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27 Ottobre 2025

Seconda Giornata dell'Assemblea: una verifica che genera ripartenza

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Dopo la significativa esperienza carismatica vissuta al Piccolo Cottolengo di Claypole, la seconda giornata dell’Assemblea Generale di Verifica si è distinta come un tempo privilegiato di ascolto e di riflessione comunitaria. I partecipanti si sono posti in ascolto della Parola di Dio, della valutazione del Consiglio Generale e delle relazioni dei Superiori Provinciali e Delegati, per rileggere insieme il cammino compiuto e discernere i passi futuri della Piccola Opera.

La giornata si è aperta con la celebrazione eucaristica della XXX Domenica del Tempo Ordinario, presieduta da don Carlo Marin, della Provincia Madre della Divina Provvidenza (Roma), e arricchita dall’omelia di don Giovanni Carollo, che ha proposto una meditazione sulla parabola del fariseo e del pubblicano, collegandola agli obiettivi spirituali dell’Assemblea.

Ricominciare – ha affermato – significa rinascere, ritornare semplici, dire di nuovo sì alla vita e credere nell’amore.” Ha invitato a ritrovare la centralità di Dio quale fondamento della fede, ricordando che “il punto di partenza non è mai l’io, ma Dio” e che “il cuore della vita cristiana non è ciò che noi facciamo per Lui, ma ciò che Dio fa per noi.”

La parabola – ha concluso – è una “battaglia” tra l’autoreferenzialità del fariseo e la fiducia del pubblicano. La conversione del cuore nasce dal rimettere Dio al centro, permettendo che la relazione con Lui possa plasmare la missione e generare uno sguardo nuovo, capace, come quello di Don Orione, di scorgere Cristo nel volto degli ultimi.

Dopo la celebrazione, i lavori assembleari – moderati da don Maurizio Macchi – sono proseguiti con la seconda sessione, dedicata all’ascolto. In apertura, il Consiglio Generale ha presentato la propria Relazione, sintesi delle visite canoniche, delle esperienze fraterne e del discernimento maturato nel corso della prima parte del sessennio.

Il Direttore Generale, padre Tarcisio Vieira, ha introdotto il documento sottolineando che lo sguardo dell’Assemblea “si volge al passato per verificare la fedeltà al cammino intrapreso con il XV Capitolo Generale (Montebello, 2022), ma si apre soprattutto al futuro, per rinnovare con Don Orione il coraggio di ‘gettarsi nel fuoco dei tempi nuovi’, pronti – se necessario – a correggere la rotta o a intraprendere sentieri nuovi di comunione e di missione.”

Il senso di questa Assemblea, ha spiegato, è racchiuso in una dinamica di rinnovamento continuo: verificare per rilanciare, discernere per rigenerare, ripartire per ricominciare. “Nessuno di questi verbi da solo esaurisce il significato dell’Assemblea di Verifica, che in realtà è un unico movimento di conversione e di crescita. Dopo le tappe personali, comunitarie e provinciali, questa fase generale mira a rimettere in moto il compimento delle decisioni capitolari e a ravvivare la passione del carisma orionino nel mondo.”

Il Direttore Generale ha ricordato che la Parola di Dio è la bussola spirituale dell’Assemblea, in particolare il capitolo 5 del Vangelo di Luca, che accompagnerà i giorni assembleari. Come Pietro, chiamato da Gesù a “prendere il largo e gettare di nuovo le reti” dopo una notte di fatica e di fallimento, anche la Congregazione è invitata a fidarsi del Signore e a ripartire con speranza.

La sconfitta non è l’ultima parola – si legge nella Relazione – perché il Signore può trasformare i luoghi dell’inefficacia in spazi di chiamata e di missione.” In questo spirito, le diverse sezioni del capitolo lucano – dalla pesca miracolosa alla chiamata di Levi, dalla guarigione del lebbroso al “vino nuovo in otri nuovi” – sono state presentate come icone di conversione e domande provocatorie per la vita orionina di oggi: toccare la carne dei poveri, agire con coraggio profetico, collaborare con spirito sinodale, rinnovare strutture e mentalità perché la carità possa essere sempre più generativa.

Nella prospettiva evangelica di Luca 5, l’Assemblea è chiamata a vivere un “atto pasquale”: non un semplice ripetere, ma un ricominciare nello Spirito, lasciando che la Parola rinnovi criteri, ritmi e stili di vita. Questo, ha ricordato il Consiglio, era il cuore stesso dell’esperienza di Don Orione, che nel 1918 scriveva a Don Sterpi: “Ora bisogna continuare a servire la Chiesa con tutti noi stessi, e ricominciare in tutto ad essere tutti di Dio... con fede grande, con carità grande, con abbandono grande nella Divina Provvidenza.”

Così, la ripartenza orionina non nasce dall’efficienza o dal calcolo, ma dall’abbandono fiducioso nella Provvidenza, che guida il passo di chi rimette tutto in Dio per donarsi totalmente alla Chiesa e ai fratelli.

La Relazione ha infine sottolineato il valore simbolico di celebrare questa Assemblea proprio in Argentina, “seconda patria” di Don Orione e terra in cui il suo carisma si incarnò in opere di carità e di misericordia. “Da Don Orione e con Don Orione – si legge – vogliamo imparare ancora una volta ad amare Dio servendo l’uomo e a servire l’uomo per amore di Dio, perché la Piccola Opera continui ad essere nel mondo un segno di speranza e di Provvidenza divina.”

Nel corso della giornata, i Provinciali e Delegati hanno poi condiviso le relazioni sulle proprie circoscrizioni, presentando esperienze, dati e prospettive che testimoniano la vitalità e l’espansione del carisma orionino nei cinque continenti.

Con i Vespri, nella luminosa cornice della Casa Solaz de María, la preghiera comunitaria guidata dal Viceprovinciale della Provincia “Nuestra Señora del Pilar” (Spagna e Venezuela), ha concluso la giornata in un clima di gratitudine e di lode al Signore.

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