, pero las cosas de Dios las pensaba en grande. Por eso en 1983 dejó el campo y volvió a la ciudad (esta vez Asunción) y comenzó el Pequeño Cottolengo para que la caridad orionista fuera completa.

 Fue un gran misionero. A él le deben la vocación, después que a Dios, los varios hermanos paraguayos que hoy están en la Congregación. Yo fui testigo y, una vez convertido, su admirador. Deo gratias!

Roberto Simionato


P. FACUNDO MELA, missionario nelle Filippine

 Sebbene Don Angelo Pellizzari sia stato parroco di “N. S. de la Divina Providencia” a Pompeya per più di 10 anni, i miei primi ricordi di Don Angelo risalgono alla mia infanzia, quando i miei genitori dicevano: “Viene el P. Ángel!”. Le sue visite erano causa di gioia per noi, perché erano visita di un amico che veniva delle missioni, e che condivideva le sue esperienze nel Paraguay raccontandoci come le comunità di Ñeembucu crescevano.

I miei genitori lo conoscevano bene, giacché Don Angelo li aveva accompagnati durante la loro giovinezza e benedetto le loro nozze. La generazione dei miei genitori aveva vissuto con Don Angelo l’applicazione del Concilio Vaticano II nella parrocchia. Furono anni e ricordi che rimangono nella loro memoria e cuore. Fino ad oggi, mio padre parla di quello che significò “ascoltare la messa in spagnolo”, condividere la parola di Dio, andare in missione alla Rioja, le dinamiche di gruppo, il cine-forum e altre cose che Don Angelo portò avanti, frutto di un impegno maggiore con il popolo di Dio, specialmente con i poveri. Sono cose che ho capito dopo quando ero al teologico. Don Enzo Giustozzi mi fece capire in modo più accademico e scientifico quello che il mio babbo mi raccontava con semplicità.

Per molta gente di Pompeya, lui era “il missionario” che aveva lasciato tutto per andare a predicare il vangelo fra i poveri. Era ricordato, insieme a Don Luìs Cacciutto, per il suo ardore apostolico e per amore ai poveri, per le visite ai “ranchos” più lontani, per i viaggi a piedi, a cavallo, in canoa o in camioncino. Ma era anche colui che compì la parola di Don Orione a Don Bogarín: che sarebbe stato ordinato Vescovo, che avrebbe ricevuto la Congregazione in Paraguay e che sarebbe morto subito dopo. Così fu.

I cammini della Provvidenza portarono Don Angelo ad essere presente in momenti che hanno segnato la mia vita.

Lui mi ha battezzato agli inizi del 1974.

Venti anni dopo mi diede alcuni consigli prima di entrare in congregazione.

Nel 2004, prima di diventare diacono, mi donò la sua stola del 50° di Messa. Al finale della Messa, nell’azione di grazie, mi ha chiamato e ripetuto le parole di Don Orione: “A chi gli daremo noi la stola…”, e mi ha dato la sua stola, lasciandomi senza parole e sul punto di piangere. Dopo la messa, mio babbo mi ha chiamato a parte e mi ha detto: “Questa stola si deve portare con onore. È la stola di Don Angelo”. È la stola del missionario, l’unica stola che ho portato nella missione in Filippine.

Nel 2007, ci fu il nostro ultimo incontro, a Camaldoli (Genova), dove mi diede alcuni consigli per la missione: “Sta in mezzo alla gente, dopo buona preghiera e molta umiltà, perché chi lavora non sei tu, ma lo Spirito Santo si serve di te”.

Insieme ai consigli per la missione, mi ha raccontato (in spagnolo), come aveva conosciuto Don Orione. Ancora ricordo il suo volto illuminato raccontandomi un elogio del Fondatore a lui e a un compagno dopo una azione di volantinaggio: “Noi avevamo fatto tutto, siamo stati all’ospedale di Tortona, abbiamo distribuito [i volantini] agli ammalati e quanto siamo tornati siamo andati da Don Orione, che ci ha detto: 'voi siete i garibaldini della Madonna'. Puoi immaginare la festa nel cuore”.

Ricordare Don Angelo è ricordare una vita offerta per il Vangelo e per i poveri, è ricordare un degno figlio di Don Orione e un vero missionario, è anche ricordare un padre nella fede.

 Facundo Mela fdp - Payatas (Filippine) 16 Agosto 2011


Da “Atti e Comunicazioni della Curia Generale”, n. 235, Maggio-Agosto 2011:

Sac. Angelo Salvatore PELLIZZARI  

Deceduto in Ospedale a Genova il 15 agosto 2011. Aveva 85 anni d'età, 68 di Professione religiosa e 57 di sacerdozio. Apparteneva alla Pro­vincia religiosa "San Marziano e San Benedetto" (Tortona).

Padre Angelo avrà pensato, mentre attendeva la chiamata del Signore, a quanto gli disse Don Orione nel 1939, dopo la distribuzione - assieme a un com­pagno - dei volantini per la novena e la festa della Madonna della Guardia a Tortona: "Bravi! Voi siete i garibaldini della Madonna". E la Vergine SS.ma, cui era devotissimo, nella festa della sua Assunzione avrà voluto presentarlo al Signore Gesù, come nel giorno di 68 anni fa, che si era offerto a Lui con i pri­mi santi voti nella Famiglia di Don Orione.

