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Ricordiamo Sac. CICOLINI Bruno

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 10 Maggio 1998
Luogo del decesso: Santa Maria la Longa (Udine)
Luogo di sepoltura: Santa Maria la Longa (Udine)

Sac. CICOLINI Bruno, da Malé (Trento), morto a Santa Maria la Longa (Udine) nel 1998, a 83 anni di età, 61 di Professione e 54 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", n. 196, gennaio - agosto 1998 

Sac. Bruno Cicolini
Da Malè (Trento), passato al Signore in Santa Maria La Longa (Udine) il 10 maggio 1998, a 84 anni di età, 62 di professione religiosa e 55 di sacerdozio. Riposa a S.Maria La Longa.

Non ha atteso le buone notizie: Don Bruno è andato a far compagnia al Beato Fondatore e a tutti i benemeriti suoi discepoli, come lui, suoi seguaci in umiltà e silenzio, in nascondimento di vita e di opere. Il suo nome è comparso sui fogli della Congregazione soltanto nelle circostanze d'obbligo che segnò il cammino di ogni religioso: i suoi passi sono stati sempre silenziosi, ornati del decoro dell'umiltà e del lavoro nascosto, senza rumori.

Dal suo Trentino, dove era nato il 4 ottobre 1914, aveva portato in Congregazione un'indole mite, semplice, estranea ai rumori propri dei suoi 14 anni e si era immerso nella pietà riservata e seria, che gli meritò subito la vestizione sacra, fattagli dal caro Padre Don Orione il 25 dicembre 1929. Una vocazione decisa, la sua, retta, zelante.

Dopo il ginnasio, da Tortona era passato al noviziato, sotto la santa guida di Don Cremaschi (1935-36), pronunciando i primi voti il 7 ottobre 1936, cui seguirono quelli perpetui, nella festa dell'Immacolata 1941.

Fatta la filosofia ancora Tortona (1936-38), compì il tirocinio come infermiere a Genova-Castagna (1938-40), e tornò in Casa Madre per la teologia (1940-44), ricevendo il presbiterato anticipato per la guerra il 3 ottobre 1943. Lo riprese, dopo, Villa Moffa, per sette anni (1944-51), quale addetto alla campagna, e poi Reggio Calabria (San Prospero), impegnato con i vecchi del Piccolo Cottolengo, con cura spirituale degli orfani e probandi e aiutante nel Santuario di Sant'Antonio. Dopo, per tre anni (1957-59), fu direttore in Velletri Colle Giorgi e, dal 1960 al 1964, per servizi vari, lavorò di nuovo a Reggio Calabria, custode a Casamicciola (1965-68), vicario a Noto (1969-73), ad Arnesano (1974-76), e di nuovo a Noto (1976-91), finché motivi di salute lo portarono malato a Santa Maria la Longa (1992-98).

Dopo l'ordinazione sacerdotale aveva domandato di poter lavorare fra i poveri del Piccolo Cottolengo napoletano, allora appena avviato,"sperando - scriveva - di fare tanto bene e che il Signore mi concederà la grazia di essere uno dei privilegiati per questo lavoro. Il Signore mi accenda il cuore della carità, veramente ignita, che dirompeva nel cuore del nostro Padre Don Orione...". Dai suoi superiori era definito "sempre tra i primi nell'obbedienza e nel sacrifìcio...". Di lui si è detto, non parlarono le cronache di Congregazione, impedite dalla sua semplicità, dalle sue limitate capacità, impreziosite, tuttavia, da giovialità e apertura verso tutti. Laborioso, sempre disposto alla fatica, sorridente, era lieto di potersi offrire a tutti, in tutto, alla piccola, amatissima sua famiglia religiosa: con lo sguardo sempre rivolto Don Orione, a Don Sterpi - che lo stimarono - e a tutti i Superiori, che ne compresero lo spirito eletto e la santità della vita.

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