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11 Maggio 2024

Ricordando Don Giacomo Defrancesco: una vita straordinaria (VIDEO)

In uno scritto Don Giacomo riferisce che nella sua vita, paragonata ad un viaggio, “non c'è nulla di straordinario” ed è proprio il suo atteggiamento di fedeltà nell'ordinarietà, che l'ha resa veramente “straordinaria”.

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«Ho riscritto, in questi giorni con il computer, il racconto, che avevo in manoscritto, del mio viaggio da Roma a Moena fatto l'antivigilia del Natale 1976. Quell'anno ero in terza Teologia». Inizia così la lettera, datata 29 marzo 2020, che Don Giacomo Defrancesco ha destinato al Direttore generale e al suo Consiglio, insieme al racconto di quel viaggio fatto il 23 dicembre di 48 anni fa. La lettera è stata aperta in questi giorni. È il suo testamento spirituale.

Il viaggio è spesso una metafora potente della vita e il racconto del viaggio scritto da Don Giacomo Defrancesco, sembra riflettere questa verità profonda. La narrazione di Don Giacomo, si estende oltre il semplice resoconto di un viaggio fisico, tocca temi universali di fede, di scoperta e di riflessione personale che lo portano ad esplorare le proprie esperienze, emozioni e pensieri, che rimandano anche alla vita comunitaria.

Il viaggio che egli descrive, in cui la presenza di Dio diventa manifesta nel corso degli eventi, offre una prospettiva intima sulla sua relazione con Dio Padre, anche se Don Giacomo tiene a precisare che in questo racconto «Manca solo una cosa: la presenza di Dio in quel viaggio. Non c'è nessun accenno di Lui. Ma il finale della vicenda, invece, dice che Dio era con me ed io con Lui. Prima in incognito, poi apertamente in modo spirituale. Lui ha viaggiato con me ed io con lui».

Questa esperienza, così personalmente significativa, può servire da ispirazione per coloro che cercano di trovare la presenza di Dio nelle proprie vite.

Il suo desiderio di condividere questa storia alla conclusione del suo pellegrinaggio terreno è un gesto generoso che invita alla comunione nella gratitudine e nella gloria di Dio. «Ho pensato di lasciarvi il racconto del mio viaggio a mio ricordo - scrive Don Giacomo - affinché, anche voi con me, possiate ringraziare e rendere gloria a Dio». La sua lettera è un promemoria che, indipendentemente dalle convinzioni individuali, la ricerca di significato e di connessione è una parte fondamentale dell'esperienza umana. «Quanto ho fatto in quella notte non ha nulla di straordinario - afferma Don Giacomo -. Poteva averlo fatto anche un semplice cristiano, oppure un mussulmano ed anche un ateo».

A ricordo di don Giacomo Defrancesco l’Archivio Storico condivide un raro documento che riproduce la cerimonia della sua vestizione all’ingresso del noviziato assieme ai compagni (Buccinigo, ottobre 1966). Preside la cerimonia don Narciso Paragnin. Nel video appare anche un giovanissimo don Giuseppe Masiero.