Era il sesto di sette figli di Luigi ed Elettra Fuochi. Nacque il 18 luglio 1926 a Gossolengo (Piacenza), dove fu battezzato il 27 successivo e cresimato il 26 marzo 1933.

Dopo le scuole elementari al paese, suo padre lo accompagnò in gita pre­mio a vedere e salutare suo fratello Antonio che studiava in quinta ginnasio a Montebello della Battaglia (Pavia), facendo 54 Km. In bicicletta e dove lo aspet­tava la più bella sorpresa della sua vita - come narrerà più tardi - : "incontrare Don Orione, venuto da Tortona in macchina per leggere i voti ai seminaristi".

Dopo aver visto e gustato quel clima di gioia, di famiglia, di fervore, l'an­no successivo, accompagnato dalla madre, veniva accolto al San Bernardino di Tortona, il 14 novembre 1937. Dal '37 al '42 frequentò il ginnasio tra Tortona, Montebello e Buccinigo d'Erba (Como), facendo poi il noviziato con Don Cremaschi, professando i primi voti il 15 agosto 1943, in piena guerra mondiale. A Villa Moffa di Bra (Cuneo) fece il liceo al San Tommaso e il tirocinio all'i­stituto S. Cuore di San Severino Marche (Macerata), integrato dallo studio del­la filosofia (1943-49).

A Tortona completò la formazione teologica ed ecclesiale ('50-'54), corro­borata dalla Professione perpetua nel giorno del S. Natale 1950, dalla ricezione del Diaconato (19-12-1953) e dall'ordinazione sacerdotale, ricevuta il 29 giu­gno 1954 da Mons. Egisto Domenico Melchiori, nel santuario Madonna della Guardia.

Iniziò l'apostolato sacerdotale all'ombra del vicino santuario Madonna del­la Guardia, con particolare cura ai giovani dell'oratorio S. Luigi, come cappellano degli operai dell'ONARMO, oltre che insegnante di religione al "Dan­te" di Tortona (1954-64).

Nominato direttore del probandato di Finale Emilia (Modena), in risposta all'appello missionario del Superiore generale, si offrì di partire e il 23 luglio 1965, con Don Bruno Sanguin, in aereo raggiunse il Sud America, con desti­nazione Pompeya in Buenos Aires (Argentina). Dopo il primo adattamento cul­turale e sociale fu nominato parroco della parrocchia "N. S. de la Divina Providencia", prodigandosi con costanza e senza risparmio, all'attuazione delle fre­sche direttive conciliari del Vaticano II, coinvolgendo la popolazione nel bene e nelle varie attività parrocchiali e sociali, per undici anni.

Nel 1976 visse il periodo forte ed eroico della sua azione sacerdotale, missionaria e vocazionale, con l'apertura e la presenza della Congregazione in Paraguay. In risposta all'invito del Vescovo Mons. Ramón Bogarin Argana, Don Terzi, allora Superiore generale, inviò Don Angelo prima e più tardi P. Luis Cacciutto nella missione di Ita Corà e Neémbucù, zone di prima linea missionaria, ove assunsero la conduzione di ben tre parrocchie rurali: Desmochados, Mayor Martinez e General Diaz, situate sulla sponda paraguayana del fiume Paranà, di fronte al santuario di Itati (Argentina), che in quel tratto è largo ben sette kilometri.

Con l'aiuto e l'appoggio di confratelli e benefattori, in particolare dei due fratelli Padre Rocco e Padre Stanislao Tonoli, fece un gran bene nel nome e sul­l'esempio di Don Orione, col discernimento vocazionale verso la diocesi e la Congregazione, aprendo in seguito un'altra comunità ad Asunción e Lambaré, con la costruzione del Piccolo Cottolengo Paraguayo di Don Orione, e la con­duzione di nuove parrocchie.

Lasciò il Paraguay nel 1989. Tornato in Italia e rimessosi in salute, nel 1992 fu nominato parroco di S. Michele sulla via Emilia a Tortona, vivendo prima con la comunità del "Mater Dei" e dal 1996 come vicario in quella del "Pater­no", fino al 2002 quando fu colpito da un ictus.

Per la necessaria ed adeguata assistenza, fu trasferito nella comunità di Ge­nova Camaldoli, adattandosi subito e trovando nell'ambiente e nei confratelli "serenità, armonia e fraternità" - come scrisse al Superiore nel 2004 - conten­to di fare il possibile con l'apostolato dell'ascolto, della sofferenza e coll'esempio di vita vissuta e coerente per il Signore, per la Chiesa e per Don Orio­ne, mai dimenticato, fino alla chiamata finale, il 15 agosto 2011.

Le esequie si svolsero giovedì 18 agosto, al mattino nella chiesa del Villag­gio della carità a Genova Camaldoli, e nel pomeriggio nel Santuario Madonna della Guardia in Tortona, con grande partecipazione di confratelli e fedeli. La salma fu infine tumulata nella cappella dei religiosi orionini nel cimitero di Tor­tona.

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