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31 Dicembre 2025

“Mettiamo il nostro cuore in quello di Dio!”. Dimorare nel Cuore di Cristo per ardere nella carità

Messaggio del Direttore generale P. Tarcisio Vieira e del suo Consiglio per il nuovo anno 2026.

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Mentre il Giubileo della Speranza si avvia al suo compimento, lasciamo che una parola del nostro Padre Fondatore diventi per noi criterio e programma per l’anno nuovo. È un appello nato in prossimità della chiusura del Giubileo Straordinario della Redenzione del 1933, e per questo ha il tono di un gesto spirituale: come se Don Orione ci conducesse alla Porta Santa e, prima che essa si richiuda, ci chiedesse di compiere un passaggio interiore e decisivo.

L’anno del giubileo sta per finire: chiudiamo, prima che il Papa chiuda la Porta Santa, la nostra vita nel Sacro Cuore di Gesù. Vi raccomando la preghiera; i motivi li sapete, li intuite. Mettete il vostro cuore in quello di Dio. Imprimiamo nel nostro affetto Gesù Crocifisso e cerchiamo di crocifiggerci in Croce con nostro Signore. Invochiamo l’aiuto della Madonna Santissima… e incominciamo una vita nuova nel nome del Signore.” [26/03/1934] (Parola VI, 88).

Non sono parole da ricordare soltanto: sono parole da celebrare con la vita. Prima che si chiuda la Porta Santa, chiudiamo noi stessi nel Cuore di Cristo, e mettiamo il nostro cuore in quello di Dio. Questo è l’atto spirituale che il nostro Padre propone per “incominciare una vita nuova” nel 2026: un atto di dimora e di offerta, di fiducia e di conversione, di chiamata e di invio. In concreto, è un invito ad accogliere e a rispondere con la vita a un brano commovente del Vangelo, nel quale Gesù dice: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. […] Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita” (Mt 11, 28-29).

“Chiudere la nostra vita nel Sacro Cuore di Gesù” significa entrare nella dimora dell’Amore che ci precede e ci salva. Non è sottrarci alla storia o alla realtà: è custodire la vocazione e la nostra identità carismatica nel luogo dove ogni paura si ridimensiona e ogni stanchezza ritrova respiro. È lasciarci raccogliere dal Signore perché le nostre giornate non nascano dall’urgenza, ma dalla “prima ora” con il Signore; non dai calcoli, ma dalla Provvidenza; non dalle reazioni, ma dalla fede. Don Orione lo desiderava per ciascuno di noi con un’immagine ardente: “Che il tuo petto sia un petto apostolico e un mare di carità… come il Cuore di Cristo.” [1932] (Scritti 65, 65)

“Mettere il nostro cuore in quello di Dio” è consegnare a Lui il centro delle nostre scelte, perché la nostra libertà si unifichi nella sua volontà e la carità diventi decisione, stile, testimonianza e prossimità. È imprimere nel nostro affetto Gesù Crocifisso con il Suo amore senza fine e lasciarci conformare a Lui. Così possiamo attraversare il tempo senza smarrirci e senza irrigidirci; possiamo davvero “gettarci nel fuoco dei tempi nuovi” senza consumarci: con un cuore pacificato e fraterno, povero e ardente, in grado di stare “in mezzo al popolo” e di curarne le piaghe, portando a tutti non noi stessi, ma Gesù Cristo, cuore del mondo. È la scuola della carità che Don Orione sintetizza con limpida radicalità: “Bisogna riposare il cuore sul Cuore di Cristo… elevare l’edificio dell’amore sulle rovine di ogni egoismo, di ogni amor proprio: allora tutto diventa Gesù.” (Scritti 79,341)

Il tema del cuore — il cuore fragile e assetato di ogni uomo, il cuore grande e magnanimo di Don Orione, il Cuore trafitto e misericordioso di Cristo — è la chiave più adatta per vivere questo passaggio d’anno in stile orionino. È la chiave del ringraziamento per il 2025: perché possiamo riconoscere, nella Provvidenza, le grazie ricevute e deporre nel Cuore di Gesù anche ciò che è rimasto incompiuto, faticoso o ferito. Ed è la chiave dell’inizio del 2026: perché, se il nostro cuore riposa nel Cuore di Cristo e si lascia porre nel cuore di Dio, allora la speranza non sarà un sentimento passeggero, ma una scelta; la carità non sarà soltanto slancio, ma fedeltà; la missione non sarà rumore, ma testimonianza. Così, nel nome del Signore e sotto lo sguardo della Madonna Santissima, potremo entrare nel 2026 facendo nostre le parole con cui Don Orione, in una pagina di ardore apostolico, svela il suo desiderio più profondo: “Sento un grandissimo bisogno di gettarmi sul Cuore del Nostro Caro Signore Crocifisso e di morire amandolo e piangendo di carità… e abbracciare tutte le anime e salvarle tutte, tutte… Correre per tutta la terra e per tutti i mari e mi pare che la carità immensa di Nostro Signore Gesù darà la vita a tutta la terra e a tutti i mari, e tutti chiameranno Gesù Cristo.” (Scritti 115,142)

