Data del decesso: 25 Novembre 1977
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:
Sac. PACHIELAT Gioacchino, da Draguccio Pola (Croazia), morto a Genova nel 1977, a 56 anni di età, 37 di Professione e 25 di Sacerdozio.
Da "Atti e comunicazioni della Curia Generale", Novembre - Dicembre 1977
Sac. PACHIELAT GIOACHINO
da Draguccio (Fola), morto a Genova il 25 novembre 1977 a 56 anni di età, 37 di professione e 25 di sacerdozio.
Nato a Draguccio di Fola il 22 giugno 1921, entrò giovanissimo in Congregazione nel 1935 e professò la prima volta a Villa Moffa il 15 agosto 1940, festa della Vergine Assunta. Emise poi la professione perpetua a Genova l'11 ottobre 1948 e fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1952, a Tortona, nel Santuario della Madonna della Guardia. Caratteristiche sue costanti furono una grande semplicità veramente orionina e una profonda umiltà che lo spinsero a offrirsi sempre generosamente per ogni servizio caritativo del prossimo, non guardando a sacrifici e a rinunce personali. Nel 1953 si recò in Argentina ove fu zelante apostolo nel Santuario della Vergine di Itati, in Corrientes, passando poi alla parrocchia di Victoria (Buenos Aires) e di Puerto Mar del Plata. Fu quindi parroco a Saenz Pena nel Chaco e assistente spirituale nel Piccolo Cottolengo di Tucuman e lasciò ovunque un imperituro ricordo di amore al prossimo e di zelo pastorale.
Rientrato in patria si prodigò nel Piccolo Cottolengo di San Remo e poi all'ospedale cittadino per i poveri e sofferenti. Fu anche alla Casa di Firenze, di Via Capo di mondo, dedicandosi ai ragazzi subnormali per poi ritornare ancora a San Remo accanto agli infermi suoi prediletti. Il Signore che lo riteneva pronto per il Cielo qui lo attendeva sulla breccia per il premio eterno. Un incidente di strada fece maturare il suo olocausto con una lunga degenza all'ospedale San Martino di Genova ove per ben 45 giorni restò isolato e unito solo al Suo Dio, nella sala di rianimazione, sempre cosciente in mezzo a sofferenze che soltanto il Signore conobbe e valutò. La sua memoria resterà viva in Congregazione, quale testimonianza costante e preziosa di umiltà e di sacrificio nascosto, secondo lo spirito di Don Orione.