«Sono venuto, sono venuto a darvi la Buona notte e sono venuto anche per salutarvi, perché, piacendo a Dio, domani mi assenterò per qualche tempo; per poco o per molto o anche per sempre, come piacerà al Signore. E nessuno più di me sa che la mia vita, benché apparentemente data l’età, sia ancora florida, nessuno più di me sente che questa mia vita è attaccata a un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi. E che se devo ringraziare Dio, il mio ringraziamento non è e non può essere che questo: «Misericordia dei quia non sumus consumpti!». È misericordia del Signore se sono ancora qui a parlarvi. Quindi mi vedo davanti e vicina la morte, più che non l’abbia mai veduta e sentita così vicina.
Desiderano che vada a Sanremo, dove da tanti anni non sono mai più andato, perché sento ripugnanza ad andare in queste case, in questi luoghi ameni, che non sono proprio per noi. Per questo devo fare uno sforzo ogni qualvolta devo andare a Novi, uno sforzo ogni qualvolta devo andare al Dante e a Sanremo, perché sento che quelle non sono le case, non sono l’Opera della Divina Provvidenza. Saranno buone case, saranno buoni Religiosi e sacerdoti, ottimi figli, ma sono case che, per un cumulo di circostanze e solo per esse, il Signore ha voluto, ha permesso che si aprissero, ma esse non esprimono lo spirito che il Signore desidera da noi.
Comunque, lasciando da parte queste considerazioni, è da tanto tempo che non vado a Sanremo, da prima che andassi in America e anche dopo; e anche quando so che là c’è chi fa bene, lascio di andare e mando altri, perché si sappia e si tenga conto che sono case che devono scomparire, perché non sono case della Congregazione della Provvidenza. Ora mi vogliono mandare a Sanremo, perché pensano che là, quelle aure, quel clima, quel sole, quel riposo possano portare qualche giovamento a quel poco di vita che può essere ancora in me. Però non è tra le palme che io voglio vivere! E, se potessi esprimere un desiderio, direi che non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo! Dunque, partire di qui senza dirvi nulla sarebbe stata cosa che ripugnava al mio cuore e sentivo che avrebbe anche fatto male a voi.
Sono venuto a salutarvi, spiacente di non poter assistere dopo domani alla prima Messa del nostro fratello che viene ordinato domani [Don Francesco Pigoli]. Però, come ho detto a lui da solo prima e poi assieme agli altri novelli diaconi quando sono venuti a trovarmi, però, se non sarò presente con il corpo, certamente sarò presente in un modo più alto, con tutto il mio spirito! E domani egli sarà il primo che porterò sull’altare, insieme a quell’altro nostro fratello che sarà pure ordinato domani a Roma. È questo il primo iugoslavo, a cui oggi ho scritto e che si prepara a partire fra venti giorni per le missioni. Partirà il 28, se piacerà a chi comanda di fare il passaporto. Bella cosa salire l’altare, prendere la benedizione del Papa, andare di corsa a salutare i suoi e poi, se il passaporto sarà pronto, partire per le missioni! E spero che insieme partiranno altri, tra cui alcuni polacchi, ai quali ho rivolto una preghiera: che andassero a prendersi cura dei loro fratelli. Io amo tanto i polacchi! Li ho amati fin da ragazzo, li ho sempre amati! […]
Sono venuto, dunque, a darvi la Buona notte. Potrebbe anche, sapete, essere l’ultima! Ma nulla ci deve essere più caro che compiere in noi la volontà del Signore! Anche voi vogliate vivere sempre alla presenza del Signore; vogliate fare sempre la volontà di Dio. Nulla vi sia più caro che fare la volontà di Dio! Questo è il ricordo datoci nell’ultima udienza di Pio X, il nostro Papa, il Papa che ci ha dato la prima casa in Roma, a Monte Mario. È il Papa che sta per essere elevato agli onori degli altari, il Papa che ha ricevuto nelle sue mani i miei Voti perpetui.
