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15 Settembre 2025

Ucraina - Semi di speranza: azioni di carità in tempo di guerra

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Negli ultimi mesi, Kiev è stata recentemente colpita da massicci attacchi missilistici e con droni, che hanno dimostrato come la guerra sia ancora una minaccia concreta e costante per la popolazione civile. In particolare, la città è stata colpita da due gravissimi assalti, uno il 31 luglio e un altro il 28 agosto. questi recenti e continui bombardamenti su Kiev hanno causato la morte di numerosi civili, incluse molte vittime innocenti. Le autorità ucraine hanno confermato che tra i morti ci sono anche bambini. In un recente attacco, sono state riportate almeno 22 vittime, di cui quattro bambini. In un'altra occasione, un attacco ha causato la morte di 32 persone, tra cui cinque bambini. Questi attacchi indiscriminati colpiscono edifici residenziali, ospedali e parchi giochi, dimostrando la crudeltà del conflitto e il disprezzo per le vite umane. I bambini muoiono nei loro letti, nelle loro case e nei loro quartieri, lasciando le famiglie distrutte dal dolore e dalla perdita. L'allarme aereo è una parte della quotidianità e costringe i residenti a cercare riparo nei rifugi, rompendo ogni senso di normalità.

«In un mondo in cui la guerra cerca di annientare la vita, noi a Kiev e Leopoli – raccontano i religiosi orionini -, stiamo piantando semi di speranza».

«Il nostro Oratorio e la distribuzione di cibo a Kiev – riferiscono don Moreno e il chierico Nithish - non sono solo attività, ma atti di resistenza e speranza tra i poveri e civili. Nostre attività a Kiev si mostra importanza di nutrire non solo i corpi, ma soprattutto le anime con la speranza. L’oratorio non è stato un semplice passatempo, ma una speranza Divina. Abbiamo accolto decina di bambini, offrendo loro un luogo sicuro dove poter essere semplicemente bambini. Lontani dai pensieri della guerra, si sono potuti immergere in attività ludiche e creative: giochi, laboratori d’arte, canti, balli e momenti di preghiera. In quei momenti, guardando i loro volti, era evidente che avevano dimenticato tutto. La paura e l'ansia avevano lasciato il posto alla pura e semplice felicità dell'infanzia. Non stavano più pensando a ciò che stava succedendo fuori, ma a ciò che potevano fare in quel momento. Il nostro oratorio non è solo un luogo dove si gioca, ma è un'area di sollievo, un posto dove per un breve, prezioso periodo, erano solo bambini, sereni e liberi dai pensieri della guerra».

La crisi ha colpito duramente molte famiglie, rendendo anche il pasto più semplice una sfida. In risposta a questa necessità, gli orionini hanno organizzato la distribuzione di pasti caldi e pacchi di alimentari per i poveri e gli sfollati. «Ogni pasto donato non era solo cibo – aggiunge Nithish -, ma un segno di speranza e solidarietà, un messaggio che diceva: "Non siete soli". Una signora, con gli occhi pieni di lacrime, ci ha ringraziato con un semplice "Spasiba" (grazie), che per noi ha avuto il suono di una benedizione. In ogni sorriso, in ogni abbraccio, abbiamo visto la conferma che la nostra missione andava oltre il gesto materiale, toccando i cuori e riaccendendo la speranza e dignità».

«Questi non sono stati semplici "coincidenze", ma segni tangibili dell’aiuto divino che guida il nostro lavoro. È una testimonianza vivente che, anche nelle circostanze più disperate, la fede può muovere le montagne e che un aiuto arriva sempre a chi si impegna a fare del bene».

«In mezzo alla devastazione della guerra, è impossibile di evitare la sofferenza della guerra, ma in mezzo a queste prove, le azioni di carità a Kiev non sono semplici gesti di assistenza: sono semi di speranza piantati nel terreno arido del dolore – concludono don Moreno e il chierico Nithish -. L’oratorio e la distribuzione di cibo non solo nutrono corpi affamati, ma rigenerano anime ferite, offrendo momenti di pace, gioia e dignità. In ogni sorriso di un bambino, in ogni “Spasiba” sussurrato con gratitudine, si manifesta la presenza viva della Divina Provvidenza. Ogni gesto d'amore riflette la presenza della Divina Provvidenza, dimostrando che, anche nei tempi più bui, la fede e la solidarietà possono guidare verso un futuro più luminoso e umano. Così, con lo spirito del nostro fondatore Don Orione, guardiamo avanti con fiducia, dicendo insieme: Ave Maria e Avanti!».

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