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Ricordiamo Sac. MERLO Luigi

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 8 Dicembre 1973
Luogo del decesso: Torino
Luogo di sepoltura:

Sac. MERLO Luigi, da San Biagio (Cuneo), morto a Torino nel 1973, a 65 anni di età, 34 di Professione e 30 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", Gennaio - Marzo 1974

SAC. LUIGI MERLO
da S. Biagio (Cuneo),  morto all'ospedale di Torino l'8 dicembre 1973, a 65 anni di età,  34 di   professione e 30 di  sacerdozio.

Vocazione tardiva, fu ricevuto da Don Orione all'età di 23 anni, dopo che aveva fatto il servizio militare. Fece il suo tirocinio pratico, in qualità di lavoratore, prima a Genova (1931-1933) e poi alla Colonia di Mursecco (1933-1938), Ordinato   Sacerdote   nell'ottobre   del   1943,   fu   alla   Colonia   S.   Innocenzo (Calvina) di Tortona. Poi D.Sterpi lo destinò nel Sud America ove lavorò per vari  anni nelle nostre opere dell'Argentina e del  Brasile, come confessore e Padre Spirituale.

Verso la fine del 1956 rientrò in Italia e fu assegnato al Santuario dell'Incoronata in Foggia. Indi passò successivamente nelle seguenti istituzioni della Piccola Opera. Casa dell'Operaio di Torino, Piccolo Cottolengo di Milano, Santuario Madonna della Guardia in Tortona, Parrocchia S. Famiglia di Torino, dove era tanto apprezzato soprattutto per la sollecitudine e lo zelo con cui si prestava per le confessioni.

Ricoverato all'ospedale Mauriziano, l'8 dicembre si aggravò. Nel tardo pomeriggio volle sigillare la sua lunga carriera di Padre Spirituale distribuendo un'immaginetta dell'Immacolata a tutti i degenti della sua corsia. Terminata questa devota cerimonia, sentendosi stanco, sedette su una sedia ed ivi mori stroncato da improvviso infarto cardiaco.


Don Giuseppe Zambarbieri, in "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", Gennaio - Marzo 1974, p. 12-13:

SUFFRAGI PER DON LUIGI MERLO...

Il caro Don Merlo è tornato al Signore proprio nel giorno del­l'Immacolata, e mi pare che il suo tramonto non poteva avvenire sotto migliori auspici. Era tanto devoto della Madonna, ed ha me­ritato di avere questo segno di predilezione da parte di Maria SS.ma. Gli avevo fatto visita all'ospedale mauriziano di Torino, pri­ma di partire per la Spagna. Mi era parso piuttosto grave, ma ave­vo sperato che — come già altre volte — riuscisse a superare la crisi e potesse riprendere il suo posto di lavoro nella parrocchia delle Vallette, dove si prodigava con tanto zelo soprattutto nel ministero della confessione, senza stancarsi mai. Aveva scrollato la testa, quando gli avevo detto parole di augurio. Aveva chiaro il presentimento di essere alla fine. « Mi dia piuttosto la benedizio­ne — disse — perchè riesca a fare in tutto la santa volontà di Dio ». Abbiamo recitato un'Ave Maria (e s'erano uniti, tanto buoni anche i malati della sua camera) poi, con don Pelizza che mi aveva accompagnato, abbiamo impartito la benedizione desiderata Mi ringraziò e ci siamo salutati. Di 'lì a qualche giorno, dopo aver distribuito un'immagine della Madonna a tutti i compagni del re­parto, l'improvviso collasso e la morte, che, nei secondi vespri dell'Immacolata, coronava una vita tutta spesa nel lavoro — in patria e all'estero, specie in Argentina — con il desiderio, sem­pre e ovunque, di fare il bene