Data del decesso: 19 Novembre 1989
Luogo del decesso: Roma
Luogo di sepoltura:
Sac. SERSANTI Mario, da Sant'Oreste (Roma), morto a Roma nel 1989, a 73 anni di età, 54 di Professione e 49 di Sacerdozio.
Da "Atti e comunicazioni della Curia Generale", Settembre – Dicembre 1989
Sac. Mario Sersanti
di Sant'Oreste (Roma), passato al Signore il 19 novembre 1989 nella Curia Generale dell'Opera in Roma, a 73 anni di età, 54 di professione religiosa e 49 di sacerdozio.
Una dipartita, la sua, veramente in punta di piedi, inattesa, motivo profondo di rimpianto in tutte le generazioni più giovani dell'Opera, avendo egli ricoperto mansioni di direzione, di guida spirituale e di insegnamento nel corso di un cinquantennio, dedicato veramente alle speranze, vocazioni e studenti, della Congregazione.
Nato l'8 settembre 1916, aveva conosciuto il Beato fondatore ancora giovanissimo, quando saliva al suo paese per far visita ai venerati arciprete Mons. Mariano De Carolis e don Germinio Abballe, di ritorno da incontri desideratissimi con i suoi pii eremiti, solitari nel silenzio e nella preghiera, nell'antico Convento della Madonna delle Grazie sul Monte Soratte.
Venne accolto nella Casa Madre di Tortona, il 13 gennaio 1928, dallo stesso Padre fondatore, che lo mandò tra i primi alunni del Seminario pro Missioni S. Antonio di Voghera, dove completò nel 1928-30, i corsi ginnasiali: con la scuola di fuoco per le sue buone inclinazioni allo studio, don Orione lo ascrisse poi al primo gruppo di prescelti per le Scuole Pontificie del Lateranense e alla Gregoriana in Roma. Così frequentò la filosofia al Pontificio Seminario Lateranense, (1930-1933) ottenendo la licenza, e la teologia alla Gregoriana (1936-40) conclusasi anche quella con la licenza. Aveva vestito l'abito sacro nel duomo di Voghera, il giorno dell'Immacolata 8 dic. 1928 e fatto il noviziato a Villa Moffa nel 1934-35, pronunciando i santi Voti la prima volta nella festa dell'Assunta 1935, regolarmente rinnovati, in perpetuo il 15 gennaio 1939, nelle mani di don Orione.
Di lui si ricorda che nell'agosto 1931 fu del gruppo, il secondo, degli otto chierici che compirono il pellegrinaggio a piedi da Roma a Tortona per la inaugurazione del Santuario della Madonna della Guardia.
Ordinato sacerdote nella parrocchiale di Ognissanti in Roma dal segretario del Vicario Mons. Pascucci il 16 giugno 1940, don Sersanti completò gli studi con un biennio all'Istituto Biblico di Roma, aiutando nelle cappellanie, per passare poi insegnante all'Istituto Filosofico di Villa Moffa di Bandito Era (Cuneo) (nov. 1942- febbr. 1945), al Teologico (Sacra Scrittura) di Rosano- Tortona e, dall'inizio scolastico 1945, ancora a Villa Moffa, dove svolse varia attività come insegnante il filosofico e maestro di spirito (1945-47), di consigliere (1947-52), di direttore (1952-55). Tornato a Tortona fu direttore del Teologico (1955-61), rimandato a Villa Moffa come insegnante, (ott. 1969) fece anche da Maestro dei Novizi (1961-69) qui rimase sino all'8 maggio 1982, quando assunse l'incarico di rettore del Santuario della Madonna della Guardia a Tortona (1982-1988), e poi quello di confessore nel Santuario della Madonna del Rosario in Pompei. In queste mansioni si pronunciò il suo deterioramento cardiaco che, nonostante le cure ricevute presso l'Ospedale dei Paolini in Albano (Roma), lo tolse inattesamente, e contro ogni speranza, all'affetto e stima di superiori e confratelli.
Caratteristico, più che per la sua minuta statura - don Orione a volte lo definì, amabilmente affettuoso: "il mio cinesino" - don Sersanti passò tra noi nell'attività silenziosa, nella pietà viva discreta e fattiva, mite, dolce, arguto ma comprensivo e sempre scusante, di buona indole, socievole, docile e amante dell'ordine, accondiscendente, serio e delicato verso tutti, esemplare. Appassionato cultore ed esecutore di musica sacra.
Nel 1961, per la festa della Madonna della Guardia, aveva pronunciato con viva gioia il giuramento di fedeltà al Papa, ripetuto, come voto, secondo le nuove disposizioni delle Costituzioni, in San Pietro a Roma il 13 agosto 1983. Così aveva, sin dal 1961, messo se stesso nelle mani dei Superiori nel caso avessero deciso di servirsi di lui nelle missioni all'estero. La sua corrispondenza, quando egli accenna a se stesso, esprime soltanto disposizione piena all'obbedienza, lieto di fare la volontà di Dio attraverso i superiori, nelle cui mani fu sempre strumento docilissimo, umile e operoso.
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