Ricordate la visione che ebbe San Giovanni nell’isola di Patmos e descritta nell’Apocalisse? «Mulier amicta sole, et luna sub pedibus eius, et in capite eius corona stellarum duodecim». Una donna vestita di sole, circonfusa di luce immacolata. Uno specchio tersissimo che nessun alito ha mai appannato: «Speculum sine macula». Circonfusa di luce divina, purissima emanazione della divinità: «Candor lucis aeternae. Et luna sub pedibus eius».
Varie sono le versioni dei santi Padri. Una popolare applicazione dice che la luna nelle varie sue fasi, ora crescenti, ora calanti, somiglia all’umore variante dello stolto. L’Immacolata ha la luna sotto i suoi piedi, calpesta cioè la stoltezza del mondo e le sue vanità, come calpesta il velenoso serpente. I santi Padri spiegano pure che la luna, di cui si fa sgabello la Santissima Vergine, rappresenta la santa umanità di Gesù Cristo, per cui divenne Madre di Dio. Sì, Madre di Dio! E questo titolo è il piedistallo sul quale si innalza la grandezza di Maria Santissima; anzi è la base di tutta la sua grandezza. E, come la luna sorge piccola e a poco a poco, crescendo, raggiunge il suo massimo splendore, per poi decrescere e sparire, così l’umanità di nostro Signore si manifesta, diciamo così, un po’ per volta, piano piano, gradatamente.
Gesù, nato piccolo nella stalla di Betlemme, crebbe, brillò, per poi morire sul Calvario e sparire visibilmente dal mondo. Il testo dell’Apocalisse, che abbiamo citato in principio: «Corona stellarum duodecim»; in queste dodici stelle che fanno corona al capo della Madonna sono raffigurati i nove cori degli angeli, per cui viene chiamata Regina angelorum, più le categorie dei santi che sono tre: vergini, martiri e confessori; per questo Maria è detta Regina sanctorum omnium. Così i nove cori degli angeli e le tre categorie dei santi formano insieme la corona di dodici stelle che circonda il capo della Vergine Santissima, dell’Immacolata.
Frutto spirituale di questa grande solennità della Madonna sia questo: mettendoci sotto i piedi le vanità del mondo, manteniamo il nostro cuore senza macchie, rivolto sempre e unicamente all’eterna divina luce.
Preghiamo la Vergine ad ammetterci fra i suoi santi. (Parola, 8 dicembre 1916, I, 3-4)