Data del decesso: 24 Ottobre 2011
Luogo del decesso: Bergamo
Luogo di sepoltura: Stazzano (AL)
Sac. Andrea Giuseppe ALICE, da Stazzano (Alessandria), morto a Bergamo nel 2011, a 97 anni di età, 70 di Professione religiosa e 73 di Sacerdozio. Apparteneva alla Provincia San Marziano e San Benedetto (Tortona).
Sacerdote dal 12/03/1938 nella Diocesi di Tortona, entrò in Congregazione il 15/01/1940 al Paterno di Tortona, passando a Villa Moffa per il Noviziato il mese successivo. Nell’ottobre 1942 era a Scutari, dove rimase un anno, per passare al Teologico a Tortona come Padre spirituale (1943-50) e per partire per Claypole. (…) Aveva 97 anni di età (ne avrebbe compiuti 98 il 21 novembre), 70 di Professione e 73 di Sacerdozio.
I funerali si sono svolti a
- Bergamo (Istituto)mercoledì 26 alle ore 09,00
- Stazzano (Parrocchiale)mercoledì 26 alle ore 15.00, dove è stato tumulato nel locale Cimitero.
Famiglia Orionina: Ricordiamo Don Andrea ALICE
Carissimi Confratelli, Suore e Amici della Piccola Opera della Divina Provvidenza.
Sono appena tornato dal viaggio in Argentina, sui passi di Don Orione missionario nel Chaco, e mi giunge la notizia della morte di Don Andrea Giuseppe Adriano ALICE, avvenuta a Bergamo, il 24 ottobre. Fu il pioniere della missione del Goiàs in Brasile.
È morto alla veneranda età di 97 anni, 70 di professione e 73 di sacerdozio; attualmente era il terzo più anziano della Congregazione. I funerali si svolgono oggi, nella nostra casa di Bergamo e al suo paese natale, Stazzano (Alessandria).
Fu uno dei chierici e giovani sacerdoti della diocesi di Tortona che, affascinati da Don Orione, vollero seguirlo nella Piccola Opera della Divina Provvidenza. Un altro fu Don Paolo Bidone. Don Orione lo aveva seguito con particolare attenzione e gli scrisse una bellissima lettera da padre spirituale (riportata sotto)
Don Andrea Adriano Alice, lascia la diocesi dopo due anni di sacerdozio (nel 1938) ed entra a Noviziato di Villa Moffa presentato da Don Orione con queste parole: “22 Genn. 1940. Caro Don Cremaschi, Ti accompagno in ispirito, il Sacerdote Don Alice Adriano, il quale farà i giorni voluti di Esercizî Sp.li, prima del Noviziato”. Lo definì “uno dei migliori sacerdoti della diocesi di Tortona”. Emise i voti l’11.2.1941.
Già a Don Orione aveva espresso il suo desiderio missionario. Nel 1942-1943 fu in Albania, a Scutari e Durazzo. Ebbe poi incarichi in Italia nella formazione. Nel marzo 1950 partì per l’Argentina in previsione di partire per la nuova missione del Goiàs, Brasile.
Don Pensa, in una lettera datata da Claypole (Argentina) il 4 ottobre 1951, diede l’annuncio a tutta la Congregazione che “La Santa Madre Chiesa ha accolto l’umile supplica che la nostra Congregazione ha presentato negli scorsi anni perché le fosse affidata una missione nell’interno del Brasile”. La risposta della Santa Sede è datata 4 agosto 1951. Don Pensa, nella chiesa di Claypole, diede “il Crocifisso del Missionario a P. Adriano Alice e al fratello coadiutore Giuseppe Serra perché il giorno appresso salperanno per il Brasile”.
Alla vigilia di Natale 1951, i due religiosi con don Egidio Adobati, superiore, mettono piede nel Gojàs.
