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Ricordiamo Sac. CAVALIERE Ferdinando

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 21 Luglio 1976
Luogo del decesso: Roma
Luogo di sepoltura: Roma, Cimitero del Verano

Sac. CAVALIERE Ferdinando, da Vescovana (Padova), morto a Roma nel 1976, a 61 anni di età, 39 di Professione e 36 di Sacerdozio.


  Da "Atti e comunicazioni della Curia Generalizia", n.2 aprile - giugno 1976

Sac. Ferdinando Cavaliere

da Vescovana (Padova), morto a Roma il 21 luglio 1976, a 61 anni di età, 39 di Professione e 36 di Sacerdozio. Riposa a Roma Verano.

Nato a Vescovana (Padova) il 27 luglio 1914 e ultimate le scuole elementari al paese natio, entrava il 5 maggio 1925 nel Collegio Manin di Venezia incontrandosi così con la famiglia religiosa di Don Orione.

Nel predetto nostro Collegio frequentava le classi VI, VII, VIII secondo il vigente regolamento scolastico e, manifestando chiari segni di vocazione sacerdotale e amore alla nostra Congregazione, passava nel 1929 all'Istituto apostolico di Voghera ove espletava il biennio del ginnasio superiore.

Dotato di vivacissima intelligenza e ottima volontà nello studio, veniva inviato dai Superiori a Roma per frequentare la Pontificia Università Gregoriana, risiedendo nell'Istituto Divin Salvatore di Via Sette Sale. Dal 1930 al 1933 compiva gli studi liceali e filosofici conseguendo la Licenza in Filosofia. Dal 1933 al 1940 espletava il completo corso teologico laureandosi brillantemente in sacra Teologia.

Nell'anno 1935-1936 interrompeva gli studi per compiere regolarmente il suo anno di noviziato, emettendo la prima professione in data 7 ottobre 1936. Tre anni dopo, il 21 dicembre 1939, emetteva la professione perpetua e veniva ordinato Sacerdote il 21 aprile 1940.

La sua vita sacerdotale fu caratterizzata da zelante attività nel campo della formazione, della pastorale e degli studi, illuminata da profondo spirito di pietà e serietà di preparazione che lo portò a una non comune competenza, soprattutto nel campo teologico morale.

Dal 1940 al 1942 fu docente di Teologia dogmatica alla Casa Madre di Tortona e nello stesso tempo insegnante di Filosofia presso il Collegio San Giorgio di Novi Ligure.

Dal 1942 al 1945 ebbe da Don Sterpi il delicato compito di dirigere l'Istituto pastorale « Mater Dei » per sacerdoti novelli presso il Castello Burio di Costigliole d'Asti.

Dal 1945 al 1948 fu Maestro dei novizi a Villa Moffa di Bra, per poi riprendere nel biennio 1948-1949 la direzione del Castello Burio.

Dal 1949 al 1953 espletò l'ufficio di Padre Spirituale presso il Teologico di Tortona. Seguì poi lo speciale incarico di dirigere i nostri Eremiti, con residenza sul Monte Soratte e stendere un nuovo regolamento che meglio ne garantisce l'interiorità di vita e lo spirito penitenziale (anni 1953-56).

Nel 1957 risiede con speciali incarichi presso la Casa Generalizia a Roma. L'anno seguente lo vede nuovamente direttore dei chierici in Via Sette Sale, finché nel 1958-1959 riprenderà l'ufficio di direttore dell'anno di pastorale, ma con sede presso l'Istituto San Filippo Neri di Roma.

L'ultima parte della sua vita si può dire trascorsa quasi totalmente presso l'Istituto Teologico a Tortona e quindi a Roma dopo il capitolo del 1969. Prima professore di Teologia morale, diviene direttore dello stesso Teologico dal 1969 al 1972.

Dal 1972 al 1975, pur mantenendo una cattedra al Teologico, è Maestro dei novizi italiani e spagnoli presso il noviziato di Villa Borgia a Velletri. Dopo il Capitolo del 1975 che, come quello del 1969 lo ebbe fra i membri più quotati ed efficienti, ebbe l'incarico di dirigere il nuovo Istituto centrale di Formazione permanente, mantenendo pure l'ufficio di docente e Padre spirituale al Teologico di M. Mario a Roma.

Religioso dottissimo, animatore apprezzato nelle commissioni dei Capitoli generali, ricercato predicatore di corsi d'Esercizi al Clero e alle Suore in Italia e all'estero, D. Cavaliere ci ha lasciato non pochi preziosi studi sui più recenti argomenti di vita religiosa e pastorale. Numerosi pure i suoi articoli sul Bollettino «Don Orione» ove trattò di moderni scottanti problemi morali e sociali.

Alla sua mano e al suo pensiero si deve gran parte dei documenti dei recenti due Capitoli, nonché delle stesse nostre Costituzioni.

Due anni or sono il Vicariato di Roma, riconoscendo i suoi speciali meriti, gli conferì, in pubblica riunione, l'onorificenza della Lavagna d'oro.


Don Ignazio Terzi, a conclusione della circolare pubblicata in "Atti e comunicazioni della Curia Generalizia", n.2 aprile - giugno 1976

Ultimata già la stampa del presente numero degli Atti,  ci giunge improvvisa anche se purtroppo attesa, la notizia che il  carissimo Don Cavaliere e ritornato al Signore. La Congregazione tutta non può non inchinarsi riconoscente ed edificata davanti alla rara figura di questo santo e dottissimo sacerdote che ha speso l’intera vita nel delicato campo della formazione spirituale e dottrinale dei confratelli chierici, eremiti e sacerdoti novelli.  Gli ultimi suoi giorni — ho avuto la grazia di visitarlo spesso — hanno davvero coronato e suggellato una vita di intensa pietà.  In continua orazione, in lieta e fiduciosa attesa dei Divini Voleri si può dire che Don Cavaliere e stato fino all’ultimo respiro un grande indimenticabile Maestro.  La pubblicazione già stampata su questi Atti del II studio sulla «Vita comunitaria» valga anche come omaggio concreto alla Sua memoria e sia letta con la venerazione che merita.  Mi si consenta dopo il filiale riconoscente omaggio alla figura di Lui, già mio Superiore al Castello di Burio, di esprimere un pubblico grazie a quanti lo hanno amorevolmente assistito nell’ultima malattia, i Superiori e confratelli del Teologico, le Rev.de  Suore Clarisse sue nipoti, i medici e le religiose di Villa Claudia  e i membri di tanti Istituti religiosi e secolari che da lui beneficati  spiritualmente in vita, hanno voluto tributargli riconoscenza  di pie visite e preghiere.  

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