La Famiglia carismatica orionina festeggia oggi San Luigi Orione, con gli occhi e il cuore stracolmi di ricordi e di emozioni ripensando a quel 16 maggio di venti anni fa, giorno in cui Giovanni Paolo II, lo proclamò santo.
Si legge nelle cronache del tempo: «È giunto il giorno atteso e preparato: 16 maggio 2004, giorno della canonizzazione di Don Orione. Fin dalle prime ore del mattino, molte persone attendevano l’apertura dell’accesso a Piazza San Pietro nei settori riservati.
I Volontari della canonizzazione con cura e gentilezza hanno favorito l’ordinato confluire delle migliaia di pellegrini venuti per Don Orione.
La banda dell’Istituto di Borgonovo (Piacenza) ha rallegrato l’attesa dell’inizio della cerimonia.
La Santa Messa è iniziata alle ore 10. Il canto d’ingresso ha subito fatto sentire il «respiro» di santità di questa giornata: «Cantate al Signore, alleluia, un cantico nuovo, alleluia». Già prima dell’inizio della Celebrazione, alle 9.30, le preghiere, i canti e le letture hanno preparato spiritualmente l’assemblea: le parole e i profili biografici dei nuovi santi sono risuonati in tutto il loro travolgente e semplice ardore. Hanno letto il testo di presentazione di Don Orione Suor Maria Chiara Pilota e Angelo D’Acunto, presidente degli Ex Allievi.
In questa scintillante domenica di maggio Giovanni Paolo II – a due giorni dal suo 84° genetliaco – ha canonizzato Luigi Orione (1872-1940) e inoltre Annibale Di Francia (1851-1927), Fondatore delle Congregazioni dei Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù e delle Suore Figlie del Divino Zelo; Josep Manyanet y Vives (1833-1901), Fondatore delle Congregazioni dei Figli della Sacra Famiglia Gesù Maria e Giuseppe e delle Missionarie Figlie della Sacra famiglia di Nazareth; Nimatullah Kassab al-Hardini (1808-1858), presbitero dell’Ordine libanese maronita; Paola Elisabetta Cerioli (1816-1865), religiosa, Fondatrice dell’Istituto delle Suore della Sacra Famiglia e della Congregazione della Sacra Famiglia di Bergamo; Gianna Beretta Molla (1922-1962), madre di famiglia.
In Piazza San Pietro c’erano tantissime persone legate, anche personalmente, ai nuovi santi. i Superiori e le Superiore e numerosi componenti delle Congregazioni fondate da san Luigi Orione, i Rappresentanti dei luoghi natali dei sei santi, in particolare le amministrazioni pubbliche con i gonfaloni; Claudio Scaglia, sindaco di Pontecurone, Giuseppe Bonavoglia, sindaco di Tortona, Fabrizio Palenzona, presidente della Provincia di Alessandria.
Tantissime poi le parrocchie e le realtà ecclesiali legate alla Famiglia orionina. Davvero impressionante la "geografia della fede" espressa dagli striscioni, dai cartelli e dalle bandiere dei 32 Stati in cui il nome di Don Orione è benedetto per la presenza dei suoi figli e figlie spirituali. Si calcola che i devoti di San Luigi Orione in Piazza San Pietro siano stati almeno 30.000. Su foulards, cappellini e striscioni un solo messaggio: “Solo la carità salverà il mondo”».
Presentazione della spiritualità di Don Orione
La fiducia nella Divina Provvidenza è la chiave di lettura della vita personale, comunitaria e apostolica di Don Orione. Egli fu un modello di abbandono e di fede nella Provvidenza, sia come atteggiamento interiore che nell’apostolato della carità. La sua vita, docile all’azione provvidente di Dio e sacrificata nell’attiva donazione di sé, emanava il fascino del soprannaturale. Denominò la sua fondazione "Piccola Opera della Divina Provvidenza".
“L’opera della Divina Provvidenza consiste nell’Instaurare omnia in Christo” e per questo egli scelse il motto paolino “Instaurare omnia in Christo” (Ef 1, 10) come “programma della nostra Congregazione”. La sua spiritualità ebbe un orientamento cristocentrico, espresso misticamente nella devozione al Crocifisso, all’Eucarestia e al Sacro Cuore, e apostolicamente vissuto come “divina follia e olocausto di mente, di cuore e di azione per le Anime”, “per dare Cristo al popolo e il popolo alla Chiesa di Cristo”.
Cristo “cuore del mondo” vive e pulsa nella Chiesa, suo “corpo mistico”, il cui centro di comunione è il Papa: "Nostro Signore Gesù Cristo designò propriamente nel Beato Pietro chi doveva farsi servo dei servi di Dio, e su lui fondò la sua Chiesa, e a lui commise l'unità del governo visibile che avvicinasse sempre più gli uomini a Dio”. Don Orione pose, pertanto, quale fine speciale della sua Congregazione il “trarre e unire con un vincolo dolcissimo e strettissimo di tutta la mente e del cuore i figli del popolo e le classi lavoratrici alla Sede Apostolica, nella quale, secondo le parole del Crisologo, il Beato Pietro vive, presiede e dona la verità della fede a chi la domanda (ad Eut. 2). E ciò mediante l'apostolato della carità fra i piccoli e i poveri”.
La nota più visibile del carisma di Don Orione è senza dubbio la “carità divina, alta, universale che fa del bene a tutti, del bene sempre, del male mai a nessuno”. Fu la sua scelta pratica perché – spiegava - “la causa di Cristo e della Chiesa non si serve che con una grande carità di vita e di opere”; “la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio. Opere di carità ci vogliono: esse sono l'apologia migliore della fede cattolica”. Per questo, nella sua visione carismatica l’“instaurare omnia in Christo” si estende storicamente e sacramentalmente nell’ “instaurare omnia in Ecclesia” mediante il dinamismo dell’“instaurare omnia in charitate”.
Fedeli a questa singolare spiritualità, i Figli della Divina Provvidenza, sacerdoti, fratelli, eremiti, emettono nella loro professione religiosa anche un quarto voto di «speciale fedeltà al Papa», mentre le Piccole Suore Missionarie della Carità di vita attiva, contemplative e sacramentine non vedenti adoratrici, aggiungono un quarto voto di «carità». Anche i laici, oggi riuniti nel Movimento Laicale Orionino - furono dal Fondatore formati ad essere "apostoli di carità. Tutto il Vangelo è qui: vedere e sentire Cristo nell'uomo. Serviamo la Verità, la Chiesa nella Carità”.
Nella filiale devozione a Maria, Madre della Divina Provvidenza, infine, Don Orione visse e comunicò in forma semplice e popolare la sintesi esistenziale del suo carisma: “A Gesù, al Santo Padre e alle Anime per la Madonna”. “La Madonna chiama la nostra Congregazione ad essere una Congregazione mariana, che vive di amore a Dio, alla Chiesa e ai Poveri, ma attraverso e tutto con l’amore alla Madonna”.
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