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1 Maggio 2024

Il 1° Maggio con San Luigi Orione, il suo proclama al "Proletariato della risaja"

Il proclama di Don Orione pubblicato nel 1919 su un giornale locale, “La Val Staffora”, rivolto ai "Lavoratori e lavoratrici della risaia" del Tortonese che lavoravano nel Vercellese.

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San Luigi Orione ha sempre avuto una particolare attenzione ai temi sociali e del lavoro, con una visione profetica che lo ha portato ad anticipare - già nel 1919 - alcune tematiche quali la tutela dei lavoratori, il giusto salario, la legalità, ancora oggi molto attuali. 

Qui di seguito il testo integrale del proclama al proletariato della risaia, pubblicato sul bollettino «La Val Staffora» del 15 maggio 1919:

Proletariato della risaja, in piedi!

Un orizzonte nuovo si schiude, una coscienza sociale nuova si va elaborando alla luce della civiltà cristiana, progressiva sempre, che è fiore di Vangelo.

Lavoratori e lavoratrici della risaia, nel nome di Cristo, che è nato povero, vissuto povero, morto povero: che tra poveri visse, che lavorò come voi, amando i poveri e quelli che lavoravano: nel nome di Cristo, è suonata l’ora della vostra riscossa.

Il vostro lavoro deve essere adatto e limitato alle vostre forze e al vostro sesso: la vostra paga deve essere proporzionata ai vostri sudori e al vostro bisogno: le vostre condizioni devono essere, più umane, più cristiane.

È il diritto, il vostro diritto! Ragioni di igiene, ragioni di umanità, ragioni di bene pubblico vogliono che in risaia - tanto per la monda che per il taglio e raccolta del riso - non si lavoro più di otto ore al giorno.

Noi cattolici, e come tali e come cittadini, ingaggeremo quest’anno la battaglia per le otto ore in risaja.

Non lasciatevi sfruttare dal Caporalato; non lasciatevi intimidire dalle minacce dei padroni: non prestatevi a certe manovre, che riescono sempre a danno vostro.

E, occorrendo, legalmente sì, ma insorgete!

Unitevi contro i crumiri, e attenti a voi a non lasciarvi ingannare da un orario di lavoro oltre le otto ore.

Il pretesto della guerra e conseguente scarsità di mano d’opera, è una causa che ora non tiene più: quest’anno bisogna fare posto a tutti, e sostenere migliori tariffe, adeguate ai cresciuti bisogni della famiglia. E il vostro corpo, più riposato, sarà meno soggetto alle malattie e al deperimento, e anche il vostro spirito vivrà di una vita più alta.

Evitate la concorrenza, odiosa e umiliante sempre, ma dannosa in estremo grado agli interessi e alla dignità di ogni classe di persone che si rispettano, e di ogni anima sinceramente cristiana.

Unitevi tutti e siate solidali! se tutti i paesi della Diocesi che danno i lavoratori alla risaia saranno collegati da una fitta, solida e cristiana rete di organizzazione risaiola, noi vi condurremo a certa vittoria.

Per le vostre rivendicazioni, per l’intima giustizia della vostra santa causa, non ci daremo pace. No! non daremo pace né dì né notte agli sfruttatori della povera gente, che se ne va a sacrificarsi nelle marcite della risaia e nella malaria, forzatamente lontana dalla famiglia, per guadagnarsi un pezzo di pane.

Ma sfruttatori non sono sempre né soltanto i padroni; i padroni sono quello che sono: ve n’è di cattivi e ve n’è di buoni; sfruttatori indegni però sono anche e sono sempre quelli che, per loro loschi disegni, abusano perfidamente di voi: che vi offrono un pane, ma vi avvelenano l’anima: che vi predicano l’odio, e vi strappano la fede, che è il grande conforto della vita presente e la base della vita futura.

Lavoratori e lavoratrici delle risaie, guardatevi dai socialisti e dalle socialiste, non fidatevi di chi non ha religione: chi non ha religione non avrà coscienza: non ve ne fidate mai!

Mondini e mondine, dovete organizzarvi subito, e organizzarvi tutti: costituite nel vostro paese LE UNIONI DELLE RISAJOLE, per la vostra dignità e per il vostro interesse.

Unioni che siano forti, sincere, cristiane: è per la vostra salute, per la vostra fede, per l’aumento della vostra paga. Benedetti da Dio e dalla Chiesa, lavoreremo per voi, o fratelli, e vinceremo con voi.

Troverete lavoro tutti, avrete tutti paga rispondente: assistenza morale e religiosa: riposo festivo; tutela dei diritti inerenti al lavoro (tariffe, orarî, applicazione della legislazione sanitaria): dignità di alloggiamenti.

Vi difenderemo in tutto ciò che è giusto: realizzeremo le vostre legittime aspirazioni, e, valendoci delle apposite leggi, vigileremo, assisteremo, affrancheremo.

Risajole, voi dovete formare dei battaglioni di donne, e poi avanti, nel nome di Dio!

Pareva un sogno lontano, e oggi, se voi lo volete, la realtà è vicina, la redenzione della risaia è prossima, è afferrabile: è un domani di giustizia e di pace. Lavoratori e lavoratrici della risaia, invocate l’aiuto della Madonna, e poi serrate le file! Stringetevi la mano: e, nel nome di Cristo, GIURATE IL PATTO CRISTIANO DEL LAVORO.

 

In ogni paese delle nostre montagne e della pianura padana sorga l’auspicata UNIONE DELLE RISAIOLE. 

“L’unione fa la forza!” Ogni catena, che toglie la libertà di figli di Dio, si deve spezzare: ogni schiavitù si deve abolire: ogni servaggio deve finire, e finire per sempre.

Ogni sfruttamento di uomo su uomo deve essere soppresso, nel Nome di Cristo.

La divina virtù di questo nome, e la vostra onorata condotta di lavoratori cristiani come vi porteranno allo adempimento di ogni dovere, così vi daranno la rivendicazione di ogni diritto.

Proletariato della risaia, in piedi! Apri gli occhi, e vedi l’aurora smagliante che sorge: essa è per te, è la tua giornata! Avanti, o proletariato, avanti, portando con te le grandi forze morali della tua fede e del tuo lavoro: un’era si apre: è il mondo che si rinnova! Il Signore Iddio tuo è con te: cammina alla luce di Dio, e nessuno potrà più arrestare la tua marcia trionfale.

Per il tuo interesse, per la tua dignità, per la tua anima!

PROLETARIATO DELLA RISAJA, IN PIEDI E AVANTI!”.