Data del decesso: 24 Luglio 1975
Luogo del decesso: Azzano Mella (Brescia)
Luogo di sepoltura:
Sac. FALAPPI Giovanni, da Azzano Mella (Brescia), morto ad Azzano Mella nel 1975, a 65 anni di età, 40 di Professione e 36 di Sacerdozio.
Da Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia, Luglio - Settembre 1975
Sac. GIOVANNI FALAPPI
da Azzano Mella (Brescia), morto ad Azzano Mella il 24 luglio 1975, a 66 anni di età, 41 di professione e 36 di sacerdozio.
Era nato il 20 novembre 1909, da famiglia profondamente cristiana. Vocazione tardiva, si era sentito attratto alla vita religiosa, mentre prestava servizio militare presso la caserma di Tortona. Desideroso di appartenere alla Congregazione, fu accettato e inviato a Roma dove fece le prime prove quale portinaio e studente: qui vestì l'abito per mano del Card. Segura, Primate di Spagna, il 19 novembre 1933. Dopo l'anno di noviziato trascorso a Tortona, presso la Casa Madre, ritornò all'Istituto Divin Salvatore in Roma, ove completò i suoi studi. Fece i voti perpetui (29 agosto 1937) rivelando buone attitudini di religioso pio, docile e zelante nell'apostolato. Giunse così al presbiterato conferitogli I'8 aprile 1939; nell'ottobre successivo ottenne la licenza in sacra teologia, ed il 13 aprile 1940 venne inviato in Argentina, dove fu anche maestro dei novizi. Dopo oltre due lustri rivide l'Italia il 14 agosto 1952, applicato soprattutto all'educazione della gioventù.
Così fu a Gallio (Vicenza) ne! 1952, e l'anno scolastico 1953-54, nell'Istituto Don Orione di Alessandria. Poi nella Villa Eremo di Varallo Sesia (dal 1954 al 1956) quindi nel Piccolo Cottolengo di S. Remo.
Dal 1958 al 1959 fu alla Casa Madre di Tortona, poi ancora a Varallo e Fubine, al Piccolo Cottolengo di Genova (ai Camaldoli e alla Castagna), impegnato nella cura dei fratelli anziani ed infermi.
Negli ultimi anni venne purificato da patimenti soprattutto interiori, cui si aggiunsero sofferenze fisiche accettate con spirito di fede soprattutto nel lungo periodo di degenza all'Ospedale Galliera di Genova. In occasione dei funerali ebbe una imponente testimonianza di affetto da tutta la comunità parrocchiale, con grande conforto anche per i suoi familiari che lo avevano assistito sempre affettuosamente nella malattia.
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