 2025: l’anno di due Papi

L’anno 2025 è stato, per la Chiesa, l’anno di due Papi: Papa Francesco e Papa Leone XIV. Nel mese di aprile abbiamo ricevuto con grande dolore la notizia della morte di Papa Francesco. Siamo rimasti profondamente rattristati, ma il cuore era colmo di gratitudine: per dodici anni il Signore ci ha donato Papa Bergoglio. Attraverso di lui abbiamo compreso in modo nuovo e più profondo molte parole del nostro Fondatore, perché non sono mancati i punti di contatto tra loro. È stato davvero un Papa “orionino”: un cuore senza confini, infiammato d’amore per Dio e per l’umanità. Ha riportato la gioia del Vangelo al cuore della vita cristiana e, con il suo magistero e soprattutto con i suoi gesti, ci ha insegnato a guardare alle periferie come luogo privilegiato dell’incontro con Cristo. È stato il Papa della gente semplice, degli ultimi e degli emarginati. Per lui nessuno era scartato da Dio: “Nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio”.

Alcuni mesi prima della sua morte, ha consegnato alla Chiesa un testo che molti considerano la sua eredità spirituale e una chiave di lettura del suo pontificato: l’enciclica Dilexit nos, sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo. Se, negli anni, Papa Francesco ci ha richiamati con forza evangelica ad andare verso le periferie, a riconoscere Cristo nei piccoli e a non lasciare nessuno ai margini, Dilexit nos ci riporta alla sorgente da cui nasce ogni passione apostolica: non l’affanno del fare, ma l’amore che precede e rigenera. In un “mondo liquido”, essa ci invita a tornare là dove la vita si unifica e matura: “In questo mondo liquido è necessario parlare nuovamente del cuore” (DN 9). Quando il cuore è svalutato, si impoveriscono anche le relazioni e l’incontro; quando invece il cuore si lascia raggiungere dal Cuore di Cristo, la carità ritrova senso e la missione ritrova verità.

Per questo, entrando nel 2026, accogliamo come proposta di cammino la parola che il nostro Fondatore ci dona: “Mettiamo il nostro cuore in quello di Dio!”. È un itinerario che chiede un atto interiore e una scelta quotidiana: dimorare nel Cuore di Cristo per ardere nella carità. Ed è qui che la voce del Papa si traduce in indicazioni concrete: “in qualche modo tu devi essere missionario, come lo furono gli apostoli di Gesù e i primi discepoli… questa è anche la tua missione”; e aggiunge che “Gesù lo merita” e che, se ne avremo il coraggio, “Lui ti illuminerà, ti accompagnerà e ti rafforzerà”: non importa se vedremo subito dei risultati, perché questo “lascialo al Signore che lavora nel segreto dei cuori”, ma non smettiamo “di vivere la gioia di cercare di comunicare l’amore di Cristo agli altri” (DN 216).

Habemus Papam! Con gioia e commozione, l’8 maggio abbiamo reso grazie al Signore per il nuovo Pastore universale, Papa Leone XIV (Robert Francis Prevost). La sua elezione è stata per noi l’occasione di rinnovare, con affetto filiale, il legame che le nostre Costituzioni riconoscono come tratto essenziale del carisma: “Riteniamo primo e più rilevante aspetto del nostro carisma l’incondizionato amore, l’umile adesione e il fedelissimo servizio al Papa, vicario di Cristo, riconoscendoci votati a dargli il cuore, la mente, le forze, il sangue e la vita, per difenderne l’autorità e il magistero, con ogni mezzo possibile” (Cost. 6). Per questo intensifichiamo la preghiera e traduciamo la fedeltà orionina in gesti concreti: carità operosa, amore alla Chiesa e, soprattutto, attenzione reale ai poveri, agli afflitti e agli umili, tesori prediletti del Signore. E affidiamo Papa Leone alla materna protezione della Beata Vergine Maria, Madre della Divina Provvidenza, e all’intercessione del nostro Santo.

Un dono particolarmente significativo, a pochi mesi dall’inizio del suo pontificato, è stata la pubblicazione dell’Esortazione apostolica Dilexi te, in armoniosa continuità con Dilexit nos. Se l’enciclica di Papa Francesco ci ha ricondotti al Cuore di Gesù come sorgente dell’amore che ci rigenera, l’Esortazione di Leone XIV mostra come quell’amore, ricevuto e custodito, diventi scelta concreta di vicinanza ai poveri. Lo dice il Papa stesso, spiegando che il testo raccoglie un progetto avviato da Papa Francesco, perché tutti percepiscano “il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri” (DT 3). E il titolo – “Io ti ho amato” (Ap 3,9) - orienta tutta la prospettiva: la cura dei poveri non è un capitolo accessorio, ma un luogo in cui l’amore di Cristo si rende percepibile e credibile, anche attraverso un “gesto di aiuto semplice, molto personale e ravvicinato” (DT 121).

