Data del decesso: 5 Novembre 1978
Luogo del decesso: Morada Nova (Brasile)
Luogo di sepoltura:
Sac. SCAVONE Giacinto, da Agira (Enna), morto a Morada Nova (Brasile) nel 1978, a 63 anni di età, 40 di Professione e 30 di Sacerdozio.
Da "Atti e comunicazioni della Curia Generale", Ottobre - Dicembre 1978
Sac. Giacinto SCAVONE
Da Agira (Enna), morto a Morada Nova (Brasile) il 5 novembre 1978 a 63 anni di età, 40 di Professione e 30 di Sacerdozio.
Entrato diciottenne presso l'Istituto S.Antonio di Reggio Calabria nel 1933, passava a Tortona nel gruppo particolarmente caro a Don Orione, dei «carissimi», gli aspiranti che studiavano e lavoravano.
Era divenuto sacerdote il 29 giugno 1948 nel Santuario della Madonna della Guardia, dove tre anni fa aveva avuto il conforto di celebrare la sua Messa d'argento.
Dal 1949 al 1960 si prodigò in Brasile: a Rio de Janeiro, a Belo Horizonte, ad Ouro Branco e nella poverissima parrocchia di Morada Nova. Tornato in Italia per essere vicino alla mamma e alla sorella gravemente inferme, vi rimase un decennio lavorando, con la consueta generosità e giovialità, nelle case di Messina, Noto, Palermo e Paterno.
Dopo la morte della mamma e della sorella, chiese nel 1973 di rientrare in Brasile, terra da lui tanto amata, e dal 1975 era nuovamente responsabile della parrocchia N S. di Loreto a Morada Nova, fra buona ed umile gente che aveva salutato il suo ritorno come una benedizione.
Religioso fedele e zelante, affezionato come pochi ai Servi di Dio Don Orione e Don Sterpi, ha meritato di morire d'in piedi come il venerabile Fondatore. La domenica 5 novembre solennità liturgica, in Brasile, di Tutti i Santi aveva celebrato la Messa festiva e, nella omelia, aveva richiamato il dovere di vivere santamente per essere pronti all'incontro con il Signore nell'ora della morte. (Il tema della morte gli era abituale e ultimamente vi accennava con particolare frequenza). Sul mezzogiorno disse di sentirsi meno bene, ed assaggiò appena il cibo che gli era stato preparato. Si era ritirato per un po' di riposo, quando, colpito da violento infarto, tornava improvvisamente al Signore, senza che i parrocchiani, subito accorsi, potessero fare nulla per lui, se non affidarlo alla Madonna di Loreto, dì cui era tanto devoto. La Congregazione ha perduto in Padre Giacinto uno dei confratelli migliori.