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Ricordiamo Fr. CHIOCCHIA Domenico

Qualifica religiosa: Religioso Fratello
Data del decesso: 20 Luglio 1986
Luogo del decesso: Voghera (Pavia)
Luogo di sepoltura: Voghera (Pavia)

Fr. CHIOCCHIA Domenico, da Caraglio (Cuneo), morto a Voghera (Pavia) nel 1986, a 73 anni di età e 47 di Professione.


Da "Atti e comunicazioni della Curia Generale", luglio - ottobre 1986

Coadiutore Domenico Chiocchia
da Caraglio (Cuneo), morto a Voghera (Pavia) il 20 luglio 1986, a 74 anni di età e 47 di   professione. Riposa nell’ossario del cimitero di Voghera.

Nativo di Caraglio (Cuneo) - 6 ottobre 1912 - venne all'Opera da numerosa famiglia il 23 settembre 1937 con l'unica risorsa di buone capacità lavorative nell'arte del calzolaio. Mite, semplice, rispettoso, trovò in Congregazione il clima adatto alla sua personalità umile e schiva ma generosa e piena di volontà di rendersi utile come fratello coadiutore. Ebbe la consolazione e il privilegio di conoscere il Beato Fondatore e Don Sterpi e gli altri loro Successori, dei quali godette la fiducia e la paterna stima.

Compiuto il noviziato nell'anno 1938 - '39, sotto la guida del venerato Don Giulio Cremaschi, fece la sua prima professione religiosa nella festa di Maria Ausilìatrice del 1939 e quella perpetua nella solennità della Madonna Assunta 1944 nel Santuario della Guardia in Tortona. Dopo un periodo trascorso nel Villaggio della Carità ai Camaldoli di Genova, passò nel Seminario minore di Montebello e successivamente in quello di Vigevano: nel 1943 venne destinato al Seminario pro Missioni S. Antonio di Voghera, che fu la sua Casa amata e servita per un quarantennio. Non fornito di studi, avendo compiuto soltanto le elementari e cagionevole di salute, pio, coscienzioso e tutto dedito e interessato per il bene della Casa, divenne esempio di osservanza e di carità per i giovani aspiranti e i confratelli, mentre la sua dedizione, costante e sorridente, ai più umili uffici e in modo speciale alla questua lo rese familiare ai cittadini Vogheresi e ai generosi benefattori della campagna. «La sua persona - scrivevano i giornali locali - è divenuta, in questi lunghi anni trascorsi tra noi, quasi una istituzione, tanto è stata legata alla vita del seminario e più recentemente alla parrocchia San Pietro, dove continuò il suo lavoro rendendo la sua figura assai popolare in città. Chi non conosce questo "pretino" basso, grassottello, sempre allegro e faceto, che si presenta a far gli auguri di Buon Natale, augura il buon Anno con il nuovo calendario e la Buona Pasqua con l'olivo benedetto, porta la candelina colorata della Candelora, chiede e raccoglie i doni per la pesca di beneficenza, va avanti e indietro per la questua del grano e del riso e poi tante e tante altre cose che lo rendono prezioso e insostituibile? La sua conoscenza è un buon lasciapassare e una garanzia per incontrare subito cordialità e aiuto. Ma la sua vita di religioso esemplare e di uomo di preghiera assicura la benedizione divina sulla sua Casa, che, in questo quarantennio, esprime a lui la lode e la riconoscenza imperitura ».