Data del decesso: 6 Novembre 2001
Luogo del decesso: Łaźniew (Polonia)
Luogo di sepoltura:
Sac. PILATOWICZ Kazimierz, da Szczawin – Warszawa, morto a Łaźniew (Polonia) nel 2001, a 81 anni d’età, 62 di Professione e 53 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", n.206, Settembre - Dicembre 2001
Sac. Kazimierz PILATOWICZ
Tornato al Signore il 6 novembre 2001, in Lazniew (Polonia), a 81 anni d’età, 62 di professione religiosa e 53 di sacerdozio.
Nacque il 3 marzo 1920 a Szczawin, presso Plonsk (Polonia), da Roman e Kazimiera Placiszewska che ebbero altri due figli e due figlie. Negli anni venti la famiglia si trasferì a Varsavia, dove il padre, come vetraio trovò buon lavoro nello sviluppo della capitale.
Dal 1927 Kazimierz frequentò la scuola elementare e ginnasiale a Varsavia, dove conseguì la promozione alla terza classe. Nell’agosto 1935, nella domanda per il Seminario Minore orionino a Zdunska Wola scrive: “…già da tre anni desidero con tutto il cuore diventare sacerdote e servire il Signore Gesù.”. Nell’autunno del 1937 iniziò il noviziato con altri undici compagni;.per disposizione dell’abate Emanuele Caronti, allora Visitatore Apostolico della giovane Congregazione, lo continuò in Italia, ove giunse nel febbraio 1938, concludendolo con i primi voti religiosi nelle mani del Beato fondatore Don Orione (23-4-1939). Fece poi lo studio della filosofia presso la Casa Madre in Tortona (1939-1941). Non potendo egli tornare in Patria, a causa della guerra in corso, in segno di fiducia, i Superiori lo destinarono per il tirocinio a fare l’assistente dei novizi a Villa Moffa di Bra (Cuneo) dal 1941 al 1944. Passò poi a Rosano di Casalnoceto per il primo corso della teologia, completata a Tortona nel nostro seminario (1944-1948).
Emise la professione perpetua il 14 ottobre 1945. Il 29 giugno 1948 ricevette l’ordine del Presbiterato insieme a don Kazimierz Baraszkiewicz, don Kazimierz Pokladek e don Józef Kubicki, sopravvissuto al campo di concentramento. Dopo l’anno di pastorale al Castello di Burio, nel 1949 ritornò in Polonia.
Il suo apostolato in patria cominciò come educatore degli orfani a Lazniew e nel nostro istituto di Varsavia (1949-1951). Don Pilatowicz aveva il dono di dialogare con i giovani godendone prestigio e indirizzandoli al bene. Dal 1951 al 1967 lavorò a Zdunska Wola. Per un anno, fu assistente nel noviziato e prefetto dei chierici, tenendo tra l’altro, conferenze ascetiche molto interessanti per i seminaristi, favorito in ciò dalla precedente esperienza di Villa Moffa in Italia.
Nel 1952, quando dalle autorità comuniste fu chiuso il nostro Seminario Minore a Zdunska Wola, con un permesso speciale dai Superiori di Roma divenne insegnante di filosofia nel nuovo Seminario Maggiore Orionino in costruzione. Dal 1958 al 1965 fu pure Consigliere provinciale nonché confessore di varie comunità religiose femminili. Nel 1967 divenne superiore della comunità a Wloclawek con compiti di catechesi.
Partecipò a vari Capitoli con apporti positivi e durante il VI Capitolo Generale del 1969, primo non italiano degli orionini, fu eletto Consigliere generale; rimase dodici anni a Roma.
Delle sue molte relazioni e conferenze tenute, ne abbiamo solo una stampata: “Don Orione e la Polonia” (Quaderno 50, Tortona 1981). Nel 1981 tornò in patria nel difficile periodo del colpo di stato. Fu destinato nella parrocchia di Kalisz -Polna, consigliere e catechista, e l’anno dopo direttore a Zdunska Wola (1982-1983).
Dal 1983 al 1987 fu Maestro dei novizi nella nuova sede di Warszawa-Anin. Dopo un triennio nella casa di Via Barska, a Varsavia, come collaboratore, passò alla comunità di Wloclawek, rendendosi utile nel ministero parrocchiale. Da allora, sempre più spesso ebbe problemi alle gambe, con paresi progressiva, che lo costrinse prima alla carrozzella, poi all’immobilità del letto, fino alla chiamata del Signore.
Gioviale, ottimista, di sacrificio, pronto al dialogo, s’impegnò nel trasmettere ai confratelli e ai giovani polacchi, gli esempi e gl’insegnamenti del Beato Fondatore, che ebbe la grazia di conoscere, vivendone poi il carisma, pur nelle mutevoli condizioni sociopolitiche della Polonia.
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