Dopo la lettura della prima Esortazione di Papa Leone, la reazione più naturale di un figlio di Don Orione è lasciarsi accendere dall’invito che, nel tempo, continua a farci il Fondatore e che suona come un programma di vita e una regola del cuore: “Andiamo dunque con letizia e amore di Cristo a trovare Gesù nei nostri fratelli più poveri: santo è l’amore ai poveri. Prendersi cura dei poveri è prendersi cura di Gesù, servire i poveri è servire alle membra sofferenti di Gesù Cristo… E non sa amare né servire Cristo, chi non lo ama e non lo serve, per quanto può, nei fratelli che sono nella miseria e nell’abbandono. L’amore a Cristo nei poveri è amore sovrumano… È Gesù, che ha acceso sulla fredda e tenebrosa terra, questa divina fiamma di carità e di nobilissima vita. Viva questa vita in noi!” (Scritti 86,182). Con la sua passione inconfondibile, Don Orione ci consegna anche il paradosso che custodisce l’unità tra contemplazione e azione: “Voglio nascondermi e consumarmi di amore di Dio e del prossimo, ma dei poveri più abbandonati; voglio star nascosto nel cuor di Gesù Crocifisso ma andare per le strade e per le piazze col fuoco della carità” (Scritti 70,329). È questa la nostra strada: nascosti nel Cuore di Cristo e, proprio per questo, visibili in mezzo alla gente, per accendere la fiamma della carità e portare a tutti non noi stessi, ma Gesù Cristo, perché ogni uomo possa sentirsi raggiunto dalla sua parola più semplice e decisiva: “Io ti ho amato!

Le assemblee di verifica

Nel 2025 siamo stati chiamati a vivere quanto prescrivono le nostre Norme al n. 176: “A tre anni dal Capitolo Generale sarà convocata l’assemblea di verifica… per valutare l’attuazione delle disposizioni del Capitolo Generale e rilanciarne il compimento”. Dopo le assemblee a livello provinciale nei primi mesi dell’anno, la Congregazione si è radunata in Argentina, a Claypole, per l’Assemblea Generale di Verifica dal 24 ottobre al 2 novembre. Eravamo 33 religiosi, insieme a 7 rappresentanti degli altri rami della Famiglia Carismatica.

Uno dei momenti più significativi del nostro raduno è stata la giornata carismatica vissuta nel Piccolo Cottolengo di Claypole e, in particolare, l’incontro con la reliquia del Cuore di Don Orione. Davanti a quel Cuore, custodito nel Santuario, i membri dell’Assemblea non si sono limitati ad ammirare, ma hanno sentito nascere dentro il desiderio di lasciarsi trasformare: avere un cuore simile al suo, più largo, più capace di amare “tutti, tutti, tutti”, soprattutto gli ultimi. In quel silenzio orante, molti hanno confidato di aver chiesto al Signore di rinnovare il proprio cuore, di allargarlo, di tornare a vivere la vocazione di Figli della Divina Provvidenza con maggiore radicalità e passione.

Stare davanti al Santissimo Sacramento, nel Santuario del Corazón, avendo accanto a noi alcuni residenti del Piccolo Cottolengo, ha significato ritrovare il centro della nostra identità carismatica: Cristo e i poveri. In quella giornata abbiamo compreso che il Cuore di Don Orione continua a battere ogni volta che qualcuno sceglie di consumarsi nella carità per il bene dei più piccoli. In quello “stare davanti” abbiamo sentito che la devozione al Cuore di Cristo non ci chiude in una pietà intimista, ma ci rimette in cammino verso il popolo.

Lo aveva detto con forza il nostro Padre nel 1918, in un’ora storica segnata da ferite e inquietudini, e le sue parole sembrano scritte per oggi: “L’umanità, afflitta da tanti mali, ha bisogno di ristorarsi nella fede: ha bisogno del cuore di Gesù Cristo. Andiamo al popolo e portiamogli Gesù Cristo…” (Scritti 52,221). È la carità che non si difende dalla realtà, ma che cerca di attraversarla con la forza e la tenerezza del Vangelo.

