Data del decesso: 17 Giugno 1968
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura: Tortona, Santuario della Madonna della Guardia
Sac. FERRETTI Silvio, da Pozzolo Formigaro (Alessandria), morto a Genova nel 1968, a 80 anni di età, 64 di Professione e 56 di Sacerdozio. È tumulato nella cripta del Santuario della Madonna della Guardia in Tortona.
Don Giuseppe Zambarbieri, in “Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia”, Luglio – Agosto 1968, p. 118-120
ATTI DEL DIRETTORE GENERALE
In partenza per la Polonia benedicendo la cara e santa memoria di Don Ferretti
Roma, sera del 21 giugno 1968
Carissimi,
la pace del Signore!
Ero appena rientrato da Tortona, martedì scorso, dopo i funerali del compianto Don Ferretti, quando mi son sentito chiamare al telefono da Varsavia: il caro Don Szal mi partecipava la notizia che era stato finalmente concesso il «visto» governativo per una mia visita alle nostre Case della Polonia. Da anni si sospirava questo permesso e nell'emozione per l'improvviso annuncio mi è venuto spontaneo pensare ad una grazia ottenuta dal venerato confratello appena tornato al Signore.
Caro e venerato Don Ferretti! Mi sono rivisto accanto alla sua salma, nella camera ardente allestita a! Paverano di Genova, mentre si succedevano le malate in preghiera. Ad un certo momento, una Suora avvicinò alla salma una bambina paralitica: era convinta che si trattava di un autentico servo di Dio e poteva ottenere anche un miracolo con la sua intercessione... Mi sono commosso davanti alla fede di quella buona Suora. Ma anch’io avevo in cuore la stessa certezza, e mi è parso così di vedere, nella telefonata giunta da Varsavia, una grazia propiziata dal caro Don Ferretti.
L'ho benedetto e lo benedico di cuore, soprattutto per gli esempi che ci ha dati con la sua vita tanto virtuosa e la santa morte, avvenuta al Piccolo Cottolengo Genovese, dove era ricoverato da qualche settimana per il nuovo insorgere del suo male. Aveva subito un’operazione gravissima tre anni fa. Si era miracolosamente ripreso ed aveva continuato a prodigarsi al Santuario delia Madonna della Guardia con il suo stile di sempre: preghiera e confessionale, confessionale e preghiera... A Pasqua aveva ancora confessato per oltre sette ore, coi suoi 81 anni ed il male che aveva addosso... Quando si decise a fermarsi — su un cammino che non aveva conosciuto soste in 65 anni di vita religiosa illibatissima e generosissima —• fu per prepararsi al suo rendiconto, cui si avviò sereno ed in pieno abbandono alla volontà di Dio, in una continua, fervente preghiera che parve continuare sulle sue labbra, anche quando ormai era mancato il respiro: « Mater mea, fiducia mea... Mater mea, fiducia mea! ». Erano le 5 del lunedì 17, l’ora della levata, cui era sempre stato fedelissimo.
Il suo testamento
Sul mezzogiorno della domenica s'era improvvisamente aggravato a causa di emorragia. Chiese l'Olio degli infermi, il santo Viatico, edificò particolarmente con le parole che ripeto qui perché penso faranno un gran bene a tutti, carissimi confratelli.
« Chiedo perdono a Dio — disse — di tutti i miei peccati, di tutte le mie infedeltà... offro la mia vita per la Chiesa, per il Papa, per la Congregazione, per i novelli ordinandi: che siano sempre uniti alla Chiesa, agli insegna- menti del Papa, che siano sempre uniti alla Congregazione, allo spirito del fondatore, all'esempio dei nostri fratelli morti: Don Orione, Don Sterpi, Don Pensa, Don Zanocchi, Don Goggi, Don Perduca, Padre Gil, frate Ave Maria... Offro la mia vita per i miei fratelli, nipoti, perché vivano sempre nella grazia di Dio secondo gli insegnamenti della mia santa mamma che prima di morire ci ripeteva: « Vi aspetto e vi voglio tutti in Paradiso, per sempre, per sempre; per tutta l’eternità, per tutta l'eternità, per tutta l’eternità... ».
Vorrei potervi confidare, carissimi, le testimonianze raccolte, particolarmente negli anni in cui ho avuto la grazia di vivere accanto a Don Ferretti, a Milano, quando — dopo i 27 anni alla parrocchia di Ognissanti in Roma — accettò, alla sua età, di prendere il peso di una parrocchia che iniziava, quella di San Benedetto, e lo fece con uno zelo instancabile, specie verso i malati e i poveri, con un ardore giovanile ed una pietà, uno spirito di sacrificio, davvero mirabili, attirandosi la speciale stima dell'allora Arcivescovo Cardinale Montini. E così vorrei potervi dire quanto ho sentito di lui specie dalle Suore che lo hanno assistito nella malattia, dai confratelli che gli sono stati vicini, e tutti, sempre ammirati dalla sua modestia, dal suo candore, dalla sua penitenza, dalla sua umiltà e docilità, soprattutto dalla così splendente sua vita interiore.
