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Ricordiamo Sac. MEINERO Giorgio

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 9 Febbraio 1963
Luogo del decesso: Campocroce di Mirano (Venezia)
Luogo di sepoltura:

Sac. MEINERO Giorgio, da Spinetta (Cuneo), morto a Campocroce di Mirano (Venezia) nel 1963, a 54 anni di età, 24 di Professione e 18 di Sacerdozio.


Dal Periodico “La Piccola Opera della Divina Provvidenza”, 15 maggio 1963, p.98 -99

Sac. MEINERO GIORGIO dei Figli della Divina Provvidenza. spentosi piamente a Mirano Veneto il 9 febbraio sc.

Le sofferenze sopportate per lungo tempo non gli tolsero la spontanea accettazione della Volontà di Dio e la conseguente serenità di spirito.Quanti lo avvicinarono furono convinti per esperienza del candore della sua anima, della semplicità e preziosità delle sue virtù. Era di animo mite, paziente e forte nel sopportare i mali che lo affliggevano. Quando comprese che la morte si avvicinava — era un giorno di sabato, le quattro del mattino — disse le sue ultime parole «Eccomi, o Signore, sono pronto» e prese da se stesso l'atteggiamento che la salma avrebbe avuto ricomposta nel sonno di morte. A Villa Soranzo, lo vegliarono per due giorni i confratelli e i probandi. Era quello il suo ultimo campo di lavoro, come Padre Spirituale degli apostolini. I funerali si svolsero nella nuova Cappella del Probandato, l'11 febbraio festa della Madonna di Lourdes. V'intervennero il Direttore Generale Don Zambarbieri (che celebrò la Santa Messa), il Direttore Provinciale Don Paragnin, il Parroco di Campocroce, i Sacerdoti viciniori e i Confratelli del Veneto. Da Roma e da Cuneo erano giunti la sorella, i fratelli e i parenti più intimi. Dopo il rito, la Salma fu trasportata a Spinetta di Cuneo, dov'era nato il 6 luglio 1908. Conobbe Don Orione nella Casa di Cuneo. Si sentì portato verso la Congregazione e chiese di appartenervi. Don Orione gli disse: «Vieni da me a Tortona, e io ti prometto — in nome di Dio — pane, lavoro e Paradiso». Venne accolto a Tortona il 16 agosto 1932. Lo studio non gli era facile, data l'età; ma percorse il curricolo scolastico con tenacia piemontese, venendo ordinato sacerdote il 25 marzo 1944, festa dell'Annunziazione, a Villa Rasano. La dedizione di Don Giorgio al Signore fu totale, senza compromessi. La sua pietà mariana, l'ardente devozione all'Eucaristia, l'adesione piena e fiduciosa alla volontà di Dio in tutte le circostanze della vita, costituiscono la sua spiritualità e rappresentano le energie che gli permisero di svolgere in Congregazione un fecondo apostolato. Riservato, semplice come un fanciullo, tanto umile; s'era così forgiato da un temperamento forte, combattivo e dinamico. Dopo l'anno di perfezionamento pastorale passato al Castello di Butrio, durante il quale svelò doti di zelo per la salvezza delle anime, fu mandato come vice direttore al Piccolo Cottolengo di Monteverde a Roma; ivi, in collaborazione con la POA, svolse opera di assistenza spirituale e benefica quale cappellano di oltre 4000 sfollati di guerra. Nel 1948 venne chiamato dalla fiducia dei Superiori a dirigere la Casa del Giovane Lavoratore a Firenze. L'anno dopo, è direttore del Probandato di Grotte di Castro (Viterbo). Nel 1950 è parroco a Facen di Pedavena: vi rimane per otto anni; quindi è trasferito all'Istituto «Don Orione» di Fubine, ma la salute è già scossa. Nel 1960 è cappellano dell'Orfanotrofio «Card. La Fontaine» al Lido di Venezia: tra quei bimbi si sente perfettamente a suo posto. La sua ultima tappa (troppo breve!) è il Probandato di Campocroce di Mirano.