Sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza

Ricordiamo Sac. GALIZIA Francesco

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 28 Febbraio 2011
Luogo del decesso: Palermo
Luogo di sepoltura: Spezzano Albanese (Cosenza)

Sac. GALIZIA Francesco, da Spezzano Albanese (Cosenza), morto a Palermo nel 2011, a 43 anni di età, 23 di Professione religiosa e 15 di sacerdozio.


 Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", n. 234, Gennaio - Aprile 2011:

   Sac. Francesco GALIZIA

     Improvvisamente morto a Palermo il 28 febbraio 2011, a 43 anni d'età, 23 di Professione religiosa e 15 di sacerdozio. Apparteneva alla Pro­vincia religiosa "SS. Apostoli Pietro e Paolo" (Roma).

L'inaspettata e tragica morte del confratello ha lasciato tutti in silenzio, increduli, turbati e pieni di interrogativi: confratelli, parenti, parrocchiani e gente di Palermo che ben lo conoscevano e apprezzavano. Evento tristissi­mo, irriducibile a qualunque tentativo di comprensione, ma da accogliere nel­la preghiera e nel silenzio pieno di fede e di speranza che attende da Dio la salvezza.

Don Franco, con’era familiarmente chiamato, era nato a Spezzano Al­banese (Cosenza) il 29 novembre 1967, terzo di cinque figli di Giuseppe e De Paola Francesca. Rinacque al fonte battesimale il 25 febbraio 1968 e fu cresimato il 30 maggio 1979.

Entrò in congregazione il 20 settembre 1980, completando la terza me­dia nel piccolo seminario all'Incoronata di Foggia. Fece gli studi liceali nel­l'istituto Santa Maria di Via Massimi a Roma, conseguendo la maturità clas­sica pedagogica. Trascorso l'anno di noviziato a Velletri (Roma), professò la prima volta l'8 settembre 1987 nel santuario Madonna della Guardia a Tortona (Alessandria), fermandosi ivi per il biennio di filosofia (1987-89).

Compiuto il tirocinio pratico all'Incoronata di Foggia (1989-91), riprese gli studi all'Istituto Teologico Don Orione di Roma (1991-95), emettendo la Professione perpetua il 1° novembre 1993 a Roma, dove pure ricevette l'Ordine del Diaconato l'8 dicembre 1994.

A Spezzano Albanese, l'8 luglio 1995 fu ordinato sacerdote da Mons. Andrea Cassone e celebrò la prima Messa solenne il giorno successivo nella chiesa parrocchiale "Madonna del Carmine".

Dopo l'ordinazione partì missionario in Albania, ad Elbasan, impegnan­dosi pastoralmente fino al 2005 come vicario, dal 1999 parroco e dal 2002, direttore. Passato alla comunità di Palermo, ne fu prima economo e dal 2008 direttore del Villaggio del Fanciullo, comprendente oltre alla parrocchia, il centro giovanile, il centro addestramento professionale e il santuario di San­ta Rosalia a Montepellegrino, prodigandosi soprattutto tra i giovani.

 Le esequie furono celebrate dal Card. Paolo Romeo, Arcivescovo di Pa­lermo, nella parrocchia Madonna della Divina Provvidenza, con una settan­tina di sacerdoti tra i quali l'Ausiliare Mons. Carmelo Cuttitta, il fratello sa­cerdote del defunto Don Cosimo Galizia e tanta gente. Il superiore genera­le Don Flavio Peloso durante la celebrazione, commentando la sua morte ha detto: "Non è sempre vero che 'talis vita, finis ita' (com'è la vita, così è la fine). Certo non è vero nel caso di don Franco. La sua fine terrena è una sor­presa che non ha precedenti e preparazione nella sua vita bella, buona, gioio­sa, sacrificata, tutta concentrata nel Signore e nel fare del bene al prossimo, un vero religioso figlio che amava la congregazione e la Chiesa. Lui stesso deve essere rimasto sorpreso e piegato da qualche inganno o paura o altro male che sono andati ingigantendosi e occupando il suo animo negli ultimi dieci giorni, irraggiungibile dall'interessamento di quanti gli erano vicini. La sua morte non smentisce la sua vita, ma solo ci avverte quanto essa sia fra­gile e sia una grazia da chiedere e da ricevere giorno per giorno."

Dopo il rito funebre la salma è proseguita per Spezzano Albanese dove nel pomeriggio ha ricevuto l'ultimo saluto.

Riposa nel camposanto locale, accanto al padre Giuseppe, spentosi nel 2005.


Annuncio decesso e funerale

3 marzo 2011

PALERMO: Celebrato il funerale di Don Franco Galizia tra interrogativi umani e certezze di fede

Il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, ha presieduto ieri, 2 marzo, i Funerali di Don Franco Galizia, alle ore 11, nella chiesa parrocchiale "Madre della Divina Provvidenza". Era presente il vescovo ausiliare, Carmelo Buttitta, il fratello del defunto, Don Cosimo Galizia, io, Don Flavio Peloso, e una settantina di sacerdoti confratelli e diocesani, molte suore e una folla immensa di persone commosse, soprattutto giovani.

Commentando il testo delle Lamentazioni, il Cardinale nell'omelia ha detto:

“Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie”. Don Franco ha forse attraversato, nella sua anima, lo stesso buio? Le oscurità delle inquietudini nascoste, dello sconforto e dello smarrimento lo hanno forse segnato? Non sappiamo… Ma crediamo – per quella stessa fede che egli ci ha insegnato ad avere nel Risorto! – che oggi noi siamo la sua voce, una voce insistente presso il cuore misericordioso di Dio, che supera tutti i silenzi e i perché, e continua ad affidargli la sua anima con fiducia".