È noto che il 25 gennaio successivo, avvenne la sciagura che ha stroncato le giovani vite di due dei tre primi missionari della Congregazione inviati in Gojàs: Don Egidio Adobati (35 anni) e il fratel Giuseppe Serra (29 anni) annegarono mentre attraversano il fiume Tocantins, per un’improvvisa fatale tempesta. Don Andrea Alice - pur con loro nella barca - riuscì a salvarsi. Da lui ripartì con nuovo coraggio la missione del Goiàs.
È forse la pagina più gloriosa della sua vita. Certo era quella che con più emozione ricordava. Lasciò definitivamente il Brasile nel 1971 e ritornò in Italia con tappe a Reggio Calabria (1976-1982), Paternò (1983-1989), Roma Camilluccia (1990-1993) sempre con compiti di ministero e padre spirituale.
Da alcuni anni si trovava quiescente e bisognoso di cura al Centro Don Orione di Bergamo, dedicando tanto tempo alla preghiera, sempre gentile e attento nel colloquio personale.
Con Don Andrea Alice fu scritta una pagina importante di vita della Congregazione. Ne ringraziamo la Divina Provvidenza e lui, assicurandogli affettuoso ricordo e generose preghiere.
Don Flavio Peloso
Lettera di Don Orione a Don Alice
Anime ! Anime !
[Roma - Sette Sale,] 30 settembre 1939
Caro don Alice, pax Domini est semper nobiscum!
Ricevo qui la gradita tua del 26 c. e sono lieto di saperti a Canneto, patria di Mg.r Daffra, che la tua zia ha ben conosciuto - dove il merito della obbedienza ti ha inviato.
Non potrò scriverti che brevi righe, ma ti rispondo subito, e ciò ti dica il desiderio che il Signore mi dà di venirti incontro; - il resto poi, anzi, più che il resto, - quanto sotto ogni riguardo a me non è dato, lo farà, certo, nostro Signore.
I «Ama nesciri et pro nihilo reputari», sempre e in tutto eccetto in quello che può riferirsi al nostro buon Padre celeste, a Gesù Cr. e alla sua Chiesa, di cui sei Ministro, nonché al carattere e all’onore del sacerdozio, onde sei investito, e ai tuoi doveri.
II Segui pure ed eleva il tuo spirito nell’orazione che dilata e fa magnanimo in Xsto il tuo cuore, ma venera e bacia con la semplicità del bambino fin le virgole delle formule più comuni e popolari della preghiera; le formule, s’intende, date, approvate o anche solo tollerate dalla Chiesa, nella sua sapienza e dolcezza di madre, per tanti tanti suoi figli che pur hanno bisogno di quelle formule, e con esse vanno a Dio, sì che li vedremo avanti a noi: «surgunt indocti et rapiunt Regnum Dei, et nos...» con quel che segue.
III Ad esercizio quotidiano di umiltà, e per venire al pratico, non lasciare le orazioni vocali, per ora, e ciò anche ad evitare qualche tranello che il nemico ti può tendere, - vedi che è scaltrissimo e sottilissimo, c’è da stare in guardia sempre.
IV Sta fermo e tranquillo nella tua vocazione missionaria e religiosa, là ti chiama nostro Signore; del resto vedi che una cosa non escluderà l’altra, ché nessuno è, in realtà, più padre in Gesù Cr. dei fratelli nostri girovaghi e dei loro bambini del missionario.
V C’è un giovane sacerdote, che tu conosci e ami nel Signore il quale vuole andare missionario, e sta aspettando e ondeggiando: digli che segua don Bidone, che si troverà a posto, e farà una morte molto consolata.
Domani è la festa del s. rosario: che sintesi di fede, di immortali speranze, di carità, di amore di Dio e degli uomini è il santo rosario!
Sono i punti più salienti del Vangelo. Viviamo il rosario e vivremo l’Evangelo! Vivremo Gesù e Maria.
Tu mi scrivi che hai sete, e che ti additi l’acqua divina del Signore: ecco, caro don Alice, bevi al s. rosario, e vivrai alla mistica fonte di Maria, nostra madre.
Ti conforti e benedica Iddio. Don Orione d. D. P.
(in Lettere II, p.543-545)
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