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10 Dicembre 2025

Roma - Ordinati tre nuovi Diaconi nella parrocchia Mater Dei

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L’8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata Concezione, la parrocchia Mater Dei di Roma ha accolto con gioia l’ordinazione diaconale dei chierici Dhiraj Chinnabathini (OLH), Igualdino Da Silva Tavares (BRS), Faneva Laurent Rafanomezantsoa (MAD) e Jean Felix Tahinjanahary (MAD). La celebrazione è stata presieduta dal Cardinale José Tolentino Mendonça, che ha imposto le mani sui candidati e guidato la Messa, concelebrata dal direttore generale P. Tarcisio Vieira insieme a numerosi sacerdoti orionini.

Nella sua omelia, il Cardinale ha richiamato l’attenzione sul significato profondo della festa dell’Immacolata: non soltanto un riconoscimento dei privilegi di Maria, ma soprattutto la manifestazione dell’opera viva e concreta di Dio in lei, che si riflette anche nella nostra esistenza. Ha ricordato che la vita di ciascuno, con le sue fragilità e difficoltà, è il luogo in cui Dio si rende presente e ci educa alla fiducia piena e incondizionata.

Poi rivolgendosi direttamente a tre ordinandi ha affermato: “Ricordatevi di quanto diceva Don Orione: «Il nostro Dio è un Dio appassionato di amore». Diventate pure voi appassionati di amore, quello diventi il vostro programma, innamorati «di amore puro, amore alto ed universale». La vera diakonia è fare sentire a tutti, soprattutto ai più vulnerabili ed immarginati, che lo desiderio di Dio è uno disegno d'amore”.

In me personalmente – ha aggiunto il Cardinale - ha un grande impatto la proposta educativa di Don Orione che si può riassumere in un consiglio: «Bisogna soprattutto cercare la corda sensibile del cuore, e prenderli dal lato del cuore. Dio poi farà il resto». Dio cerca la corda sensibile del vostro cuore, perché potete fare lo stesso con i fratelli”.

L’invito poi è quello di guardare a Maria quale maestra e modello della Chiesa in cammino. La sua vicenda mostra che al centro del cristianesimo non ci sono idee astratte, ma vite concrete: la sua biografia, la sua storia personale, diventano il luogo dell’azione di Dio. L’incontro con l’angelo avviene in forma di dialogo sincero, dove anche dubbi e paure trovano spazio. La fede, infatti, nasce dal dialogo e dalla fiducia: Dio non ci salva malgrado noi, ma con tutto ciò che siamo.

Maria – ha proseguito il Card. Mendonça - scopre nell’incontro con l’angelo che la sua vita è a servizio di un progetto più grande, di una diakonia più grande. Ossia che la vita non comincia e finisce con lei, non ha il suo inizio e la sua fine nei sogni che accarezzava per il proprio futuro, nei desideri che nutriva per sé. La vita non si rinchiude nel perimetro ideale della felicità che lei aveva probabilmente accarezzato nel suo giovane cuore. Il Signore la chiama a porsi a servizio di una felicità più grande e imprevista, a farsi complice della gestazione del futuro di Dio. E Maria risponde: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». Il cristianesimo diviene credibile quando appare serva del cuore di Dio. Quando vince la tentazione dell’autoreferenzialità e si mette coraggiosamente a servire, a lavare i piedi agli ultimi, a saziare la sete che c’è nell’uomo. In questo senso, «Maria è la gran Madre che splende… sull'orizzonte del cristianesimo»”.

Il Cardinale ha quindi concluso la sua omelia invitando gli ordinandi a rivolgere oggi e sempre il loro cuore a Maria. “Cercatela perché Lei vi porti a Gesù ad ogni momento. Riconoscete Gesù tra le braccia di Maria. Così esortava Don Orione:  «noi andiamo a Gesù per Maria. I pastori cercarono Gesù, e lo trovarono nelle braccia di Maria. I Re Magi vennero da regione lontana per cercare il Messia, e lo adorarono nelle braccia di Maria. E noi…dove troveremo noi ancora e sempre Gesù? Lo ritroveremo e lo adoreremo, tra le braccia e sul cuore di Maria!»”.

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