Data del decesso: 3 Dicembre 2006
Luogo del decesso: Roma
Luogo di sepoltura: Roma, cimitero di Prima Porta
Sac. SANTELLA Fausto, da Barbarano Romano (Viterbo-Italia), morto a Roma - Monte Mario nel 2006, a 98 anni di età, 77 di Professione e 72 di Sacerdozio. Apparteneva alla Provincia religiosa "SS. Apostoli Pietro e Paolo” (Roma).
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Gemerale", n. 221, Settembre - Dicembre 2006
Sac. Fausto Santella
Addormentatosi nel Signore il 3 dicembre 2006 presso il Centro Don Orione di Roma - Monte Mario, a 98 anni d'età, 77 di Professione religiosa e 72 di sacerdozio
Era quasi presago dell’imminente incontro col Datore della vita, al quale aveva consegnato i suoi 77 anni di vita religiosa scanditi dall’orologio da taschino donatogli da Don Sterpi su suggerimento di Don Orione, nel lontano 1936, e a sua volta da lui consegnato tempo fa, all’attuale superiore generale Don Flavio Peloso. Lo scorso 30 novembre, tre giorni prima di lasciarci, in piena e serena lucidità, chiese e ricevette con devozione l’olio degl’infermi, con la partecipazione di tutta la comunità religiosa del Centro, dove risiedeva dal 1984, sempre disponibile a Dio e al prossimo, col ministero della preghiera, della guida, dell’ascolto e della riconciliazione. Con i suoi 98 anni d’età, 77 di vita religiosa e 72 di ministero sacerdotale era il veterano della Congregazione. Era nato il 9 agosto 1908 a Barbarano Romano, ridente e salubre paesino collinare in provincia di Viterbo. Fu battezzato il 16 dello stesso mese e cresimato il 22 agosto 1915, primogenito di sette figli di Domenico e di Anna Rosa Ercoli, di profonda e convinta fede cattolica, coi quali visse l’infanzia e l’istruzione elementare fino al 1° ottobre ’22, quando fu accolto da Don Roberto Risi nella Parrocchia d’Ognissanti all’Appio in Roma. “Da quel giorno la sua vita fu tutta identificata con Don Orione, ch’ebbe modo di conoscere per molti anni e con la Congregazione che amò come madre” , ricordava Don Peloso. A Tortona, dopo il primo incontro col Padre fondatore al “Paterno”, fece le due prime classi ginnasiali in un anno e completò la terza a Villa Moffa di Bra (Cuneo) (1922-24). Ricevette dallo stesso Don Orione il santo abito religioso il 14 agosto ’24, che poi lo mandò all’Istituto “Manin” di Venezia per aiutare nell’assistenza e completare il ginnasio e il liceo presso i Padri Cavansi, conseguendo la maturità classica (’24-’28). Dopo adeguata prova e preparazione sotto la guida di Don Giulio Cremaschi, emise i suoi primi voti religiosi nelle mani di Don Orione il 29 luglio 1929 a Bra (Cuneo). A Montebello e Voghera, dove fu destinato per il tirocinio, insegnò materie classiche ai probandi e nello stesso tempo, col permesso del Padre fondatore, studiava privatamente teologia in preparazione al sacerdozio e frequentava la facoltà di lettere e filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano, dandone tutti gli esami, ma senza poter completare la tesi di laurea in obbedienza ai superiori. Emise la Professione perpetua il 28 agosto ’32 nelle mani di Don Orione e, dopo essere stato positivamente esaminato sulle materie teologiche dal Professor Don Chiesa del Seminario maggiore diocesano, Don Santella fu ordinato sacerdote il 22 febbraio 1934, dal vescovo di Tortona, Mons. Simon Pietro Grassi. Sotto la guida di Don Orione e Don Sterpi, educandosi ed educando, l’apostolato sacerdotale e apostolico di Don Santella continuò nelle case di formazione e nella formazione umana, culturale e spirituale dei giovani aspiranti e chierici. Il suo tragitto: fu direttore a Montebello della Battaglia (’34-’40), Buccinigo d’Erba (’40-’45) ove visse i drammi della guerra, a Villa Moffa di Bra (un anno). A Fano San Biagio fu Maestro dei novizi per un anno, direttore per due anni nel nuovo Teologico di Tortona e uno a Montebello (’45-’50). Dal ’50 al ’55 diresse il probandato di