Non mi posso dilungare stasera, ma supplirò in altra occasione, perchè mi pare oltretutto un dovere di riconoscenza. Vi dirò soltanto che, a conclusione dei funerali celebrati con tanta solennità al Santuario della Guardia nel pomeriggio di martedì (18 confratelli concelebrarono, con Mons. Angelo, ed altra concelebrazione avevamo fatta al mattino nella chiesa del Paverano, tra i poveri tanto cari al suo cuore) mi è parso di interpretare il sentimento di tutti I confratelli, vicini e lontani, proponendo la sepoltura privilegiata nella cripta del Santuario. Si faranno subito le pratiche e spero che potremo presto portare la salma di Don Ferretti accanto a quella di Don Orione...
Voglio ancora dirvi, a vostro conforto, che, tornato al Paterno dal cimitero di Tortona dopo la sepoltura, ho trovato, nella posta mandatami da Roma, proprio una lettera del caro Don Ferretti e potete intuire con quale animo l'abbia aperta. Era del 14 giugno, antivigilia della sua morte, e diceva:... « Mi sono totalmente abbandonato nelle mani del Signore, affinché faccia di me e della mia vita quello che Gli piace. Mi sforzo di passare la mia giornata in unione filiale con Lui e con la Sua e nostra: Madre Celeste, e offro le mie preghiere e le mie piccole sofferenze per i bisogni della Chiesa e della Congregazione, in modo speciale per il buon esito del Capitolo e per i nostri chierici ordinandi... ». C'era un poscritto: « E’ la prima lettera dopo circa 20 giorni ». E doveva essere l'ultima... C'era soprattutto la promessa di continua preghiera e ne ho sentito e ne sento tutto il beneficio massimo in quest'ora in cui sto finalmente per andare in Polonia. Come il venerato Don Ferretti ha ottenuto la grazia, così sento che mi accompagnerà lungo il viaggio e mi assisterà.
Vado col cuore pieno di intimo gaudio perchè è un voto che si compie dopo tanta attesa, ed ha avuto! quasi un sigillo singolare, straordinario in questa giornata sacra alla festa del Cuore di Gesù, a S. Luigi, al quinto anniversario dell'elezione del Santo Padre.
Mentre sul mezzogiorno ascoltavo la S. Messa celebrata dal caro Don Piccardo — secondo la tradizione cara al venerato fondatore — all'altare di S. Luigi (ed avevo ancora davanti a me Don Ferretti, nella luce di S. Luigi e di Don Orione, con quel suo fervore di preghiera e di penitenza) malgrado la telefonata che aveva assicurato da Varsavia, ero ancora incerto sulla possibilità o meno di partire... Fu proprio dopo la S. Messa che dal Consolato polacco di Roma venne la conferma e il « visto »!
Come potrò dimenticare questa giornata?
Ne benedirò la Madonna Santissima nel Santuario di Czestochowa dove spero arrivare a celebrare una S. Messa. Vi porterò tutti, o carissimi, davanti alla Vergine SS.ma, specialmente i chierici ordinandi, i confratelli che sono andati o andranno in Sicilia a lavorare tra i terremotati: confratelli incontrati recentemente nel Veneto ed in Sardegna, e soprattutto il buon Don Breuvè, che ho salutato poco fa e lascio con un po' di preoccupazione per le non buone condizioni di salute.
Così vi saluterò i nostri della Polonia, a cominciare dall'amatissimo Mons. Dabrowski che ha lasciato in tutti, quando è venuto per il Concilio, un ricordo tanto amabile ed affettuoso, il 23 spero di essere a Kalisz alla collocazione della prima pietra benedetta dal S. Padre per il tempio della Madonna della Divina Provvidenza e ne sarà contento anche il ven. Vescovo Mons. Pawlowski: nelle settimane scorse è stato a Roma, ci ha dimostrato ancora una volta tanta bontà e desiderava molto questo incontro nella sua diocesi, dove sono tre nostre istituzioni: a Kalisz, a Wloclawek ed a Zdunska Wola, la nostra Casa Madre polacca.
Vedrò, a Dio piacendo, anche le nostre altre opere: vi ricorderò sulla tomba benedetta di Don Biagio Marabotto e penso al più tardi fra due settimane d’essere di ritorno in Italia.
Voi intanto pregate per me, o carissimi, e fate pregare. Da parte mia ri- cambierò come non mai, con un ricordo particolarissimo per i sacerdoti novelli che saranno ordinati nei prossimi giorni; che conforto anche per me se avessi potuto essere presente a Tortona, a Fromista, a Cuneo, a Noto...! Ma ci sarò col cuore, implorando a tutti ed a ciascuno, ai Familiari, dal S. Cuore, dalla Madonna SS.ma, da S. Luigi benedizioni e benedizioni!
Vostro aff.mo in Gesù Cristo e Maria SS.ma
Sac. GIUSEPPE ZAMBARBIERI dei Figli della Divina Provvidenza
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