Data del decesso: 4 Agosto 1974
Luogo del decesso: Zduńska Wola (Polonia)
Luogo di sepoltura:
Sac. SZYMKUS Marian, da Worobin (Polonia), morto a Zduńska Wola (Polonia) nel 1974, a 71 anni di età, 46 di Professione e 41 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", luglio - settembre 1974
Sac. SZYMKUS MARIANO
da Worobin (Polonia), morto a Zdunska Wola il 4 agosto 1974 a 71 anni di età, 46 di professione e 42 di sacerdozio.
Non era più giovane avendo già 22 anni allorché, nell'ottobre 1925, decise di passare dal Seminario di Wilno (Polonia) alla nostra Casa di Zdunska Wola. Chiamato da Don Orione, con altri Confratelli Polacchi, a completare formazione e studi in Italia, frequentò il corso di Teologia nel Seminario diocesano di Tortona (1927-1930), compiendo poi il tirocinio di regola a Rodi (1930-1932), quale assistente ed insegnante di lingua italiana, che conosceva bene, agli orfani armeni dell'Istituto dell'Opera in Acandia.
Ordinato sacerdote a Tortona il 17 dicembre 1932, esercitò il primo ministero nell'Istituto Sacro Cuore di Fano. Quindi nel 1933 partì per il Sud America ove, con cariche diverse, lavorò successivamente nella Parrocchia de la Assuncion di Montevideo (Uruguay) come coadiutore ed insegnante del vicino Collegio (1933-1935) nella Parroquia N.S. de la Guardia (Argentina) in qualità di Vice Parroco (1935-1936) Parroco e Direttore a Rosario (Argentina) (1936-1940) insegnante di lingua spagnola al Collegio San Josè di Montevideo (1940-1943) Parroco nella Barra di S. Lucia (Uruguay)) (1943-1946) a Mar del Piata (Argentina) (1946-1948) dal 1948 al 1956 a Montevideo (Uruguay), dal 1956 al 1957 a Buenos Aires (Argentina), in qualità di economo.
Specialmente motivi di salute consigliarono poi il suo ritorno in Polonia, ove continuò a prodigarsi 1958-1959, direttore a Malbork; 1959-1962, direttore a Wloclawek; 1962-1964, cappellano delle Piccole Suore Missionarie della Carità, dal 1964 alla morte per infarto, padre spirituale a Zdunska Wola.
Gioviale di spirito e arguto, Don Szymkus si distinse nell'attaccamento alla Piccola Opera, a Don Orione e a Don Sterpi accanto ai quali ebbe la consolazione di trascorrere anni felici in Casa Madre.
Ottimo padre spirituale, Don Mariano riuscì bene anche nella educazione dei fanciulli, dei giovani con tatto delicato e indole mite e sorridente, sapeva conquistare l'affetto dei Confratelli, dei semplici dei poveri del buon popolo tra cui visse molti anni in patria e in sud America.
Di Don Giuseppe Zambarbieri, in ""Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", luglio - settembre 1974, pp.156-157.
DON SZYMKUS NON HA MAI DETTO DI NO
Pensando alla morte del compianto Don Mariano Szymkus, se mi dà pena la sua scomparsa, mi consola l'essermi potuto trattenere con lui, come non mai in passato, durante la mia recente permanenza in Polonia. Era all'ospedale e piuttosto grave, al nostro arrivo a Zdunska Wola e con Don Pilatowicz siamo andati subito a visitarlo. Aveva la respirazione difficile, pur con l'aiuto dell'ossigeno, e le sue condizioni parevano allarmanti. Nella giornata delle ordinazioni la gioia non poteva essere piena proprio perchè non solo Don Mariano mancava, ma c'era il timore che da un momento all'altro potesse ulteriormente aggravarsi. Invece, certo anche per le molte preghiere, andò lentamente riprendendosi e nelle visite successive lo abbiamo trovato sempre meglio e sempre più sollevato, con un gran desiderio di conversare, soprattutto di rievocare la sua vita missionaria a Rodi, dove Don Orione lo aveva mandato ancora chierico, e particolarmente in sud America. Gli anni passati in Uruguay e in Argentina, ventidue esattamente, avevano segnato la sua anima, così che sentiva come il bisogno di ricordare Rosario, Itati, Montevideo, La Floresta, ripetendo più volte episodi che i confratelli ascoltavano sempre volentieri, magari divertendosi un poco, ma sempre salutarmente colpiti dal suo entusiasmo ancora giovanile e dal così forte suo attaccamento alla Congregazione. Fu in una sosta presso il suo Ietto, all'ospedale di Zdunska Wola - dove i malati avevano per lui e per noi tanta deferenza - e in una delle ultime visite, che mi confidava: « Non ho mai detto di no a Don Orione ». Pur con un temperamento impulsivo, nonostante situazioni non facili, seppe sempre mantenersi disponibile nelle mani del fondatore e potè così - alla vigilia della morte - rendere a se stesso una testimonianza davvero invidiabile. Salutandolo, in partenza per l'Italia, mi sono accorto che era più emozionato del solito: presentivamo insieme, che poteva essere l'addio su questa terra. Si è spento santamente pochi giorni dopo.
Mons. Dabrowski si è unito alla mestizia dei confratelli di Zdunska Wola, mentre era così recente il rimpianto per Don Enrico e Don Alessandro ed ha presieduto la concelebrazione dei funerali. Chissà che bell'elogio deve aver fatto del generoso missionario che non ha mai detto di no a Don Orione! A me è venuto di pensare: i confratelli di oltre oceano si saranno sempre resi conto di cosa è costato ai nostri «missionari » lasciare il proprio paese, la famiglia e quanto avevano di più caro per vivere lontano, venti, trenta, quarant'anni, e forse a volte senza sentirsi molto accettati e desiderati? E' una riflessione cui ho esortato altra volta e dovrebbe portare tutti a maggior riconoscenza e a ben più grande carità, proprio in nome di una comunione molto conclamata a parole e non sempre — o almeno non da tutti — vissuta con generosità...
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