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Ricordiamo Sac. SECCHIAROLI Umberto

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 11 Dicembre 1995
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:

Sac. SECCHIAROLI Umberto, da Monteporzio (Pesaro), morto a Genova nel 1995, a 87 anni di età, 58 di Professione e 52 di Sacerdozio. Da Monteporzio (Pesaro), passato al Signore in Genova - Castagna, l’11 dicembre 1995, a 87 anni di età, 58 di Professione religiosa e 52 di sacer-dozio. Apparteneva alla Provincia religiosa di “San Benedetto” (Genova). Nato il 26 luglio 1908, nelle Marche, secondo di cinque fratelli, dopo varie esperienze, che rafforzarono in lui il desiderio di donarsi a Dio nel servizio del prossimo più bisognoso, all’età di 26 anni fu accolto dallo stesso Don Orione nella Casa madre di Tortona (AL), il 22 dicembre 1934, ed assegnato al gruppo dei “Carissimi”, che alternavano lo studio al lavoro, animati dal “giovanile” fervore ed entusiasmo che il Beato fondatore sapeva infondere nei suoi discepoli. Fece così le prime quattro classi ginnasiali nei corsi della “scuola di fuoco” (‘34-36), ricevendo nel frattempo il santo abito nella festa della Madonna della Guardia del 1935, ed iniziando poi il noviziato a Villa Moffa coronato dalla prima Professione coi Voti emessi, il 1° settembre 1937, nelle mani di Don Orione appena ritornato dall’America. Sempre a Tortona, nella Casa madre e sotto la guida del Venerabile Don Sterpi, che ne scopriva ed apprezzava la solida vocazione, riprese gli studi, sempre integrati col lavoro, nello stile orionino della “santa fatica manuale”, intesa come elemento non secondario di una buona formazione religiosa e sacerdotale. Poiché il giovane Secchiaroli, ancor prima di entrare in Congregazione, era già stato un pratico “tuttofare” (falegname, fabbro, manovale muratore e tinteggiatore) e data la sua disponibilitàe mitezza unita all’attitudine della concretezza e della vita vissuta, si attirò la stima e la fiducia di Don Sterpi che usò di lui nello “sfacchinare” quotidiano, per realizzare i progetti della carità e del bene, di continuo, pur tra difficoltà e preoccupazioni, ideati e suggeriti dal fondatore Don Orione. Lo vediamo così terminare la quinta ginnasio e i due anni di filosofia (‘37-40) dispensato dal classico “tirocinio”, lavorando egli già durante gli studi , e iniziare subito il corso teologico al “Paterno”, ricevendo nel frattempo i vari ordini sacri (1943), preceduti dalla Professione perpetua emessa nella festa dell’Immacolata del 1941: il Presbiterato lo riceve il 3 ottobre 1943, dal Vescovo diocesano Mons. Egisto Domenico Melchiori, nel Santuario della Madonna della Guardia in Tortona. Subito viene destinato a sostituire, per qualche mese, il direttore ammalato a Vigevano e a Castelnuovo Scrivia (1944), passando poi a dirigere l’Istituto San Fogliano di Torino (‘44-45), vivendone le difficoltà e i drammi causati dalla guerra in corso. Trascorre poi l’anno di pastorale al Castel Burio in Costigliole d’Asti per migliorare la sua preparazione sacerdotale ed ascetica (1946), prima di essere dai Superiori destinato, come Incaricato prima, e Direttore poi, alla costruenda Casa per aspiranti di Grotte di Castro, in quel di Viterbo (‘46-48). Riceve poi l’incarico che ne contraddistinguerà la persona e l’attività per più di quattro decenni. Dal 1948 al 1983 è direttore della Casa del Giovane Lavoratore in Via Borghini, a Firenze, dove, con la sua esperienza e mitezza sa accogliere, educare ed avviare alla vita sociale e al lavoro, schiere di giovani difficili o in situazioni familiari e personali molto precarie, in ciò favorito anche dalla limitata capienza ricettiva della casa, che egli strutturò ed organizzò in modo da far sentire i ragazzi come in una vera famiglia. Vantaggi e problemi egli li seppe sfruttare o superare e risolvere con il suo carisma “paterno”, fidandosi della Divina Provvidenza e della comprensione degli Amici, dei datori di lavoro, che ammiravano in lui l’anelito al vero bene del prossimo più bisognoso. In quasi cinquant’anni di vita fiorentina, seppe meritarsi la buona considerazione dei vari Pastori della diocesi, nonché la fiducia e stima, di tutti i Superiori maggiori, specialmente Don Sterpi, Don Pensa e Don Zambarbieri. Di lui l’attuale Superiore generale Don Roberto Simionato, dopo averlo più volte visitato ed averne appreso la dipartita, ha scritto: “...Se ne è andato un vero orionino. Per ricordarlo come si merita, basta sapere che centinaia di giovani si ostinano a chiamarlo “PADRE”, perché tale è stato per loro. “Padre” riecheggia la paternità di Dio che solo è PADRE. “Padre” ci rimanda a quel grande cuore di Don Orione che di don Umberto è stato Padre. Oh, ci mandi il Signore anche oggi dei sacerdoti che sappiano vivere da “Padri dei poveri”...” Dal 1983, in ossequio alle nuove regole, pur restando sempre nella stessa casa, che -come afferma il suo Direttore provinciale- “sentiva affettivamente sua”, seppe collaborare, con sacrifici personali, alle nuove esigenze comunitarie e strutturali, aiutando ed anche consigliando i nuovi confratelli . Di carattere mite e quasi riservato, pur cosciente delle sue limitate capacità, tuttavia fu sempre industrioso nel risolvere situazioni e aiutare gli altri. Emise lo speciale “giuramento di fedeltà al Papa” il 29 agosto 1961 ed ebbe poi la gioia di ripetere, con il primo gruppo di religiosi, il IV° Voto, sempre di speciale fedeltà al Papa, presso la tomba di San Pietro, nelle grotte vaticane, il 13 agosto 1983. Dal 1994, si trovava nella nostra Casa di Genova - Castagna, sempre in edificante attesa e preparazione alla divina chiamata. Nel suo 50° di sacerdozio scriveva: “Rendo grazie al buon Dio per la misericordia che mi ha sempre usato e alla Madre Celeste che mi ha accompagnato nel cammino della vita. Porto nel cuore la gratitudine a Don Orione, alla Congregazione, e il ricordo affettuoso di tutti i giovani passati in questa Casa dell’Opera in Firenze.” E’ sepolto, in semplicità, nel cimitero del paese natio, dove ancor giovane aveva lavorato come manovale muratore.