Dal giorno 21 luglio 2025, presso il Noviziato Don Orione di Brasilia, l’Istituto Secolare Orionino sta vivendo la sua IV Assemblea di Verifica. All’incontro partecipano le rappresentanti dei vari gruppi locali provenienti da Italia, Polonia, Costa d’Avorio, Argentina e Brasile, accompagnati dalla presenza e dal sostegno dell’assistente generale, don Fausto Franceschi.
Questo appuntamento, che si concluderà il 30 luglio, è per le consacrate dell’ISO un’occasione preziosa per rileggere insieme il cammino compiuto, condividere esperienze e orientare il futuro con spirito di discernimento. Oltre a essere un momento di verifica, l’Assemblea è anche un tempo di fraternità e comunione, vissuto nella luce della vocazione secolare consacrata.
Il primo giorno dell’Assemblea è iniziato con la celebrazione eucaristica vissuta in cinque lingue: italiano, portoghese, spagnolo, francese e polacco. «È stato un momento toccante e profondamente simbolico – riferiscono le consacrate -, un mosaico di suoni, inflessioni e accenti che, anziché creare confusione, hanno tessuto una sinfonia di unità spirituale. Non è stata una Babele, ma un piccolo anticipo della Pentecoste: dove la diversità non divide, ma arricchisce; dove le parole diverse non creano distanza, ma si fanno eco di un’unica lode, quella che sale al Padre da ogni popolo, lingua e nazione. In questa celebrazione multilingue, la Famiglia Carismatica orionina ha mostrato il suo vero volto: universale e unito, umile e glorioso, radicato nella fede e proteso verso il Regno».
In seguito, la Responsabile Generale dell’ISO, Rosita Dore, ha aperto i lavori assembleari richiamando all’attenzione l’icona della Samaritana al pozzo di Sicar, scelta come immagine guida di questo cammino condiviso: non una semplice illustrazione, ma una parola viva che ci parla. L’autore è il sacerdote Koeder, uomo di Dio che ha conosciuto la Croce nei campi di concentramento. Le sue opere nascono dal crogiuolo del dolore e della fede, e proprio per questo risplendono di luce interiore.
Nel pomeriggio, le consacrate hanno vissuto un momento significativo di raccoglimento e bellezza visitando la Cattedrale Metropolitana di Brasilia, opera dell’architetto Oscar Niemeyer e simbolo dell’elevazione dell’anima verso Dio. «Non si è trattato solo di una visita culturale o architettonica – fanno sapere le consacrate -, ma un pellegrinaggio interiore, un entrare nel silenzio che parla, un lasciarsi abbracciare dalla verticalità delle forme che indicano il cielo. Quella cattedrale, con la sua struttura slanciata verso l’alto e il gioco di luci che filtra tra le vetrate, sembra voler gridare al mondo che l’uomo è fatto per Dio, e che la bellezza può essere un linguaggio di fede. Entrare in quel luogo è stato un tempo di sosta e di ascolto, un’opportunità per ritrovare in uno spazio sacro ciò che talvolta smarriamo nella corsa: il senso della nostra consacrazione, la sete di infinito, la nostalgia del cielo».