E un giorno si discuterà e so già quello che si dirà, se la Congregazione è stata approvata o no, anche dopo che il Papa ha ricevuto nelle sue mani i Voti perpetui di colui che indegnamente è il fondatore di quest’opera, dandogli insieme tutte le facoltà per fare ordinare i suoi chierici! Ma questo ve lo dico a vostro conforto, non perché io voglia fare in qualche modo degli appunti a quello che è avvenuto. Anzi vi prego di non pensare neppure a questo, perché non ve l’ho detto per fare delle recriminazioni, ma solo per affezionarvi di più alla Chiesa, per porvi più che in abbandono ai piedi della Chiesa.
Cari figlioli, sono venuto a darvi la Buona notte: potrebbe essere l’ultima! Vi raccomando di stare e di vivere sempre umili e piccoli ai piedi della Chiesa, come bambini, con piena adesione di mente, di cuore e di opere, con pieno abbandono ai piedi dei Vescovi, della Chiesa! E non vi dico del Papa, perché quando si dice dei Vescovi, “a fortiori” si dice del Papa, che è il Vescovo dei Vescovi, il dolce Cristo in terra!
Cercate di amare sempre il Signore, camminate nella via di Dio, non desiderate altro che di vivere secondo le leggi di Dio, secondo la vostra vocazione, adempiendo non solo quello che è la legge di Dio, i comandamenti di Dio, ma anche quelli che sono i consigli della perfezione, i Voti religiosi con i quali vi siete legati alla Chiesa e alla Congregazione.
La prima grande madre è Maria Santissima!
La seconda grande madre è la Chiesa!
La terza, piccola, ma pur grande madre, è la nostra Congregazione!
Siate tutti di Maria Santissima! Siate tutti roba della Chiesa! Amate molto il Signore! Siate devotissimi della Madonna! Evitate a ogni costo, a costo di qualunque sacrificio, il peccato, tutti i peccati. La morte, ma non peccati, diceva Savio Domenico. In queste parole del discepolo più caro di Don Bosco, c’è tutto lo spirito di Don Bosco, c’è tutto quello che il Signore vuole da me e da voi.
Se qualche volta ci sentiamo deboli, raccomandiamoci al Signore e a Maria Santissima. Confessiamoci bene, bene, non per abitudine. Non accontentatevi di un confessore così, così, ma andate ai piedi del sacerdote che rappresenta Gesù Cristo: andate a esprimere a Gesù Cristo tutto il vostro amore e il vostro dolore. Preparatevi e accostatevi con slancio e con fervore alla santa Comunione; e preparatevi, nell’unione di Cristo, a esserne un giorno ministri non indegni. Che bel conforto, anche per voi, di sapere che domani avremo la consolazione di avere due sacerdoti e dodici diaconi! E anche tra di voi prossimamente vi saranno degli ordinati, dei promossi a qualche ordine. Ma non vengo per dirvi questo, anzi, per carità, non vorrei che deste troppo peso a questo per non storpiare la Buona notte di questa sera. Questa è una Buona notte tutta speciale, tutta particolare e voi lo sentite! Domani vi celebrerò la santa Messa, pregherò per tutti quelli che domani saranno ordinati. Non vi nascondo che per tutto l’anno 1940 è permessa dal Padre Visitatore la promozione ai vostri Ordini. Forse il Signore ci concede questo per darmi conforto in questo mese nel quale mi sono sentito poco bene! Dunque, addio, cari figlioli! [si ferma un istante, china il capo e appoggiandosi alla balaustra, commosso].
Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte!»
[Quasi per tacito accordo nessuno si muove dai banchi. Don Orione si inginocchia e appoggia la testa sulle braccia intrecciate sulla mensa dell’altare. Si sente un silenzio pieno di commozione. Parecchi piangono. Passano alcuni minuti. Poi il Signor canonico Perduca, che ha in questi giorni predicato agli Ordinandi, prega un chierico di andare a chiedere al Direttore la benedizione per tutti. Il Direttore si alza, recita un’Ave Maria e con ampio gesto benedice, dicendo:]
«Gratia, misericordia, pax, et benedictio Dei Omnipotentis: Patris et Filii et Spiritus Sancti descendat super me et super vos, et maneat semper nobiscum. Amen».
[Appena rientrato in camera, Don Orione chiede, contrariamente alle altre volte, se Don Orlandi e i suoi aiutanti scrivani erano presenti alla Buona notte, facendo così pensare a un suo tacito desiderio che la parte sostanziale di queste parole di addio rimanessero fissate per iscritto].