Data del decesso: 11 Settembre 1958
Luogo del decesso: Napoli
Luogo di sepoltura:
Sac. FILIA Salvatore, da Bolotana (Nuoro), morto a Napoli nel 1958, a 75 anni di età, 10 di Professione e 51 di Sacerdozio.
Da "Atti e comunicazioni della Curia Generalizia", Luglio - settembre 1958:
L'11 settembre 1958 spirava improvvisamente, al Piccolo Cottolengo di Don Orione di Napoli, il Confratello Sac. FILIA Salvatore. Nacque a Belotana (Nuoro) il 30 agosto 1883. Fu ordinato sacerdote nel 1907. Entrò in Congregazione nel settembre del 1946. Emise la sua prima Professione religiosa a Villa Moffa l'11 ottobre 1947 Dedicò tutto se stesso al bene degli orfani, negli Istituti e all'apostolato parrocchiale.
In "La Piccola Opera della Divina Provvidenza", dicembre 1958:
Sacerdote Salvatore Filia
Ordinato Sacerdote il 22 settembre 1907 a Sassari, da S. E. Mons. Parodi, era passato, nel 1915, dalla Diocesi al Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano, ed era stato inviato nelle Missioni della Cina. Ritornò in patria nel 1932; dopo qualche anno trascorso nella diocesi di Oristano, si trasferiva in quella di Gorizia, ove assolveva diversi incarichi, quali la direzione della Pia Casa Maria Bambina in Pieris d'Isonzo, l'Orfanotrofio S. Antonio, la Casa Pio X pei figli dei carcerati (1940-1946).
Entrò in Congregazione, accolto dal Rev.mo Don Pensa, nel settembre 1946. Compiuto il suo Noviziato a Villa Moffa, nell'ottobre 1947 passava all'Istituto Artigianelli di Venezia, indi, nel dicembre dello stesso anno al Probandato di Patrica quale Confessore. Prestava poi per qualche anno (1950-1952) opera di ministero presso il Santuario dell'Incoronata di Foggia. Trasferito a Roma, lavorava successivamente nella Parrocchia di Ognissanti, al San Filippo, e all'Eremo del Monte Soratte, a S.Oreste di Roma. Nel 1954 tornava a Foggia, nella Parrocchia di S. Maria della Croce. Da ultimo, dopo breve permanenza negli Istituti della Camilluccia di Roma, veniva assegnato alla Casa di Napoli.
Di temperamento arguto, era entusiasta delle Missioni, che formavano spesso oggetto delle sue conversazioni; vi aveva del resto trascorso gli anni più belli della sua vita. In Cina, fu prigioniero dei briganti, capitanati da Mao-Tze-Tung, per sette «lune», come egli stesso racconta nel libro «Sette lune tra i briganti». Il Signore se l'è preso d'improvviso, nella Casa di Napoli, dove tanti poveri orfanelli e figli del più povero popolo vengono amorosamente assistiti dalla Provvidenza attraverso l'umile lavoro dei figli di D.Orione.
I ricordi della sua vita missionaria in Cina, ricca di vicende non prive di pericoli, che gli avevano imposto l'abbandono del difficile campo di lavoro, rallegrarono l'animo di Don Filia, così come sentì, molto intimamente, anche oltre le apparenze, la sollecitudine paterna per la fanciullezza e la orfanità.
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