Data del decesso: 16 Luglio 1990
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:
Sac. PARODI Silvio, da Livellato (Genova), morto a Genova nel 1990, a 86 anni di età, 65 di Professione e 63 di Sacerdozio.
Atti e comunicazioni della Curia Generale, gennaio agosto 1990
Sac. Silvio Parodi
da Livellato (Genova), passato al Signore nel Piccolo Cottolengo di don Orione in Genova-Castagna il 16 luglio 1990, a 86 anni di età, 66 di professione religiosa e 63 di sacerdozio.
Aveva soltanto dieci anni — era nato il 6 giugno 1904, in un paesello immerso nell'alone semplice e devoto che si effonde dal soprastante celebre Santuario della Madonna della Guardia, della quale quest'anno Genova festeggia il quinto centenario delle apparizioni — quando Silvio Parodi, nel novembre 1914, venne accolto a Tortona, con altri compagni, indirizzati a don Orione dal rettore del santuario don Clemente Malfatti, amicissimo del nostro Beato, ed ebbe subito la sorte fortunata di servire il Signore in tenera età, sotto la guida santa del Fondatore e del venerabile don Carlo Sterpi, che ne forgiarono la formazione religiosa e sacerdotale con non deluse speranze e attese.
Completati gli studi ginnasiali a Tortona e quelli liceali a Venezia, si consacrò al Signore nella Piccola Opera, con i primi voti, la festa della Madonna della Guardia, 29 agosto 1924, e con i perpetui il 14 agosto 1929, quando già era sacerdote, essendo stato ordinato a Tortona da Mons. Grassi nella festa di San Pietro e Paolo, 29 giugno 1927.
Infatti, come le necessità dell'Opera allora non raramente richiedevano, don Parodi aveva già compiuto il suo tirocinio pratico e la preparazione teologica, nell'assistenza ai giovani secondo le indicazioni del beato padre Fondatore. Nell'ottobre 1925 don Orione lo aveva scelto, con qualche chierico, per inviarlo a Imola, presso il pio canonico Angelo Bughetti, fondatore di quell'Istituto Artigianelli di S. Caterina. Nel novembre 1926 si trovava a dirigere la Casa Pii Studenti, avviata dallo stesso canonico Bughetti, e vi rimase sino all'estate 1929, quando il beato don Orione, dopo una breve parentesi a Castelfranco Veneto, presso il Patrocinio Pro Infanzia, nell'estate 1929 pensò di affidargli il nuovo Istituto Divin Salvatore di via Sette Sale in Roma, che doveva accogliere e formare i nostri chierici studenti destinati alle Università Pontificie Lateranense e Gregoriana. Qui don Parodi diede il meglio di sé — in pietà prudenza e zelo — nella preparazione di schiere di giovani figli dell'Opera, in una casa particolarmente cara a don Orione e a don Sterpi, che a lui manifestarono la più larga fiducia in campo di tanta responsabilità.
Don Parodi fu illuminato maestro di amore all'Opera e alla Chiesa e al Papa e dalla sua scuola esemplare e silenziosa uscirono gli elementi più preparati alle molte mansioni della giovane congregazione. Fatto direttore della Provincia San Benedetto (Genova) nel 1946, vi venne confermato nel settembre 1949 e nel 3° capitolo generale del 12 settembre 1952 venne affiancato al Direttore generale don Pensa, quale vicario generale della Congregazione. Dopo il periodo 1958-62, nel quale fu Consigliere generale addetto agli studi, la stima dei confratelli, nel 5° capitolo del 9 marzo 1963, lo rielesse vicario generale e collaboratore diretto del nuovo Direttore generale don Zambarbieri, succeduto al compianto Don Pensa (+ 5 ottobre 1962).
La molteplice sua attività di interprete ed esecutore dei disegni dei Direttori generali gli meritarono, per il delicato tratto e il diligente, premuroso interessamento verso i religiosi, stima sincera e cordiale riconoscenza.
Anche dopo il capitolo generale del 2 marzo 1969 toccò a don Parodi sobbarcarsi alle responsabilità di Direttore provinciale della provincia San Benedetto e poi di direttore dell'Istituto Paverano in Genova (1969-72) — anche come vicario provinciale — e poi del Piccolo Cottolengo della Castagna-Genova (1973-77), per passare poi, quale delegato direttore, presso la nuova Casa di Riposo annessa alla Villa Santa Clotilde, donde ritornò alla Castagna. Qui tra gli anziani ospiti, coronò santamente gli ultimi anni di una vita totalmente spesa ed offerta, in discreta, silenziosa pace, con il cuore rivolto alle auspicate fortuna della nostra famiglia religiosa e specialmente per l'incremento delle vocazioni, gioia e consolazione della sua anima. La scomparsa di questa figura emblematica degli anni primi dell'Opera, ha suscitato largo rimpianto, in confratelli, ex-alunni e Amici di don Orione, che nelle più dolorose situazioni trovarono in lui, data la varietà delle responsabilità ricoperte, la guida sicura e il confidente consiglio, prudente, paterno. Molti laici, conosciuti e avvicinati nella sua lunga, multiforme attività, conservano di lui il più caro ricordo, per molti tratti, "immagine vivente del fondatore". Della sua caratteristica figura di sacerdote e religioso orionino sono state sottolineate soprattutto la sua dimensione contemplativa, legata alla sua indole riservata e raccolta, e la strenua testimonianza del carisma di don Orione e di don Sterpi, del quale fu sempre interprete, testimone e custode zelante, in purezza e umiltà di cuore, oltre che destinatario di lettere di grande importanza formativa.
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