Come ai tempi di Don Orione, anche oggi la storia ci sfida e, per questo, “stare più oltre tristemente guardandoci, non si può: dobbiamo farci il segno di croce e gettarci nel fuoco dei tempi nuovi, per l’amore a Gesù Cristo, al popolo…” (Scritti 31,21). Non possiamo passare la vita “guardandoci”, commentando, lamentandoci, difendendo le nostre zone di conforto, aspettando tempi migliori: dobbiamo “fare il segno della croce” e ripartire. In tale senso, mi auguro che gli Atti dell’Assemblea – da poco distribuiti nelle Comunità - con le proposte per rilanciare il Capitolo ci possano aiutare a rispondere all’appello di Don Orione: “Non attendiamo il dopoguerra: Caritas Christi urget nos” (Scritti 75,242).

Nuove aperture e frontiere missionarie nel 2025

L’anno 2025 è stato segnato, per la nostra Famiglia Religiosa, da nuove aperture e da passi significativi di discernimento missionario. In risposta agli orientamenti del XV Capitolo Generale, la Congregazione ha cercato di ascoltare la chiamata della Chiesa in diverse nazioni, aprendo presenze semplici e radicate nella realtà del popolo.

Asia: In India la presenza orionina si è stabilita a Jamshedpur (Stato di Jharkhand), in una casa immersa in un contesto popolare, con iniziative di carità concreta: sostegno ai ragazzi nello studio e attenzione alla promozione integrale delle donne. È la prima apertura in India promossa interamente dai confratelli indiani che provengono dalla regione e parlano la lingua locale, l’hindi, segno di un’inculturazione concreta del carisma. Nelle Filippine, la Delegazione “Mary’s Immaculate Conception” ha avviato una missione esplorativa nel Vicariato Apostolico di Taytay, sull’isola di Palawan, assumendo la cura pastorale di un’Area Missionaria con 15 cappelle in zona rurale. È la prima apertura fuori dalla grande isola dove sono le altre comunità orionine: Payatas, Montalban e Lucena.

America Latina: La Provincia “Nuestra Señora de la Guardia” ha aperto una nuova presenza missionaria a San Ramón de la Nueva Orán, nel Nord-Ovest argentino, al confine con la Bolivia; la Comunità sarà inserita in un quartiere popolare, accanto a una cappella, con due priorità pastorali: la missione nelle periferie e l’accompagnamento delle persone con problemi di dipendenze chimiche. In Brasile, la Congregazione continua ad avanzare nella regione amazzonica dove ha assunto il 12 marzo la Parrocchia “São Lazaro” nella capitale Manaus. Inoltre, dopo tanti anni di servizio alla Parrocchia della Cattedrale di Tocantinópolis, la Congregazione è partita per prendere in carico una parrocchia all’interno della diocesi, a São Miguel de Tocantins.

Africa: In Kenya, siamo arrivati a Kongoli, nella diocesi di Bungoma, situata nella rotta verso l’Uganda, per un servizio pastorale alla Parrocchia “Our Lady of Fatima”; a Sobea, nella diocesi di Nakuru, è stata aperta la casa di formazione per gli aspiranti; e a Makutano-Mwea, diocesi di Murang’a, in una casa presa in affitto, è stato aperto il Noviziato per l’anno 2025-2026. Nel Madagascar, la Congregazione ha accettato di assumere la missione di Antsiraraka, nella diocesi di Morondava, dove è già presente la Comunità di Beroboka, rafforzando la presenza orionina nella zona per permettere ai religiosi di non rimanere isolati. Nel Camerun, oltre la nostra presenza a Djoum, in quest’anno si sta valutando la possibilità dell’apertura di una Comunità a Edéa, per garantire continuità all’opera di carità avviata dalle Suore di Madre Teresa di Calcutta. Nel Mozambico, si è consolidata l’apertura di una Comunità a Beira, nella diocesi omonima, per un servizio pastorale e caritativo alla diocesi; nella capitale Maputo la Provincia “Nossa Senhora da Anunciação” – Brasile Sud, ha costruito a Tsalala il seminario per la Regione Missionaria ed è stata costituita la Casa del Noviziato per i mozambicani.

Sviluppo significativo nel Marocco: Pur non trattandosi di una “nuova apertura”, la presenza orionina a Casablanca, merita una menzione tra le frontiere missionarie del 2025. La Comunità, affidata alla Provincia “Notre Dame d’Afrique”, si sta configurando come un avamposto di carità al servizio dei migranti. L’opera, priva di proprietà proprie, ha saputo intrecciare relazioni forti con la Chiesa locale e si sta orientando verso la realizzazione di un servizio sanitario specifico per i migranti malati.

La profezia della presenza: è da rilevare, specialmente, la presenza della Congregazione in Ucraina dove i confratelli, a Leopoli e a Kiev, vivono nella prossimità alla gente, condividendo i desideri di una pace giusta e duratura. Pur in contesto di guerra, quest’anno abbiamo avuto la gioia di aprire il noviziato a Leopoli per il giovane ucraino Oleksandr Serov. Poi, è da ricordare anche la presenza dei nostri religiosi in Venezuela, particolarmente a Barquisimeto, dove innumerevoli difficoltà stanno rendendo difficile la vita quotidiana e la testimonianza del carisma di Don Orione.