Patrica (Frosinone) e poi quello della Colonia S. Maria di Via Massimi in Roma (’55-’58), e dal ’58 al ’62 l’Istituto Divin Salvatore di Via Sette Sale per studenti orionini delle varie Facoltà Pontificie romane. Dal ’62 al ’73 ritornò alla Colonia Santa Maria di Roma con incarico di Padre spirituale dei probandi ginnasiali e Assistente spirituale del Movimento “Tra Noi”, nonché confessore e conferenziere di varie comunità e istituti, sempre disponibile al bene delle anime e all’istruzione religiosa. Dopo una parentesi di due anni a Reggio Calabria tra i probandi (’73-’75), fu destinato al Centro Don Orione unificato di Via della Camilluccia a Roma. Qui, fino alla chiamata finale, aiutò come Padre spirituale e confessore varie comunità orionine ed altre esterne che a lui ricorrevano, in particolare seguì a lungo il “Tra Noi”, il “Piccolo Rifugio” e la “Piccola Pietra”. Era il riferimento per le confessioni di chierici, religiosi, sacerdoti e laici che venivano a cercarlo nella sua stanzetta. Il confratello, sin da giovane ebbe a tribolare con la salute, ma sull’esempio di Don Orione, seppe convivere, senza lamentarsi, curandosi con obbedienza e tutto offrendo al Signore per essere fedele al proposito che in una lettera manifestava al “Direttore” Don Orione: “Voglio farmi buono, voglio servire Gesù, il Papa, la Congregazione come vuole il Signore: ella mi aiuti con le sue preghiere. Che nelle prove che il Signore manderà alla nostra cara Congregazione, io abbia a rimanere saldo nell’attaccamento alla Chiesa, al Papa, alla Congregazione. Preghi signor Direttore, perché io non faccia mai piangere il Cuore di Gesù, quello della Congregazione e suo.”. I funerali si sono svolti nel pomeriggio del 4 dicembre nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Mater Dei. Presiedeva il Superiore generale Don Flavio Peloso, concelebranti oltre 50 confratelli e sacerdoti, presenti parenti, fedeli, amici, ospiti e personale del Centro e una rappresentanza del paese natìo. La salma proseguì poi per il cimitero Flaminio di Prima Porta e fu tumulata nella tomba della Congregazione.
Il ricordo di Don Flavio Pelodo, superiore generale:
Era il veterano della Congregazione con i suoi 98 anni di età, 77 di professione religiosa e 72 di sacerdozio. Era nato il 9 agosto 1908 a Barbarano Romano. Fu accolto da Don Risi, il 1 ottobre 1922, a Ognissanti. Da quel giorno la sua vita fu tutta identificata con Don Orione, che ebbe modo di conoscere per molti anni, e con la Congregazione che amava come madre.
Tutti abbiamo presente il fervore e il tono profetico quando parlava di Don Orione, quando ricordava quello che Don Orione voleva dai suoi figli, quando richiamava lo spirito di povertà, la vita di preghiera, la carità, la volontà di Dio e l’obbedienza, l’amore al Papa.
Il 15 agosto 1924 ricevette l’abito religioso a Villa Moffa da Don Orione. Poi fu a Venezia per frequentare il liceo a Venezia, presso i Padri Cavanis. A Villa Moffa, fece la prima professione il 29 luglio 1929 e poi, a Tortona, la professione perpetua il 28 agosto 1932 sempre nelle mani di Don Orione.
I suoi anni da chierico furono di fuoco e di sacrificio: al seminario di Montebello era assistente e insegnante e in più studiava teologia. Già allora era gracile di salute. Don Orione, che lo vedeva tanto generoso e sacrificato, scrisse al direttore, don Camillo Bruno, il 29 novembre 1932: “Fa che abbia lui, Mogni, Nicola, un vitto molto, molto sostenuto, se no finiranno male e li porteremo sulla coscienza. È gente che non bada a lavorare e che si spende: la Congregazione non si spende mai troppo per chi si spende per essa. Oltre al vitto più sostenuto e ad una vera supernutrizione, abbiano uovo con latte il mattino e latte caldo con uovo sbattuto a merenda. E fa che sia subito, da non arrivare troppo tardi”.
Studiò teologia per conto proprio, sostenne gli esami e fu sacerdote il 24 febbraio 1934.
