Data del decesso: 13 Agosto 1992
Luogo del decesso: Tortona (Alessandria)
Luogo di sepoltura:
Sac. MANGHISONI Alessandro, da S. Martino Siccomario (Pavia), morto a Tortona (Alessandria) nel 1992, a 76 anni di età, 55 di Professione e 48 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", Maggio - Giugno 1992:
Sac. Alessandro Manghisoni
da San Martino Siccomario (Pavia), passato al Signore in Tortona il 13 agosto 1992, a 77 anni di età, 56 di professione religiosa e 49 di sacerdozio.
Nato il 21 ottobre 1915, apparteneva alla diocesi di Vigevano e amava ricordare i rapporti avuti da Don Orione con la sua terra, dalla quale era venuto a Tortona il vescovo Mons. Bandi, protagonista nei primi anni della piccola nostra congregazione . Accolto nella Casa Madre di Tortona, dal servo di Dio Don Sterpi il 22 agosto 1931, prima del noviziato (1935 - 36) aveva compiuto gli studi ginnasiali e di prima liceo a Tortona, Voghera e Montebello (Pavia). La prima professione la fece nelle mani del Visitatore dell'Opera, Padre Emanuele Caronti, nella festa del S. Rosario 7 ottobre 1936 a villa Moffa. Iniziata la teologia nell'Istituto Brignole Sale in Genova, i fatti della seconda guerra ridussero il teologico dell'Opera nella Casa Madre di Tortona. Ricevette la sacra ordinazione il 19 giugno 1943, passando per l'anno di pastorale al Castel Burio (Asti - 1943-44) e subito dopo insegnante al probandato di Buccinigo, dove accusò i primi sintomi di una malattia polmonare, che tuttavia non gli impedì di impegnarsi con alternative di miglioramenti, a Voghera (1948 -49), a Mestre (1948 - 49), a Voghera (1949 - 51) e a Buccinigo (1951 - 61) quale direttore e insegnante, sin che le condizioni di salute consigliarono di affidargli le mansioni di padre spirituale e insegnante di religione al San Giorgio di Novi Ligure (1961 - 72). Dopo un quinquennio al Piccolo Cottolengo di Don Orione in Milano e in vari uffici, nel 1976 prese sede al pensionato Don Orione di Pontecurone, dove trascorse l'ultimo periodo della sua vita, ricca di aspirazioni ad un lavoro offerto generosamente a conforto degli anziani e sofferenti e insieme provato dalle incostanti condizioni fisiche.Amò intensamente la congregazione e la sua vocazione, donandosi nei servizi assegnatigli dall'obbedienza, con l'interiore esuberanza che distinguevano la sua indole: avrebbe voluto fare molto di più, anche a conforto di confratelli e superiori, se la salute glie lo avesse consentito, e confessava che il sacrificio più grave da lui cordialmente offerto al Signore per il bene della congregazione, era vedere la propria impossibilità di far corrispondere la realtà ai desideri del cuore. La sua integra condotta, il suo lavoro svolto in passato a bene degli aspiranti dell'opera, la pietà negli uffici sacri, e la esattezza nei propri doveri gli meritarono l'appellativo "Padre", che egli onorò per molti anni con la esemplare vita religiosa e l'ardente anelito a rendersi sempre più conforme agli esempi appresi in gioventù alla scuola del Padre Fondatore e dei più anziani e meritevoli figli della Piccola Opera.
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