L’ultimo giorno dell’Assemblea, in questo 1° novembre, siamo andati in pellegrinaggio al Santuario della Vergine di Luján. È lì che, nel 1921, Don Orione rimise tutto nelle mani di Maria e da lì prese avvio la nostra storia in Argentina.
La memoria ci riporta all’anno 1921: il 20 agosto Don Orione sbarcò a Rio de Janeiro (Brasile); il 16 settembre ricevette la lettera di mons. Maurilio Silvani, segretario della Nunziatura a Buenos Aires, che lo esortò a venire in Argentina — «la seconda patria degli italiani» — e lo invitò al grandioso pellegrinaggio annuale di Luján, per predicare dinanzi a migliaia di devoti, molti dei quali italiani. Don Orione rispose con ferma decisione: «Sarò presente al pellegrinaggio, a Luján: lì, ai piedi della Madonna, comincerà la missione dei Figli della Divina Provvidenza in Argentina».
Le pratiche burocratiche ritardarono il viaggio. Dopo una sosta forzata a Montevideo, giunse a Buenos Aires la sera del 13 novembre. Si recò subito a Luján e da lì scrisse al Vescovo di Tortona, Mons. Grassi: «Oggi incomincia la mia vita nel nome del Signore… Sono stato al Santuario di Luján… Ho messo la mia vita nel Cuore di Gesù Crocifisso e non vorrei finire, ad ogni momento, di darlo alla Santa Madre Chiesa e agli orfani: questi sono i miei grandi amori, per la divina grazia».
Con questa pagina nel cuore, i membri dell’Assemblea sono tornati, 104 anni dopo, nello stesso mese di novembre, a Luján: per ricominciare abbiamo voluto tornare alla fonte, al luogo dove ebbero inizio la vita e la missione del Fondatore in Argentina.
La Santa Messa è stata presieduta da S.E. Mons. Adolfo Uriona, Vescovo orionino di Río Cuarto. Nell’omelia, Mons. Uriona ha legato la celebrazione di Tutti i Santi alla nostra vocazione orionina, indicando nelle Beatitudini la vera rotta per il tempo che ci attende: povertà evangelica, misericordia operosa, mansuetudine, cuore puro e pace vissuta nel quotidiano. Ha richiamato la bellezza della sinodalità e della collaborazione tra religiosi e laici, nota caratteristica della Famiglia Carismatica; ha ricordato che il nostro compito è «fare di Cristo il cuore del mondo», lasciandoci guidare dalla Divina Provvidenza per essere prossimi a chi è più fragile. Ha affidato alla Madonna di Luján e a san Luigi Orione il frutto del dialogo e del discernimento dell’Assemblea, perché diventi vita nelle comunità e nelle opere. E ha concluso: «Non pensiamo a un cammino di cose straordinarie, ma a vivere l’ordinario in modo straordinario, come ha proposto Papa Francesco in Gaudete et exsultate».
Dopo il pellegrinaggio a Luján, il cammino è proseguito con un breve itinerario carismatico a Buenos Aires: una sosta al porto, dove tanti migranti — e il Fondatore — approdarono; la visita alla chiesa dei Salesiani; il passaggio alla sede provinciale; e l’incontro presso la Comunità delle nostre Suore nel quartiere Congreso.
Nella mattina di oggi, 2 novembre, si celebrerà la Messa conclusiva dell’Assemblea e, nello stesso contesto, sarà approvato il messaggio finale destinato a tutta la Congregazione.
L’ottavo giorno si chiude così, da pellegrini: con lo sguardo rivolto a Maria, per custodire ciò che lo Spirito ha seminato nei giorni dell’Assemblea, e con i passi rivolti al futuro, perché — come Don Orione — anche noi possiamo dire: «qui ricomincia la nostra vita, nel nome del Signore».


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