Data del decesso: 6 Agosto 1993
Luogo del decesso: Ouro Branco (Brasile)
Luogo di sepoltura:
Fr. MOSTARDA Cezario, da Riberâo Preto (Brasile), morto ad Ouro Branco (Brasile) nel 1993, a 71 anni di età e 43 di Professione.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", maggio agosto 1993
Fratel Mostarda Cezario
da Ribeirào Preto (Stato di San Paolo del Brasile), tornato al Signore il 6 agosto 1993 ad Ouro Branco (Minas Gerias, Brasile), a 71 anni di età e 43 di professione religiosa.
Nato il 22 febbraio 1922, dopo le scuole elementari e varie esperienze lavorative, a 25 anni entrò nell'Opera Don Orione, desideroso di dedicarsi al Signore e al servizio dei poveri, accolto nel Santuario di N.S. di Fatima in Rio de Janeiro il 13 giugno 1947.
Compiuto regolarmente il noviziato a Paraiba do Sul (1949 - 50), emise la prima professione religiosa come Fratello laico il 23 febbraio dell'Anno Santo 1950, nelle mani del Padre Giuseppe Montagna.
Trascorso un anno a Rio, assistente dei giovani nella tipografia della Cavea, passò all'assistenza diretta dei "meninos" di Belo Horizonte e Rio Claro, (1951-58), rafforzando e maturando nel frattempo la sua consacrazione totale a Dio e al prossimo nello spirito e sull'esempio di Don Orione, emettendo i voti perpetui di povertà, castità ed obbedienza nella festività dell'Immacolata 1956.
Dal 1959 al '70 si trova a compiere con dedizione l'ufficio di sacrista nel Santuario mariano dell'Opera, in Rio de Janeiro, ed a Paraiba do Sul, sempre contento e disponibile, nonostante la cagionevole salute, che ne limiterà la volontà di donarsi e anche la vista.
Collabora poi come economo al "Lar" di Belo Horizonte, passando poi per Niteroi e Juiz de Fora come "factotum" (1970-79). Infine, ad Ouro Branco, presta la sua opera in quel centro sociale, parrocchiale e vocazionale, dove i bisogni sono pur sempre tanti, ricoprendo anche l'incarico di consigliere della Casa.
Nei mesi scorsi aveva partecipato all'assemblea di programmazione provinciale, in sostituzione di Fr. José Eugenio. Viene ricordato come esempio di semplicità, umiltà, amore a Dio ed alla Congregazione, come pure vengono rilevati la sua disponibilità all'assistenza, pur senza grande, specifica preparazione, sostenuto da spirito di sacrificio, dall'"orionino" amore al lavoro manuale, che lo hanno reso sempre benvoluto dai confratelli e da quanti lo avvicinavano nel suo apostolato discreto tra i poveri e i semplici.
Resterà come "il Fratello coadiutore del Rosario", per la sua costanza nell'orazione, la fedeltà negli atti di culto, nel gaudio interiore per la catechesi e il servizio all'altare. Nelle differenti comunità sempre lo stesso stile, l'identica dedizione, animatore della comunità, organizzatore di chierichetti per l'altare, specializzato nell'unione con il Padre e i fratelli, attraverso la sua fervida invocazione a Dio e l'affabile dialogo con il prossimo.