La testimonianza della santità

Don Gaspare Goggi: il 21 novembre abbiamo ricevuto la notizia del riconoscimento ecclesiale delle virtù eroiche di Don Goggi, dichiarato Venerabile. Si compie così il desiderio ardente di San Luigi Orione, che lo considerava un vero “santetto, senza restrizioni” e affermava: “Quello ci imbarca tutti”. Morto a soli 31 anni, il 4 agosto 1908, Don Goggi, sepolto nella cripta del Santuario della Madonna della Guardia a Tortona, risplende oggi ancora di più come modello di umiltà e fiducia nella Divina Provvidenza per tutta la Congregazione.

Reliquie del Beato Francesco Drzewiecki nella Basilica San Bartolomeo: Alla conclusione del Giubileo della Famiglia Carismatica, la Provincia “Madonna di Czestochowa” ha solennemente deposto una reliquia del Beato Francesco presso la Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina (Roma), nel Santuario dei Nuovi Martiri del XX e XXI secolo, dove già si conservano testimonianze di numerosi martiri provenienti da ogni parte del mondo.

Giubileo della Speranza

Nel 2025, in sintonia con il Giubileo della Speranza e nel centenario del Giubileo vissuto da Don Orione nel 1925, la Famiglia Orionina ha celebrato tre grandi appuntamenti giubilari.

Anzitutto il Giubileo dei Giovani Orionini, vissuto in due tappe: a Tortona (19–27 luglio), nei luoghi delle origini carismatiche, e poi a Roma (28 luglio – 3 agosto), in comunione con la Chiesa universale. È stato un pellegrinaggio di fede e di famiglia, che ha coinvolto ragazzi e animatori in momenti di preghiera, formazione e fraternità.

A seguire si è svolto il Giubileo dei religiosi giubilandi, dal 20 al 30 agosto, con pellegrinaggio a Tortona e poi a Roma, in concomitanza con la Festa della Madonna della Guardia. In particolare, hanno partecipato i confratelli che nel 2025 celebravano un giubileo di vita consacrata o sacerdotale, offrendo loro l’occasione di tornare alla “terra santa” orionina per rinnovare il proprio “sì”.

Infine, dal 21 al 23 novembre, a Roma, si è celebrato il Giubileo della Famiglia Carismatica, sul tema: «A 100 anni dal giubileo di Don Orione (1925), il giubileo della Famiglia carismatica orionina (2025)», con la partecipazione di oltre 500 membri dei diversi rami. È stato un grande evento di comunione e riconoscenza, che ha fatto sperimentare la gioia di essere una sola Famiglia, “membri dell’unico popolo di Dio, che ha per capo Cristo e per legge il nuovo precetto di amare, come Cristo ci ha amato” (Cost. 3).

Deo gratias!

Guardando al 2025 riconosciamo con gratitudine i molti segni di vita che lo Spirito ha suscitato nella nostra Famiglia religiosa. Le ordinazioni sacerdotali e diaconali, le professioni religiose, i rinnovi dei voti e i giubilei di consacrazione raccontano una storia di chiamate accolte, di fedeltà perseverante e di disponibilità alla missione. Quanto segue raccoglie, in forma sintetica, gli eventi principali che hanno segnato l’anno per i nostri religiosi e la nostra Famiglia.

Hanno ricevuto il sacro ordine del presbiterato 21 Religiosi: Naveen KERKETTA (14/01); Junior SILVA DE ALENCAR (25/01); Diego DE LIMA DIAZ (01/02); Rimish PANNA (08/02); Grzegorz Marek GICALA (07/06); Przemyslaw PIECHOWSKI (07/06); Horacio Manuel Berque CHICO (28/06); Carvil Franck KANGA (05/07); Jean Paul Marie Boukaré SAWADOGO (05/07); Harrison Nyaga KARIUKI (11/07); Olivier Laridja KOMBATÉ (12/07); Jacques Hèzouwé AGAO (02/07); Hilaire Mbégna ALOU (12/07); Frédéric Yina KETAWA (12/07); Patrice Kinansoa LARE DAMGOBINE (12/07); Stéphan Jean Guy RANDRIANJAKARIVO (26/07); Evans Ombongi NYABUTO (09/08); Kenneth PINEDA (21/08); John Carl Angelo SARIO (21/08); Dritan BOKA (11/10); Anilson ALVES DE OLIVEIRA (13/12).