Durante l'omelia, il Cardinale non ha potuto trattenere le lacrime di fronte al mistero della tragica morte di questo giovane religioso.

"Per lui noi vogliamo invocare il Signore con la parole della Scrittura: “Mia parte è il Signore, per questo in lui io spero”. La sua creatività, la sua vitalità, la sua generosità sono state un esempio luminoso per tutti: un insegnamento autentico che ogni giorno trasmetteva amore alla Chiesa, secondo il carisma proprio di don Orione. Ci ha insegnato ad essere Chiesa, comunità in cui, pur tra mille difficoltà – anzi, soprattutto nelle difficoltà – si può crescere e ci si può sostenere l’un l’altro come in uno splendido gioco di squadra.

Ecco perché siamo qui: per non arrenderci di fronte a que-sta morte, per pregare per lui, per confidare nella bontà di Dio, per lasciare vincere non il silenzio del dubbio e dell’orrore ma quello pieno di fede e di speranza, quello che attende da Dio la salvezza: “È bene aspettare in silenzio la salvezza del Signore”.

Ha concluso l'omelia con le parole della preghiera di Don Orione alla Madonna, dopo la morte del suo giovane amico e confratello Don Gaspare Goggi.

Il Cardinale ha voluto che presiedessi la benedizione finale di commiato e, prima del rito, rivolgessi qualche parola. Ho detto qualcosa, parole di stima e di affetto verso il Confratello. Stima verso di lui in quanto uomo, credente, religioso orionino.

Non è sempre vero che "talis vita finis ita" (come è la vita così è la fine). Certo non è vero nel caso di Don Franco. La sua fine terrena è una sorpresa che non ha precedenti e preparazione nella sua vita bella, buona, gioiosa, sacrificata, tutta concentrata nel Signore e nel fare del bene al prossimo, un vero religioso figlio che amava la congregazione e la Chiesa. Lui stesso deve essere rimasto sorpreso e piegato da qualche inganno o paura o altro male che sono andati ingigantendosi e occupando il suo animo negli ultimi dieci giorni, irrangiugibile dall'interessamento di quanti gli erano vicini. La sua morte non smentisce la sua vita, ma solo ci avverte quanto essa sia fragile e sia una grazia da chiedere e da ricevere giorno per giorno.

Don Flavio Peloso

 LA VIGILIA

Il 1° marzo, il Card. Romeo ha telefonato al Superiore generale dicendo "Sono un fratello che soffre vicino ad altri fratelli. Domani sarò al funerale per unirmi al vostro dolore e insieme pregare e adorare il Signore in questo evento di sconforto".

Il corpo del Confratello si trova nella chiesa parrocchiale dalla mezzanotte di ieri.

Giungono notizie della grande manifestazione di solidarietà dell'intera città di Palermo, scossa da questo tragico evento, irriducibile a qualunque tentativo di comprensione. Il Cardinale fin da ieri sera si era recato a portare conforto ai Confratelli e ai Fedeli dell'ambiente orionino di Via Ammiraglio Rizzo. A lui si sono uniti il Vescovo ausiliare, tanti religiosi e sacerdoti, personalità e persone che conoscevano Don Franco Galizia.

Alla sera, veglia di preghiera nella chiesa parrocchiale. Sono giunti da Roma il superiore generale, Don Flavio Peloso, Don Achille Morabito, Don Silvestro, il provinciale Don Crucitti, Don Borgognoni, Don Carollo e altri. Era presente anche il card. Paolo Romeo, sempre molto paterno.

Alla veglia, la grande chiesa era piena: tanti giovani, canti, testimonianze commosse, preghiere. Silenzio e incredulità.

LA NOTIZIA

Francesco Galizia è morto.

Dare questa notizia mi è particolarmente penoso e mi riempie l’anima di tristezza. Un confratello giovane, solare e semplice nella sua fede, nei suoi rapporti, nel suo impegno di sacerdote, contento di essere orionino. Eppure, forse travolto da una repentina e incontenibile crisi, pare sia giunto a un grave gesto autolesivo che gli ha dato la morte.

L’afflizione incredula, turbata e carica di interrogativi ha preso tutti i confratelli, parrocchiani e gente di Palermo che ben lo conoscevano e apprezzavano. Anch’io mi metto in ginocchio, sto in silenzio, cerco lo sguardo buono e vincitore di Gesù che ancora assicura: “Coraggio, io ho vinto la morte”.

Francesco Galizia era nato a Spezzano Albanese (Cosenza) il 29 novembre 1967, terzo di cinque fratelli di una buona famiglia cristiana.

È entrato in Congregazione all’Incoronata di Foggia (1980); ha poi ha fatto gli studi liceali all’Istituto Santa Maria di Roma. Terminato l’anno di noviziato, a Velletri, ha emesso la prima professione l’8 settembre 1987. Dopo il biennio di Filosofia a Tortona (1987-1989) ha trascorso il biennio di Tirocinio all’Incoronata di Foggia (1989-1991). Fece gli studi di Teologia all’Istituto Teologico Don Orione di Roma, emettendo la professione perpetua il 1° novembre 1993 e divenendo sacerdote l’8 luglio 1995.

Partì missionario in Albania, ad Elbasan, ove rimase fino al 2005. Passò alla comunità di Palermo, divenendone prima economo e poi direttore dal 2008. La sera del 28 febbraio, la sua giornata terrena si è conclusa poco dopo le ore 20. Aveva 43 anni, 23 di anni di professione religiosa e 15 di sacerdozio.

Requiescat in pace!

 Don Flavio Peloso


 

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