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Ricordiamo Sac. PASQUALI Elvino

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 28 Luglio 1990
Luogo del decesso: Sordevolo (Biella)
Luogo di sepoltura:

Sac. PASQUALI Elvino, da Venezia, morto a Sordevolo (Biella) nel 1990, a 87 anni di età, 51 di Professione e 40 di Sacerdozio.


 Da "Atti e comunicazioni della Curia Generale", Gennaio - Agosto 1990

Sac. PASQUALI ELVINO
 da Venezia (Italia), passato al Signore nella Casa di Sordevolo (Vercelli) il 28 luglio 1990, a 87 anni di età, 52 di professione religiosa e 40 di sacerdozio. Riposa a Sordevolo.

Quando Elvino Pasquali venne accolto da don Bormini nell'Istituto Artigianelli di Venezia, il 5 dicembre 1932, toccava già gli anni 30 ed aveva compiuto il suo servizio politico di frontiera — come egli lo definiva — dal 1926 al 1932. Era nato il 24 gennaio 1903 nella città della laguna, e portava con sé, ben maturati nell'animo, i propositi di una vocazione tardiva, ma sicura e ben orientata, compiendo il ginnasio a Campocroce di Mirano (Venezia) e sofferente sin d'allora per derivazioni reumatiche, che lo accompagnarono tutta la vita, egli percorse il suo non facile tirocinio di studi e le incombenze della vita comunitaria con fervoroso slancio d'animo, nella semplicità di un carattere, che mirava senza incertezze al compimento della vocazione, che gli fu sempre tanto cara, aiutandolo a vincere difficoltà di salute e a raggiungere la santa meta cui tanto anelava. Vestì l'abito a Tortona il 29 agosto 1936 e qui compì tutti i suoi studi (ginnasio 1936-40), liceo (1941-43), ottenendo a Novi Ligure l'idoneità magistrale nel 1945 e teologia (1946-49). Nel 1937-38 fu per il noviziato alla scuola di don Cremaschi professando per la prima volta nell'Assunta 1938: pronunciò i voti perpetui il 14 ottobre 1945.

In questi anni di permanenza nella Casa Madre, ebbe la consolazione di offrire i suoi piccoli servigi direttamente al Fondatore e a don Sterpi che lo definiva "Segretario di don Orione: buono."

Questa vicinanza con il nostro Beato e i suoi più diretti collaboratori, don Elvino la considerava e diceva determinante per il bene della sua anima e la sua perseveranza nell'Opera, il tirocinio pratico lo trascorse per tre anni presso il Piccolo Cottolengo di don Orione a Tortona e a Quarto di Genova (1942-44) continuando una sua caratteristica di lavoro umile e di impiego presso i più sofferenti e i piccoli, come aveva fatto sin dall'inizio della sua vocazione adulta.

Ordinato sacerdote a Tortona, da mons. Melchiori nella festa di san Pietro il 29 giugno 1950, esercitò il suo ministero come confessore nell'Istituto don Orione di Alessandria (1950-53), come assistente dei giovani a Gallio (1953-57) e Vicenza (1957-59) per passare poi tra i poverelli di Camaldoli e quindi al Piccolo Cottolengo di Milano.

Arrivato a Sordevolo nell'estate 1967, quale custode della Colonia estiva del Piccolo Cottolengo don Orione di Milano, da cui proveniva, seguì, prima, i lavori di ristrutturazione e ampliamento dei vecchi stabili, poi, la costruzione del nuovo grande padiglione.

Animatore spirituale dei nostri ospiti handicappati, durante l'estate, degli anziani pensionanti per il resto dell'anno.

Uomo di fede, di preghiera e tanto devoto della Madonna. Con un gruppo di amici di Sordevolo, il I sabato di ogni mese, faceva l'ora marianacon la recita del santo Rosario intero, e la meditazione per ogni singolo mistero.

Manifestava la sua fede con una tenuta diligente, scrupolosa quasi, della cappella, dei sacri arredi, dei paramenti, e, circondava di fiori e piante ornamentali la statua della Immacolata.

In ricordo del venerato fondatore don Orione, raccolse alcuni indumenti: cotta, crocefisso, ed altro, che espose in apposita vetrina nella cappella del Soggiorno di Sordevolo.

Dopo una caduta per le scale, il Venerdì Santo del 1986, da cui riportò la frattura del femore sinistro, rimase pressoché infermo. Intensificò la vita di preghiera, conservando mente lucida e cosciente, e sempre l'impegno, che gli stava particolarmente a cuore, della cura e tenuta della Cappella.

Sentendo venir meno le forze, chiese come grazia particolare che gli fosse messa la pianeta bianca: lui stesso ne fece la scelta, forse come desiderio di presentarsi al ben conosciuto giudizio del Signore in candida stola. In paese, anche la popolazione di Sordevolo partecipò al lutto e al funerale, edificata dal ricordo della sua pietà e carità.