Data del decesso: 3 Agosto 1953
Luogo del decesso: Roma
Luogo di sepoltura: Roma, cimitero Verano
Sac. CASA Francesco, da Caraglio (Cuneo), morto a Roma nel 1953, a 67 anni di età, 38 di Professione e 38 di Sacerdozio.
Da "Atti e comunicazioni della Curia generalizia", luglio - settembre 1953
Sac. Francesco Casa, da Caraglio (Cuneo), morto a Roma il 3 agosto 1953, a 67 anni di età, 38 di Professione e 38 di Sacerdozio. Riposa a Roma Verano.
Era nativo della diocesi di Cuneo e proveniva da una famiglia, che non solo vantava solide tradizioni cristiane, ma pure annoverava tra i suoi componenti degli zelanti Sacerdoti.
Il nostro Don Casa infatti rinnovava il nome della zio, Don Francesco, che fu indimenticato Rettore a Roata Lerda, di cui preparò la erezione in parrocchia, ed aveva pure un fratello Sacerdote, Don Giovanni, dapprima parroco a Mollieres e quindi Rettore al Santuario del Castello di Caraglio.
Nato nel 1886 a Paschera di Caraglio. compì quasi tutti gli studi ecclesiastici nel Seminario di Cuneo, donde venne a Tortona nel 1911, accolto dal nostro Padre Fondatore.. Terminò il curriculum teologico a Roma e fu ordinato Sacerdote nel 1914.
Allo scoppio della guerra mondiale 1915-18 venne richiamato in servizio militare quale sergente degli Alpini e fu presto addetto alla segreteria dell'Ordinariato Militare allora istituito sotto la Direzione di S. Ecc. Mons. Bartolomasi. Molti Sacerdoti ancor oggi ricordano con animo grato i favori, che con cuore nobile e generoso, loro fece Don Casa, usufruendo della particolare condizione, in cui venne a trovarsi.
Allorché fu smobilitato. Don Orione lo inviò subito in America in aiuto ai Confratelli che colà già lavoravano.
Il 1 Giugno 1920 Don Orione, evidentemente in risposta ad una lettera augurale di Don Casa, gliene inviava una sua, molto bella, dalla quale ricaviamo come il nostro Padre Fondatore abbia trascorso la giornata del suo XXV di Messa: mentre Lo attendevano in refettorio per il pranzo. Egli, rinchiusosi in infermeria, insieme con Fallerà Chierico Camillo Secco, faceva al Ch. Basilio Viano, gravemente infermo « quegli uffici umili sì, ma santi, che una madre, fa con i suoi bambini », incurante di sentir picchiare insistentemente alla porta, affinchè scendesse a tavola con gli altri. Questa lettera dovette rimanere ben impressa nella memoria di Don Casa, giacché, venuto il suo XXV di Messa, non lo disse ad alcuno volendo che passasse alla chetichella e si rammaricò sinceramente che altri divulgassero la notizia e volesse fargli un po' di festa.
Don Casa prestò la sua opera entusiasta e capace dapprima in Brasile e di poi in Argentina. Dopo circa un decennio di vita missionaria, bisognoso di un po' di riposo, rientrò in Italia alla fine del 1929 e lavorò un po' dappertutto, sempre allegro e faceto, e, si può dire, in ogni branca del ministero sacerdotale, dalla scuola alla vita di parrocchia, dalla cura di santuari all'assistenza operaia, che era dotato di capacità versatile .
Ultimamente insegnava nel nostro Istituto San Filippo Neri in Roma. Per una banale caduta sbattè malamente il capo e non si riebbe più. Morì. col conforto degli ultimi Sacramenti, il 3 Agosto scorso. Nella sua diocesi di origine, a cui serbò sempre affezione, di lui scrissero : « sotto una scorza di ruvida sincerità celava un gran cuore, ed era animato da una grande fede e da uno zelo ardente per il bene materiale e spirituale del prossimo ». È vero. Quanti lo conobbero, gli vollero sempre bene e lo ricorderanno con simpatia ed affetto, pregandogli da Dio il premio eterno.
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