Per tutta la vita ebbe incarichi nelle case di formazione e nella formazione: a Montebello (1934-1940), a Buccinigo (1949-1945), a Patrica (1950-1955) a Roma “Santa Maria” (1955-1967) e a Sette Sale (1958-1961). Dal 1967, risiedette nelle comunità di Roma, al Centro di Monte Mario, eccettuata una parentesi a Reggio Calabria (1973-1975).
Aiutò come padre spirituale e confessore varie comunità orionine e altre comunità esterne che a lui ricorrevano; in particolare il Movimento “Tra Noi”, il “Piccolo Rifugio” e la “Piccola Pietra”. Era il riferimento per le confessioni di chierici e di religiosi, di sacerdoti e di laici che venivano a cercarlo nella sua stanzetta.
Ebbe sempre a tribolare con la salute, ma non se ne lamentava; si curava con obbedienza; si offriva agli altri senza troppo pensare ai propri malanni e all’età avanzata.
Anche di questo orionino possiamo dire che “è morto d’in piedi”, lucido, attivo, interessato agli altri e aperto alle relazioni fino a un paio di giorni prima della morte, avvenuta a mezzogiorno del 3 dicembre, prima Domenica di Avvento.
Un ricordo personale. Due anni fà, poco prima del natale 2004, fui avvisato che Don Santella desiderava parlarmi. Fui a incontrarlo nella sua stanza. Mi parlò della congregazione, mi incoraggiò nel mio nuovo ufficio, infine annunciò che aveva qualcosa da consegnarmi. Si alzò, andò all’armadietto e ne trasse un orologio, un vecchio orologio da taschino. Tenendolo tra le mani aperte e guardandolo con tenerezza, mi disse: Me l’ha dato Don Sterpi, su suggerimento di Don Orione, nel 1936, quando ero a Montebello. Quante ore ha segnato, tutte per il Signore”. E a mani aperte, come nel gesto dell’offertorio, mi consegnò il suo orologio da tasca. “Questo orologio ha contato quasi settant’anni della mia vita religiosa”.
È l’orologio della fedeltà. Ora non misura più il tempo di Don Santella, ma ricorda il senso e il valore della vita: “tutte ore per il Signore”.
Molinari Giuseppe su "Don Orione Oggi" n. 5 maggio 2007
Un'eredità spirituale da conservare con gelosia
Il ricordo delle persone buone rimane a lungo nel cuore di coloro che le hanno conosciute e i loro insegnamenti si trasformano in punti fermi della vita. Presentiamo la testimonianza di un ex-allievo che ci parla di don Fausto Santella.
"Vada per l'altra vacca"
Sono un "antico" ex allievo dell'Opera Don Orione (dal 1935 al 1948) e sono stato ospitato a Borgonovo Val Tidone (1935/39). In quel periodo ho avuto la fortuna di vedere e di incontrare Don Orione quando, con alcuni confratelli, era venuto a visitare l'Istituto. I miei Direttori a Borgonovo furono Don Camilloni e Don Pace; a Tortona (San Bernardino) Don Franceschini; a Vogherà Don Valentini e Don Prosi; a Buccinigo d'Erba Don Santella; a Sassello (Periaschi) Don Radi; a Torino Don Pollarolo e Don Borile. Di tutti questi ottimi Direttori quello che più spesso occupa i miei pensieri è Don Santella. Ricordo con quanta passione nei suoi vari sermoni esortava noi ragazzi a comportarci da veri cristiani e ad affidarci alla protezione della Madonna e dei santi ripetendoci con vera commozione che giungeva fino alle lacrime: "credetemi, ho già quarant'anni e solo comportandoci così saremo completamente soddisfatti e ci guadagneremo il Paradiso".
Un altro ricordo è questo: punito per una mia presunta marachella e risultato poi innocente, Don Santella quasi si scusò con questa sibillina frase "vada per l'altra vacca" intendendo le volte in cui avrei dovuto essere veramente punito e non lo fui. Citava un vecchio aneddoto in cui si diceva che un contadino era stato incolpato del furto di una mucca proprio quella volta in cui era invece innocente. E questa frase anch'io all'occorrenza ripeto in famiglia ricordando così costantemente Don Santella.
Chiedo scusa per questi ricordi che onorano la memoria di Don Santella e testimoniano l'affetto immutato che da allora porto a Don Orione e alla sua Opera.
Download documenti