Il secondo giorno dei lavori del Convegno dei Gruppi Studi Orionini si è aperto con l’intervento di don Fernando Fornerod, consigliere generale, che ha affrontato il tema “Nuovi rami della PODP: l’apertura alla consacrazione di persone con diverse forme di carità”. «Si tratta – ha detto- di una delle nuove sfide dell’evangelizzazione e deve necessariamente articolarsi attraverso tre cardini: la spiritualità, l’ecclesiologia e la missione. La disabilità è uno dei modi di vivere l’appartenenza al popolo di Dio. Don Orione diceva della Congregazione che è “una pianta unica con rami diversi”, e riuscì ad abbattere tante barriere, non fisiche ma mentali. Pensiamo alle sacramentine, che ha integrato ecclesiologicamente quando non era una cosa abituale. E sappiamo che lui già pensava a un ramo con persone disabili. Tocca a noi oggi abbattere le nuove barriere, proporre un nuovo paradigma e favorire così l’inclusione ecclesiale delle persone con disabilità».
È stata quindi la volta di don Alberto Bindi, che ha presentato le novità dell’Archivio di Don Orione. Per don Bindi «Una gestione documentale efficace ed efficiente dell’archivio in formazione sarà garanzia di una corretta sedimentazione e conservazione del patrimonio documentario». Dopo aver spiegato come avviene la corretta conservazione di un documento, don Bindi ha anche ricordato che lo stesso Don Orione spinse molto affinché venisse fin da subito realizzato un archivio e che fu “un’archivista d’istinto”, come lo definì G. Venturelli.
Subito dopo, sono iniziate le relazioni dei Gruppi Studi provinciali. La prima è stata quella di Santiago Solavaggione, dal titolo “Rinnovarsi o morire! Spiritualità, carisma e nuovi modelli di vita religiosa”, realizzata dal GEO di Argentina, Paraguay e Uruguay: «Il rinnovamento della vita consacrata, in generale, e della nostra vita religiosa orionina, in particolare, è una questione diventata sempre più centrale negli ultimi tempi. Oggi lo percepiamo come un tema di vitale importanza, come lo espresse lo stesso Don Orione, nei momenti della sua vita in cui rifletteva sulla ragion d'essere della sua Congregazione e sulla proiezione che essa avrebbe avuto nel futuro». La seconda relazione è stata presentata dalle PSMC del Madagascar, che hanno presentato l’attualità della vita religiosa e delle opere orionine nella missione che le vede coinvolte in sei diverse diocesi del Paese africano accanto ai poveri, ai deboli e agli ammalati. La terza relazione è stata quella della Polonia, presentata da don Silvestro Sowidrzal e da Suor Agneszka Machaj, dal titolo “Elementi della spiritualità e del carisma di Don Orione che ispirano a un rinnovamento della vita consacrata”: «Se oggi vogliamo – hanno evidenziato – proporre i valori cristiani a modo di don Orione, cioè nel suo carisma e nella sua spiritualità, come contributo per aiutare a reagire ai molteplici aspetti della crisi della Chiesa e della vita consacrata, occorre farlo in modo da non svendere quel prezioso suo patrimonio, per non bruciare l’opportunità di trasmettere la sua fiamma della fede. Occorre trasmettere don Orione, da credenti, da persone che hanno fatto l’esperienza della fede di don Orione». Infine, la quarta relazione è stata di padre Martin Mroz che ha presentato il lavoro del Gruppo Studi delle Filippine: «Il religioso che vive nel mondo o progredirà quotidianamente nella via della santità oppure perderà gradualmente la sua vocazione. L'unione con Dio attraverso la preghiera e la meditazione resta essenziale per la persona consacrata. Le esigenze dell'apostolato e la diminuzione del numero delle vocazioni renderanno sempre più difficile riunirsi così spesso per la preghiera comunitaria. Pertanto, l’impegno personale del religioso a pregare assiduamente rimane centrale nei cambiamenti della vita religiosa. Il modo migliore per spiegare il significato dello spirito di famiglia voluto da Don Orione è usare la parola unità. La ricerca dell'unità della persona come espressione di maturità in Cristo, aiuterà infine a vivere uniti con la comunità, la Congregazione e la Chiesa. Un viaggio di conoscenza nella vita religiosa e quello nel carisma è allo stesso tempo un viaggio verso una migliore comprensione di noi stessi e la costruzione dell'armonia interiore».