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Ricordiamo Sac. GISMONDI Benedetto

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 16 Novembre 1972
Luogo del decesso: Roma
Luogo di sepoltura: Spezzano Albanese (CS)

Sac. GISMONDI Benedetto, da S. Benedetto dei Marsi (L'Aquila), morto a Roma nel 1972, a 71 anni di età, 52 di Professione e 40 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", Gennaio - Marzo 1973

Sac. Benedetto Gismondi
da San Benedetto dei Marsi (L'Aquila), morto a Roma il 16 novembre 1972, a 71 anni di età, 52 di Professione e 40 di Sacerdozio. 

da S. Benedetto dei Marsi (L'Aquila), morto al Centro Mutilatini di Don Orione in Roma il 16-11-1972, a 71 anni di età, 52 di professione religiosa e 40 di sacerdozio.

Fu accolto da Don Orione con gli orfani del terremoto della Marsica del 1915. Il Fondatore riconobbe nel piccolo apprendista calzolaio i segni di una speciale vocazione missionaria.

Nel 1920 fece il noviziato a Cassano Jonio  nel 1927 si recava in Palestina assieme a Don Adagilo e Fra Giuseppe; passò poi nella Casa di Rodi (Egeo) ove rimase fino al 1932.

Ordinato sacerdote da Mons. Grassi Vescovo di Tortona, il 20-2-1932, ricoperse la carica di Direttore alla Colonia S.Maria di Roma (1932), a S. Oreste (1932-35), a Campocroce (1935-40) di Vice Direttore ad Alessandria (1940-41), a Rodi (1941-49) di Direttore a Sulmona (1950-51) a Grotte di Castro (1951-53), a Cuneo (1953-54), a Sulmona (1954-60) di Parroco a Spezzano Albanese (1960-72),

A Spezzano, come in tutte le altre Case in cui lavorò, si acquistò la benevolenza dell'intera popolazione, che ne ha reclamato la salma, tributandole onoranze trionfali.

Don Gismondi, semplice, generoso, e di grande spirito di sacrificio, appartiene alla categoria di quei Religiosi che Don Sterpi soleva chiamare «di buon conto», cioè di coloro che non conoscono difficoltà e che sono sempre disponibili. Attaccatissimo alla Congregazione, rimane una delle figure esemplari e tipicamente orionina dei tempi eroici della nostra Famiglia religiosa.


Da "Don Orione" n.17 - 1 dicembre 1972    

L'anno centenario, ormai verso la conclusione, ha ancora riunito a Don Orione uno dei suoi figli più fedeli e affezionati. Stroncato da improvviso malore ci ha lasciati il 16 novembre, nell'Istituto per poliomielitici di Monte Mario (Roma) ove si trovava di passaggio, Don Benedetto Gismondi, da 12 anni zelantissimo Parroco di Spezzano Albanese.

Nato a San Benedetto dei Marsi il 3 giugno 1901 era rimasto orfano durante il terremoto della Marsica del 1915 e la Provvidenza lo aveva allora fatto incontrare con Don Orione che subito riconobbe in lui, piccolo apprendista calzolaio, i segni di una speciale vocazione e le doti per essere un futuro apostolo e missionario. E tale infatti fu Don Benedetto che, compiuto il Noviziato a Cassano Jonio nel 1920, nel 1927 si recava in Palestina con Don Adagilo e Fra Giuseppe, passando poi nella Casa di Rodi ove rimase fino al 1931. Ordinato Sacerdote da Mons. Grassi in Tortona il 20 febbraio 1932, fu successivamente Direttore a S. Oreste, Campocroce, Sulmona, Grotte di Castro e Cuneo. Fu anche a Rodi una seconda volta dal 1941 al 1949 durante i difficili anni della guerra e dell'esodo

A Spezzano, ultima sua sede, era in grande venerazione presso Autorità e popolo, che ne hanno subito reclamato la salma.

Don Gismondi, semplice, cordiale, attaccatissimo alla Congregazione, rimane una di quelle figure tipicamente orionine proprie dei tempi eroici della nostra Famiglia religiosa che, purtroppo, si fanno sempre più rare. Santa semplicità unita, a immenso spirito di sacrificio e dedizione ai poveri, ai malati costituiscono davvero quelle linee della sua « ascetica » che riproduce così da vicino quella purissima del Fondatore.