Hanno ricevuto il sacro ordine del diaconato 17 Religiosi: Jaider Geraldo DE ASSIS JUNIOR (15/03); Anilson ALVES DE OLIVEIRA (15/03); Alexandre DE MAMAN  (23/08); Reynato II DOMINGUEZ (07/10); Evelio BONARES (07/10); Jay ESPINA (07/10); Jared Otieno AWUOR (07/10); Salvatore LATINA (15/11); Déada Yannick OULAI (06/12); Séraphin Roland-Roslain Ebia NOGBOU (06/12); Laurent Faneva RAFANOMEZANTSOA (08/12); Igualdino DA SILVA TAVARES (08/12); Jean Félix TAHINJANAHARY (08/12); Dhiraj CHINNABATHINI (08/12); Sebastián Antonio VEGA SELAIVE (08/12); Ferdinand Solonirina RANDRIAMILISOA (14/12); Davidasoa RANDRIANANTENAINA (14/12).

Sono 17 i giovani Religiosi che hanno emesso la professione perpetua: Jean Félix TAHINJANAHARY (08/03); Dhiraj CHINNABATHINI (08/03); Sebastián Antonio VEGA SELAIVE (08/03); Reynato II DOMINGUEZ (15/03); Evelio BONARES (15/03); Jay ESPINA (15/03); Jared Otieno AWUOR (15/03); Elisio Mario CHEIRO CHOE (16/08); Déada Yannick OULAI (29/08); Séraphin Roland-Roslain Ebia NOGBOU (28/08); Gito João JORGE (06/09); Rubens SOARES SIQUEIRA (06/09); Laurent Faneva RAFANOMEZANTSOA (08/09); Igualdino DA SILVA TAVARES (08/09); Patrick MARTINELLI PRETTI (29/09); Ferdinand Solonirina RANDRIAMILISOA (13/12); Davidasoa RANDRIANANTENAINA (13/12).

34 giovani hanno emesso la prima professione: José Guilherme Augusto FERRARESI (12/01); Bruno Cordeiro GUEDES FILHO (12/01); Gleison DE SOUSA FURTADO (12/01); Leandro LOPES SILVA (12/01); Samuel Leandro DOS SANTOS (12/01); Wesley OLIVEIRA BARBOSA (12/01); Peter Sifuna BARASA (15/08); Terensio Bapia Bagayowia REZIGI (15/08); Januario NDYOMUGABE (15/08); Richard NGABIRANO (15/08); Ambrose TUMUSIIME (15/08); Christian J. CLAVERIA (15/08); Ajaya NAYAK (15/08); Sandeep POLUMARI (15/08); Weslen DE SOUZA LIMA (16/08); Evariste N’GUETTA (08/09); Emmanuel Koffivi ATSA (08/09); Jonas Douti KOLANI (08/09); Augustin Pakindame KOMBATE (08/09); Irénée Tibé LARE (08/09); Victor Mamouna PASSAI (08/09); Bernard Kossi SEBENAGNON (08/09); Armand Esso-Kpewam SIM (08/09); Gilbert Thècle Dêdêwanou ZINSOU (08/09); Fidel Augusto JOÃO (08/09); Leonel Florindo Henriques LOPES (08/09); Paulo Aniva MAPENGUE (08/09); Aurélio Marcelino MÁRIO (08/09); Konrad WIDERA (08/09); Stel Elivah RANDRIANIAINA (08/09); Callisto TANTELIARIMALALA (08/09); Jean Rolland RAKOTOARIMALALA (08/09); Jean Aimé RANDRIANARISON (08/09); Roland Herison Lapa SETRAMIAMINA (08/09).

Attualmente sono 31 i novizi in Congregazione.

Durante questo anno sono morti 10 Confratelli: Sac. Renzo VANOI (01/01); Sac. Almarinho Vicente LAZZARI (04/01); Sac. Jacinto ROJAS BARRIOS (05/02); Sac. Severino DIDONÈ (26/03); Sac. Fernando MIÑONES (12/08); Sac. Angelo Primo GIROLAMI (24/08); Sac. Mario Giovanni GHIO (31/08); Sac. Gernaldo CONTI (12/10); Fr. Paweł Sławomir DYMIŃSKI (27/11); Sac. Pánfilo ORTEGA RIOS (25/12).

Sono decedute 11 Piccole Suore Missionarie della Carità: Suor MARIA LAETITIA CRUCIS (29/07); Suor MARIA GIOVANNA (01/08); Suor MARIA MATILDE (03/09); Suor MARIA KATARZYNA (05/09); Suor MARIA ADELAIDA (05/09); Suor MARIA AGNIESZKA (16/09); Suor MARIA (24/09); Suor MARIA ENI (28/10); Suor MARIA PRISCILA (02/12); Suor MARIA DILMA (25/12); Suor MARIA MIRTES (29/12).

