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Ricordiamo Sac. CIUFFARELLA Giobatta

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 28 Aprile 2004
Luogo del decesso: Ercolano (Napoli)
Luogo di sepoltura: Ferentino (Frosinone)

Sac. CIUFFARELLA Giobatta, da Ferentino (Frosinone), morto a Ercolano (Napoli) nel 2004, a 79 anni d’età, 61 di Professione e 51 di sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", n.213, Gennaio - Maggio 2004

Sac. Giobatta CIUFFARELLA 

 da Ferentino (Frosinone) morto a Ercolano (Napoli) il 28 aprile 2004, a 79 anni d’età, 61 di Professione religiosa e 51 di sacerdozio.

Figlio di Pietro e Vellucci Maria, aveva altri due fratelli e una sorella. Era nato a Ferentino (Frosinone), il 10 febbraio 1925. Con la famiglia viveva nella povertà, ma, come molti contadini, erano fiduciosi e credenti nella divina Provvidenza.

Sentendo il desiderio di consacrarsi a Dio, con l’interessamento del Canonico e l’aiuto di uno zio religioso dell’Ordine dei “Girolamini” (soppresso nel 1933), che gli assicurava il pagamento della pur modesta retta, fu presentato a Don Orione dallo zio Fra Benedetto, accolto a Roma in Via Sette Sale il 7 ottobre 1937, e da qui mandato all’istituto di Sant’Oreste (Roma), per la prima ginnasio.

Compiute le restanti classi a Voghera, Montebello e Buccinigo (’38-’41), ricevuto l’abito religioso da Don Orione, il 28 agosto ’38 a Tortona, fece domanda e fu ammesso al noviziato di Villa Moffa di Bra (Cuneo), professando i primi voti nella festa dell’Assunta 1942, nelle mani di Don Carlo Sterpi, primo successore di Don Orione.

Completò nel vicino Istituto San Tommaso (’42-’45) il liceo e la filosofia. Tornato a Roma, svolse il tirocinio come sacrista e animatore nella parrocchia di Ognissanti all’Appio, assistente e insegnante nel vicino Istituto San Filippo Neri (’45-’48). Passò poi nell’Istituto per orfani di Via della Camilluccia a Monte Mario, dove integrò l’assistenza ai ragazzi con lo studio della teologia presso il “Calasanzio” (’48-’52). Si consacrò in perpetuo l’11 ottobre ’48, fu ordinato diacono il 22 dicembre ’51 e ricevette il sacerdozio il 7 giugno 1952, nella basilica di San Giovanni in Laterano, per le mani del Card. Clemente Micara.

Dopo un anno a Messina come prefetto dei ragazzi del locale istituto orionino,  passò insegnante all’istituto San Filippo di Roma, dove si prodigò per nove anni anche nel ministero della riconciliazione e della direzione spirituale nella parrocchia di Ognissanti e nell’istituto S. Maria di Via Massimi (’53-’62). Fu poi inviato all’Incoronata di Foggia, assistente e insegnante ai piccoli probandi (’62-’70), svolgendo poi mansioni di economo, fino al ’75.

Dopo breve collaborazione al Piccolo Cottolengo di Via Poerio a Roma, fu nominato parroco e direttore a Spezzano Albanese (Cosenza), fino al 1982. Nuovamente a Roma, fu viceparroco a Ognissanti, con disponibilità alle confessioni, anche nelle comunità religiose vicine. Nel ’85, Don Giobatta fu tra i primi che si offrirono a svolgere il ministero delle confessioni nel celebre Santuario della Beata Vergine del Rosario a Pompei, richiesto dalla Santa Sede. Sempre generoso, dopo aver professato ai piedi della S. Madonna il IV Voto di speciale fedeltà al Papa (12 gennaio 1991), nel ’92, per le precarie condizioni di salute,  tornò a Roma, curandosi ed aiutando per due anni nell’istituto Santa Maria di Via Massimi.

Dal ’94, eccettuato l’anno 2002/2003 – trascorso al Centro Don Orione di Bergamo per cure specialistiche – il confratello risiedette sempre al Piccolo Cottolengo di Ercolano (Napoli). Qui ebbe modo di condividere e valorizzare la sofferenza e il dolore con l’esempio di piena adesione alla volontà divina “per servirla (la Congregazione) con tutte le mie forze” (lettera a Don Sterpi del 15.07.1941).

Aperto, gioviale, sensibile, visse con gioia la vocazione religiosa e sacerdotale, amò la Congregazione come “piccola ma pur grande madre”, come diceva Don Orione. Di spirito di sacrificio, di pietà, umile e caritatevole con tutti, devoto della Madonna, attese la venuta del Signore “col solo intendimento di santificare l’anima mia (…) e di fare, con l’aiuto del Signore, un po’ di bene alle anime dove l’obbedienza mi manderà”. Il Signore lo chiamò il 28 aprile 2004 dall’ospedale di Napoli, per dargli il premio della fedeltà e dell’amore.

I funerali si svolsero il 30 mattina nella chiesa dell’istituto e al pomeriggio a Ferentino (Frosinone), dove riposa accanto ai suoi cari.

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