Don Giuseppe Zambarbieri in "Atti e Comunicazioni", Gennaio - Marzo 1973, p.19: 

Don Benedetto Gismondi: è morto a Roma il 16 novembre per improvviso collasso cardiaco, presso il Centro Don Orione della Camilluccia, dove si trovava da qualche giorno per accertamenti. Era stato operato di prostata qualche anno fa a Varallo e si era ri­preso benino, tanto che aveva potuto ritornare a Spezzano Alba­nese e svolgervi la sua infaticabile attività pastorale specie tra i malati. Questa estate la sua salute aveva avuto una nuova fles­sione, ma nessuno pensava fosse così vicino al rendiconto. La sua repentina scomparsa ci ha, così, presi tutti di sorpresa e soprat­tutto ha suscitato un universale, unanime rimpianto. Dovunque la Provvidenza lo aveva destinato, aveva saputo cattivarsi la fiducia e la simpatia di tutti, sempre e ovunque, per la sua semplicità, per quella naturale bontà che lo portava a diventare subito amico, so­prattutto dei piccoli, degli umili, dei malati; per uno spirito squisi­tamente evangelico di servizio che lo rendeva disponibile a chiun­que avesse bisogno, su qualunque sponda militasse, a qualsiasi fe­de appartenesse. Così ovunque, in oriente negli anni che fu a Ro­di e in Palestina; così, più recentemente a Sulmona e soprattutto a Spezzano Albanese, dove la sua morte è stata un lutto per ogni famiglia e autentico « lutto cittadino » come tale ufficialmente di­chiarato dalla stessa amministrazione comunale social comunista. Una decina di manifesti — dal Clero diocesano, alle Associazioni, alle scuole ed enti — hanno partecipato l'annuncio della sua scom­parsa e quando la salma è stata trasportata a Spezzano per le estreme onoranze e la sepoltura — domenica 19 novembre — ha riscosso un plebiscito di cordoglio, di suffragi, di testimonianze di cui il paese non ricordava l'uguale. Veniva da pensare spontanea­mente — e segno la considerazione come mi viene ora dal cuore — al premio che il Signore riserva anche su questa terra ai sem­plici: pur senza aver molta cultura, sanno conquistare le anime, abbracciare tutti con una bontà che non conosce barriere e diven­tano con l'integrità della vita, con una carità che sa farsi tutto a tutti, strumento di salvezza per i fratelli.


"Atti e Comunicazioni", Gennaio - Marzo 1973, p. 74

Da due lettere di don Benedetto Gismondi

Genova, 25 novembre 1969

... Ringraziando il buon Dio e la Vergine SS., vado sempre meglio. A Tortona, dove ho trovato un'accoglienza fraterna, mi sono fermato una settimana; mi sarei fermato di più se il tempo si fosse mantenuto buono. A Genova sono venuto il giorno 22: mi ha accompagnato don Maragno che ha assistito don Ghiglione che va rimettendosi bene. Mi trovo a Paverano, dove tutti i confratelli incominciando dal Direttore don Parodi mi hanno fatto una buona accoglienza. Com'è bella la vita di congregazione quando s'incontrano simili confratelli. Allora veramente possiamo ripetere quell'« Ecce quam bonum et quam ;ucundum habitare fratres in unum ». Mi fermerò a Genova una decina di giorni e dopo verrò a Roma per una settimana, e poi a Dio piacendo ritornerò al mio campo di lavoro. La ringrazio tanto della sua grande benevolenza ... Tutti i giorni la ricordo e nelle mie preghiere e nella Santa Messa. Mons. Angelo come sta? me lo voglia tanto salutare e che mi benedica ...

 Dev. Don Benedetto Gismondi, F.D.P

Spezzano Albanese, 22 agosto 1972

... Torno oggi dall'ospedale e, ringraziando il buon Dio ed il nostro amato padre Don Orione, tutto è andato bene: ne sia benedetta la V ergine SS. Quante premure mi hanno usato. Tornando ho trovato la sua cara lettera, che mi ha portato tanto ma tanto conforto. Grazie delle preghiere che ha fatto e che farà ai piedi della nostra cara Madonna della Guardia. Col ringraziamento va il quotidiano ricordo nella preghiera. Il Signore le ottenga tutte quelle grazie che il suo cuore può desiderare a bene della nostra congregazione. I suoi scritti mi portano tanto conforto La ringrazio ancora. Mi dispiace del carissimo don Fausto; se mi farà avere l'indirizzo mi farebbe un grande piacere. Pregherò tanto per lui. Ossequi dai confratelli. Mi voglia salutare tutti i superiori. Mi benedica

 Dev. Don Benedetto Gismondi, F.D.P.

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