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Ricordiamo Nov. Pitram LAKRA

Qualifica religiosa: Novizio
Data del decesso: 9 Novembre 2021
Luogo del decesso: Guaribidanur (India)
Luogo di sepoltura: Darupisa (Chattisgarh - India)

Deceduto il 9 novembre 2021 a Guaribidanur (India), a 24 anni di età e 3 mesi di Noviziato. Apparteneva alla Delegazione "Mother of the Church".


Annuncio del decesso del Nov. Pitram Lakra

Famiglia orionina: È deceduto il novizio LAKRA Pritam

Il Novizio e morto, oggi, 9 novembre 2021 a Guaribidanur (India), a 24 anni di età e 3 mesi di Noviziato.

Ancora una volta il Signore ci ha visitato. È giunta la triste notizia che un giovane confratello, novizio indiano, è deceduto improvvisamente mentre giocava a pallone con i suoi compagni. Il giovane si chiamava Pritam Lakra di 24 anni dello stato di Chattishgarh, nell'India centrale. Assieme agli altri nove novizi stava svolgendo l'anno di preparazione per la Consacrazione al Signore, ma il Signore se l'è preso prima del tempo.

Il libro della Sapienza ci dice che il Signore l'ha chiamato giovane perché l'ha trovato pronto. Anche Don Orione ha delle parole molto forti e commoventi parlando di qualche giovane confratello venuto a mancare. Infatti, il 19 aprile 1920, dopo la morte di un giovane chierico, ha scritto delle parole che oggi possono esprimere anche i nostri sentimenti:

Benediciamo al Signore nella afflizione e angustia del cuore, come nella più grande consolazione. (…)  Vengo col cuore affranto sì, ma rassegnato alla santa volontà di Dio, e, più che a cercate, sono a voi, o miei figliuoli nel Signore, per darvi conforto. Ricordiamoci sempre che, come senz'acqua non fiorisce la terra, così l'umile Congregazione nostra non fiorirà senza molte lagrime. (…) Tuttavia, è un dolore grande! Ma non siamo di quelli che seguono Gesù solo fino allo “spezzare del pane”, andiamo avanti come il nostro, fratello, sempre avanti fino a bere il calice della passione, se vogliamo avere parte con Cristo. (…)  Non ci spaventino le prove, non le tribolazioni, non i dolori; alle anime e alle opere che Iddio ama, moltiplica tribolazioni e dolori. Le opere del Signore tutte, o quasi, nascono tra il dolore e si fortificano nel dolore; e i dolori più profondi fanno le gioie più alte e più sante. Solo dobbiamo saper nascondere le nostre lagrime nel Cuore aperto di Gesù Crocifisso, e cercare di cavarne emendazione sincera ed umile di vita, e utilità con virtù religiose; e specialmente da questi segni, da queste morti, da queste chiamate di Dio vediamo di comprendere bene, e interiormente, ciò che Iddio vuole da noi e dalla nostra umile Congregazione. Chi è tiepido, si infervori; chi ha bisogno di conversione, si converta; un religioso convertito è mille volte di maggior gaudio in cielo che novantanove giusti che si salvano perché il bene ch'esce dal male, è bene più grande. (…) Preghiamo, tuttavia, molto per l'anima di Lui, affinché il Signore accetti nella sua infinita misericordia il sacrificio della sua vita con tutti i dolori che lo precedettero e lo compirono, come lavacro di purificazione, e applichi a lui i meriti della sua Passione e della sua Morte, e non disdegni le umili preci che innalzeremo sempre pel nostro fratello. (Lettere I, pag. 161-174).

In momenti come questo, è solo la Fede che ci può sostenere ad accettare una cosa umanamente inspiegabile. Vogliamo essere vicini alla famiglia e anche ai confratelli indiani, specialmente quelli della comunità del noviziato di Gauribidanur perché sappiano vivere questi momenti con Fede, in unione al Signore, in abbandono alla sua Santa volontà.

A Don Orione le ultime parole: "Va, va dunque contento, o figliuol mio, mentre sulla terra corre un soffio che sa di bufera. Va a raccogliere ciò che hai seminato! Va avanti con gli altri nostri, che già sono in Paradiso. Hodie sit in pace locus tuus, et habitatio tua in sancta Sion. E prega, e pregate insieme per noi, e preparate anche a noi un seggio, ma bello, ma splendido, ma alto, vicino a Dio, ai piedi della Madonna! Noi non vogliamo stare che attendendo la nostra chiamata, vigilanti, operosi, “con fianchi succinti” e, in mano, “le lampade ardenti”. Dormi, dunque, in pace, dormi con Cristo che ti benedico ancora, che ti benedirò sempre, o figlio mio! Requiescat in pace! Il vostro aff.mo in Gesù Cristo, Sac. Luigi Orione, della Divina Provvidenza."


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", 2021 n. 264:

Deceduto il 9 novembre 2021 a Guaribidanur (India), a 24 anni di età e 3 mesi di Noviziato. Apparteneva alla Delegazione "Mother of the Church"

Pritam Lakra è nato il 06 novembre 1997 nel villaggio di Darupissa, di­stretto di Kunkuri, in India nello stato di Chhattisgarh. Era il più piccolo di tre fratelli. Suo padre è deceduto quando lui era ancora un bambino. Il nome di sua madre è Anita Lakra, i suoi fratelli sono Prem e Prince. La sua lingua madre era il Kurukh. È cresciuto nel suo piccolo villaggio dove ha anche fatto le scuole elementari e medie, sempre molto attivo nella sua parrocchia dedicata a S. Monica.

Nell'anno 2014 è entrato in congregazione, prima per l’anno di aspiran­tato nel seminario di Maria Sadan, a Bangalore, Karnataka. Successivamen­te ha frequentato i 2 anni del corso pre-universitario (Liceo) nel seminario di Vangalapalli, Warangal, nello stato del Telangana. Dopo il corso Pre-u­niversitario si è trasferito in Kerala, nell'anno 2017, per l’anno di discerni­mento vocazionale. Successivamente ha fatto gli studi filosofici a Bangalore frequentando l’Università Salesiana Kristu Jiyoti dal 2018 al 2021.

Il 29 giugno 2021 ha iniziato l’anno di noviziato a Gauribidanur a 90 km da Bangalore nel seminario St. Joseph Nivas appena inaugurato.

Il 9 novembre 2021, mentre giocava a calcio assieme ai suoi compagni, si è improvvisamente accasciato al suolo a causa di un arresto cardiaco; i soccorsi medici giunti prontamente lo hanno trovato già deceduto. Aveva compiuto appena 134 giorni di noviziato.

Il funerale si è svolto l'11 novem­bre 2021 nella sua città natale (Darupissa).

Gli piaceva la musica, danzare, dipingere, oltre che giocare a hockey e a calcio. Partecipava con passione a tutte le attività della comunità senza te­mere di presentare con creatività le sue idee. Era gentile nel parlare, sempre sorridente, desideroso di condividere con gli altri le sue esperienze di vita e le sue avventure. Qualsiasi lavoro che gli veniva affidato lo eseguiva alla perfezione. Aveva una mente aperta, sognando di poter viaggiare per im­parare cose nuove, ma al tempo stesso sapeva mettersi in silenzio da solo in cappella per passare del tempo in preghiera. Nel rapporto con i compagni si sentiva libero ma vicino, sapeva ascoltare e consigliare ed era considerato da tutti un vero amico.

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