Sono morte 3 consacrate degli Istituti Secolari: Sig.ra Aleksandra KRÓLIKOWSKA (ISO) (15/01); Sig.ra Eleonora SAURO (ISO) (27/03); Sig.ra Lurdes ALVES MARINHO (ISMdN) (15/09).

Sono morti diversi parenti, tra cui il PAPÀ del: Sac. Rosario BELLI (01/02); Sac. Gregorz SIKORSKI (11/02); Sac. Emmanuel KUEVI (05/03); Sac. Pedro Júnior PEREIRA VILA NOVA (19/04); Fr. Zbigniew SMĘTEK (24/05); Sac. Graziano CASTELLARO (14/06); Sac. Patrice N. KONTOGOM (17/07); Sac. José Maria DA CUNHA (17/07); Sac. Anibal Manuel QUEVEDO (03/09); Sac. Umberto Ruiz Diaz RIVEIROS (05/11); Sac. Kevin KRAHIBOUÉ (18/11/2025); Ch. Djakéra Isidore BAMERMANOUA (17/12).

La MAMMA di: Sac. Ricardo PAREDES ESPINOZA (31/01); Sac. José MACIEL (09/02); Sac. Bartélémy HIEN (19/03) ; Sac. Miguel Angel BOMBIN GONZÁLEZ (07/05); Sac. Abbe Sidoine Evrard AMON (05/12).

Il FRATELLO di: Fr. Ianus COBZARU (09/02); Sac. Roberto SIMIONATO (02/03) pre-morto; Sac. Eric Crepin Kossonou AFRIM (05/03); Sac. Ivaldo BORGOGNONI (14/03); Sac. Vincenzo ALESIANI (01/05); Sac. Gaetano CERAVOLO (17/08); Sac. Giuseppe MEDDA (15/11).

La SORELLA di: Sac. Fernando MIÑONES (26/02); Sac. Luigi PASTRELLO (16/03); Ch. Evans Emmanuel Ajobi ALLE (25/04); Sac. Bruno LUCCHINI (29/05); Sac. Geoffroy Essognozam LIMDEYOU (06/06); Sac. Achi Stanislas GBEISSAY (06/06); Sac. José Carlos DE REZENDE (27/07).

Benefattori e amici: Sac. Luciano FELLONI (02/02) Ex Confratello (Filippine); Sac. Gianalberto VALDETERRA (03/02) Ex Confratello (Italia); Sig. Miroslaw DRABINSKI (11/02) Benefattore delle case in Polonia; Sig.ra Janina KAMZOL (18/02) Amica e collaboratrice nella Casa di Zdunska Wola (Polonia); Sig. Stanislaw JANISZEWSKI (23/02), Artista e Amico della Congregazione in Polonia; Sig. Renato SPADONI (01/03) Ex allievo; Arch. Giovanni NOBILE (05/03) Presidente degli Amici di Don Orione a Lopagno (Svizzera); Sig.ra Maria Luigia CRISTOFORETTI (22/08) Benefattrice dell’Opera (Italia).

Programmando l’anno 2026

Nel 2026 la nostra Congregazione vivrà un anno particolarmente ricco di memoria e di grazia. Celebriamo infatti il centenario di alcuni eventi del 1926: l’inaugurazione del Collegio San José a Victoria (Argentina), nato per l’educazione cristiana della gioventù (11 febbraio); la coraggiosa lettera di Don Orione a Benito Mussolini, con l’appello a sanare “l’amaro e funesto dissidio che è tra la Chiesa e lo Stato” (22 settembre); la benedizione e posa della prima pietra del Santuario della Madonna della Guardia a Tortona (23 ottobre).

Sarà l’anno di un particolare centenario: “«Anno delle malattie», venne definito il 1926 dai Figli dell’Opera. Don Sterpi continuerà penosamente coi suoi disturbi, costretto spesso a letto e impedito nei movimenti e nelle visite alle Case...” Poi toccherà a Don Orione mettere in ansia la Congregazione quando fu colpito da una grave polmonite. L’11 novembre, rientrato a sera tarda alla Casa Madre dopo un viaggio a Torino, si mise subito a letto: il medico diagnosticò una forma seria, con aggravamenti tali da far temere persino pericolo di morte.

A queste ricorrenze si unisce anche il terzo centenario della canonizzazione di San Luigi Gonzaga (1726), che celebreremo a Roma il 21 giugno, secondo il voto di Don Orione.

Sarà pure l’occasione per rendere grazie per tre importanti giubilei missionari: i 50 anni della presenza orionina in Paraguay (Provincia “Nuestra Señora de la Guardia”) ad agosto; i 50 anni della presenza orionina in Madagascar (Delegazione “Maria Regina del Madagascar”) a novembre; e i 50 anni dell’Ospedale Don Orione di Araguaína (Brasile) a luglio, segni concreti di un carisma che continua a radicarsi tra i popoli di diverse latitudini.

