Data del decesso: 21 Aprile 1990
Luogo del decesso: Seregno (Monza Brianza)
Luogo di sepoltura: Malè (TN).
Sac. MASÈ Gino, da Croviana (Trento), morto a Seregno (Monza Brianza) nel 1990, a 70 anni di età, 51 di Professione e 41 di Sacerdozio.
Da "Atti e comunicazioni della Curia Generale", Gennaio - Agosto 1990
Sac. Gino Masè
da Croviana di Malè (Trento), passato al Signore nel Piccolo Cottolengo di Seregno (Milano) il 21 aprile 1990, a 70 anni di età, 51 di professione religiosa e 42 di sacerdozio.
Accolto a Tortona dal servo di Dio don Sterpi il 17 gennaio 1935, a 15 anni — era nato l'8 marzo 1920 —, fu ammesso alla vestizione, ricevuta dalle mani di don Sterpi nel santuario della Guardia in Tortona la vigilia della festa il 28 agosto 1935. Completò al ginnasio, in 3 anni, nel Convitto Paterno di Tortona, nel seminario pro missioni di Voghera e ancora a Tortona, per passare poi al noviziato di Villa Moffa (1937-38), coronato con la prima professione religiosa pronunciata nella festa dell'Assunta 1938.
Fu poi destinato al San Giorgio di Novi Ligure dove, nel maggio 1941, ottenne la abilitazione magistrale, venendo poi subito addetto in Alessandria all'assistenza degli orfani, giunti dall'Albania, fino al settembre, e poi alla Colonia S. Maria di Monte Mario in Roma, per ritornare, nel dicembre, ad Alessandria, ancora con gli orfani albanesi, fino al maggio 1942, e poi ancora alla Colonia di Roma e, in ottobre, al nuovo San Filippo di via Appia come assistente e insegnante.
Adempiuto il regolare tirocinio, frequentò a Roma la teologia, nel biennio (1944-46) alla Gregoriana e il biennio 1946-48 all'Università Lateranense, preparandosi intanto alle sacre ordinazioni conchiuse con il sacerdozio, ricevuto in Roma, il 22 maggio 1948.
Il suo carattere aperto e gioviale, unito a intraprendenza e spirito di sacrificio, soprattutto a bene dei giovani, già dimostrati negli anni della preparazione al sacro ministero, indussero i superiori a mantenerlo nell'apostolato giovanile, che gli era più congeniale, e così venne destinato come assistente dell'Oratorio ad Avezzano, dove rimase dal 1948 al 1952, quando trascorse un triennio all'Istituto per Orfani alla Camilluccia, ma per ritornare ancora, questa volta come direttore, ad Avezzano dal 1955 al 1961. Qui il suo ricordo rimane vivissimo anche per alcune coraggiose iniziative, come il "presepio vivente" del 1955 e la passione di Gesù interpretata dai fanciulli, che commossero la popolazione con frutti di bene, lodati anche dal compianto vescovo mons. Valerii e dal clero locale.
Destinato poi al Piccolo Cottolengo di via Donnalbina in Napoli (1962-1965) si distinse per la cordiale dedizione ai fanciulli minorati, tanto più che la salute, già precaria sin dagli anni di preparazione al sacerdozio, prese risvolti preoccupanti.
Venne perciò mandato quale direttore spirituale a Villa Moffa (1966-70), dove si riprese e poté nuovamente tornare a lavorare, come direttore, nella diletta Avezzano, per un triennio (1970-73), dopo una pausa per malattia fu a Velletri e quindi, a Botticino Sera (1975-1982), poi le condizioni di salute consigliarono di assegnarlo alla pace di Ercolano (Napoli) e, per cure più adatte, a Roma in via della Camilluccia e successivamente a Seregno (Milano).
Generoso, tutto cuore per i superiori e i confratelli, come per qualsiasi persona che incontrasse nel suo ministero, amò intensamente la Congregazione, entusiasta di tutto quanto riguardava il suo cammino di bene. Già il 29 agosto 1961 volle pronunciare lo speciale giuramento di fedeltà al Papa, preoccupandosi costantemente di mantenere, in ogni circostanza, il proposito, scritto in anni lontani, di accendere, specialmente nel cuore dei giovani, un ardente amore alla Madonna e alla Chiesa di Cristo.
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