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Ricordiamo Sac. BECCALLI Filippo

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 27 Aprile 1984
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:

Sac. BECCALLI Filippo, da Bulciago (Como), morto a Genova nel 1984, a 69 anni di età, 49 di Professione e 40 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Maggio - Luglio 1984

Sac.  FILIPPO   BECCALLI, da Bulciago  (Como),  morto a  Genova  Camaldoli   il  27 aprile 1984,  a  69  anni  di  età,  50  di   professione e  41  di  sacerdozio.

Venne accolto in Congregazione orfano di padre dal Beato Don Orione e da Don Sterpi, il 20 dicembre 1932, e subito avviato a Voghera per completarvi il ginnasio, iniziato nel seminario di San Pietro di Milano (1926 - '30), ma poi sospeso per salute. Era nato a Bulciago (Como) l'11 novembre 1914, ma i suoi vissero a Besana Brianza. Vestito l'abito a Villa Moffa, nella festa dell’Assunta 1933, vi fece anche il noviziato e la prima professione in analoga festa l'anno dopo, nelle mani di Don Orione.

Dopo il liceo a Tortona (1934 - '36) e il tirocinio a Roma, presso la Colonia Santa Maria (1936 - '39), fece la professione perpetua ad Anzio il 15 agosto 1939 e venne iscritto all'Università Gregoriana (1939 - '43). A Roma fu ordinato sacerdote da Mons. Pascucci, in San Marcello al Corso, il 16 maggio 1943.

Espletato l'anno di formazione pastorale, con Don Cavaliere a Costigliele d'Asti, presso il Castello Butrio, fu direttore spirituale degli aspiranti ed economo a Sassello (1944 - '48), vice direttore a Sanremo (1948 - '49) e, per oltre un decennio (1949 '61), direttore della Casa San Benedetto di Cortona (Arezzo): qui ebbe la consolazione di preparare la inaugurazione del nuovo probandato Don Carlo Sterpi, inaugurato il 29 - 1 - 1961 a S. Marco in Villa. Lavorò poi un decennio a Selargius - istituto e parrocchia -  per passare poi al Villaggio della Carità di Genova - Camaldoli.

Attaccatissimo alla sua vocazione e all'Opera, paternamente benvoluto dal Beato Don Orione, da Don Sterpi, Don Pensa e dagli altri Superiori, con i quali lavorò in piena dedizione, distinto nella serietà dei suoi sforzi per riuscire bene in ogni cosa, ebbe carattere ricco di esuberanza brianzola, buono, pio e fraternamente aperto al rispetto degli altri, alla cooperazione, unicamente bramoso che la Congregazione, con le sue attività, si affermasse nel campo della carità verso i più bisognosi. Predilesse i giovinetti, specialmente le vocazioni e gli aspiranti all'altare. Patì spesso di indebolimento organico che, in taluni periodi, gli impose sacrifici di forzato riposo. Ma tutto questo non impedì che egli offrisse completamente se stesso per la sua vocazione orionina, che amò sempre al di sopra di ogni cosa.

 

 

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