Data del decesso: 26 Luglio 1979
Luogo del decesso: Trento
Luogo di sepoltura:
Sac. CIOLLI Paride, da Samoclevo (Trento), morto a Trento nel 1979, a 66 anni di età, 41 di Professione e 37 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Luglio - Settembre 1979:
Sac. Paride Ciolli, da Samoclèvo (Trento), morto a Trento il 26 luglio 1979, a 66 anni di età, 42 di professione e 37 di sacerdozio.
Nato a Samoclèvo (Trento) il 5 marzo 1913, era entrato in Congregazione a Toltala nel 1931 e quivi aveva compiuto gli studi .ginnasiali. Passato poi a Villa Moffa per il Noviziato, emise la prima professione il 7 novembre 1937 Segue quindi un anno di tirocinio a Roma, presso la Parrocchia di Ognissanti, quindi il ritorno a Tortona per gli studi di filosofia e teologia. Emette la professione perpetua il 25 dicembre 1940 ed è ordinato sacerdote il 4 aprile 1942.
Da allora la sua vita può dirsi un continuo e zelante servizio dei più bisognosi, siamo infatti nei tempi difficili della guerra e dell'immediato dopoguerra, quando la Congregazione specie a Roma si dedica con tanto impegno ai numerosi orfani.
Don Paride dal 1943 al 1946 è assistente alla Casa dell'Orfano di Via Induno in Trastevere dì Roma, dal 1946 al 48 è ancora in mezzo agli orfani dell'Istituto Don Orione della Camilluccia come vicerettore ed economo. Nel 1948 dopo una ricca esperienza come cappellano del campo profughi nei pressi di Roma è inviato al Piccolo Cottolengo di Monteverde accanto ai vecchietti. Con brevi intervalli a Terracina e Grotte di Castro si può dire che Don Ciolli spende un ventennio in mezzo a questi cari ospiti.
Nel suo venticinquesimo di Ordinazione sacerdotale, nel 1967 Don Zambarbieri poteva, inviandogli i più affettuosi auguri, aggiungere «Mi è .molto gradita la circostanza per dirvi la riconoscenza .della nostra famiglia religiosa, da voi amata e "servita" con generosità. Grazie della fedeltà con cui vi siete prodigato sin qui particolarmente fra i poveri e i baraccati ».
In sintesi qui c'è tutta la vita del compianto confratello che ebbe proprio come caratteristica la costante fedeltà a un servizio orionino fra i più umili, bisognosi, abbandonati.
Gioviale e sereno, malgrado la scarsa salute, lo qualificano sempre le relazioni dei suoi superiori, mettendo pure in luce la sua umiltà e sensibilità particolare ai bisogni del prossimo.
Ultimamente era ancora a servizio degli orfani a Terracina, quando un'improvvisa trombosi lo tolse dall'attività e determinò una lunga degenza all'ospedale. Trasportato, per desiderio dei familiari, nel suo Trentino, chiudeva qui la sua laboriosa giornata il 26 luglio a Trento.