Nel corso dell’anno, alcuni appuntamenti sono già inseriti nel calendario:

  • 14 febbraio: Santa Messa a Sant’Anna in Vaticano in onore di Don Gaspare Goggi;
  • 8-14 marzo: Itinerario carismatico per chierici tirocinanti al Paterno;
  • 26 marzo – 5 aprile: Itinerario carismatico per Fratelli ed Eremiti (Tortona e Roma);
  • 3-5 giugno: Convegno dei Gruppi Studi Orionini (in modalità virtuale);
  • Luglio: Percorso carismatico per i giovani al Paterno;
  • 22-30 agosto: Itinerario carismatico per i “giubilandi” al Paterno;
  • 10-17 settembre: Itinerario carismatico in preparazione della professione perpetua al Paterno;
  • 19–23 ottobre: Convegno Internazionale delle Opere di carità educative e assistenziali a Montebello della Battaglia.
  • 15-22 novembre: Settimana della Famiglia Carismatica Orionina.

Affidiamo questi appuntamenti all’intercessione della Madre della Divina Provvidenza, a San Luigi Orione e ai nostri Santi di Famiglia, perché ci aiutino a vivere il 2026 come un vero itinerario di cuore: mettere il nostro cuore in quello di Dio, per dimorare nel Cuore di Cristo e ardere nella carità.

Carissimi Confratelli, come fece alla chiusura del Giubileo del 1933, Don Orione, anche oggi, vuole prenderci per mano nel passaggio conclusivo del Giubileo della Speranza, perché lo viviamo in profondità: “chiudiamo la nostra vita nel Sacro Cuore di Gesù” e “mettiamo il nostro cuore in quello di Dio”. È la proposta di una via concreta anche per attraversare questo passaggio d’anno: rientrare nella sorgente, ritrovare il centro che unifica, “incominciare una vita nuova nel nome del Signore”.

In Don Orione, come ben sappiamo, c’è un segreto chiaro: un amore ricevuto e ricambiato. Egli è un innamorato di Gesù Cristo; desidera rispondere con tutta la vita all’amore gratuito e salvifico che il Signore gli ha fatto sperimentare. E sente, nello stesso tempo, che questo amore non può restare chiuso: deve dilatarsi, raggiungere i poveri, raggiungere noi, scaldare una terra spesso segnata da sofferenze e smarrimenti, attraversata da ideologie che promettono salvezza e invece impoveriscono il cuore.

Miei figli, viviamo in Gesù, perduti nel suo Cuore, affocati d’amore, piccoli, piccoli, piccoli: semplici, umili, dolci. Viviamo di Gesù come bambini tra le sue braccia e sul suo Cuore, santi e irreprensibili sotto il suo sguardo; inabissati nell’amore di Gesù e delle anime, in fedeltà e obbedienza senza limiti a Lui e alla sua Chiesa! Viviamo per Gesù! Tutti e tutto per Gesù; niente fuori di Gesù, niente che non sia Gesù, che non porti a Gesù, che non respiri Gesù!” (Lettere II, pag. 154).

Queste parole - scritte nell’Epifania del 1935 da Buenos Aires – sono un piccolo manifesto della sua identità spirituale. Rivelano la logica di una vita “presa”, conquistata dall’Amato, e perciò trasformata: vivere in Cristo, vivere di Cristo, vivere per Cristo.

Alla luce di questo insegnamento del nostro Padre, ecco una proposta concreta per il nuovo anno, semplice e praticabile, che ci aiuta a tradurre in vita quanto celebriamo. Karl Rahner ci ricorda che la devozione al Cuore di Gesù non si apprende dall’esterno come una tecnica, ma si accoglie dall’interno come esperienza: “La devozione al Cuore di Gesù non si può veramente insegnare dall'esterno. Ciascuno deve, confidando nella Chiesa e nel suo Spirito, cercare di avvicinarsi al suo mistero; nelle ore chiare o buie della vita, deve cercare una volta di fare questa preghiera: Cuore di Gesù, abbi pietà di me. Una tale preghiera, forse bisogna tentare di ripeterla alla maniera della ‘preghiera di Gesù’ del pellegrino russo, o ancora usarla sul modello di un mantra della meditazione orientale. Soprattutto, però, si deve fare vitalmente l’esperienza che cosa c’è di più inverosimile, di più impossibile e, di conseguenza, di più evidente, è che Dio, l’incomprensibile, ci ama veramente e che questo amore è diventato irrevocabile nel Cuore di Gesù”.

Per fare nostra questa esperienza vitale, lasciamo che l’invocazione del nostro Santo Fondatore diventi il respiro del 2026:

O Gesù, aprici il tuo Cuore: lasciaci entrare, o Gesù, perché solo sul tuo Cuore potremo comprendere qualcosa di quello che Tu sei, potremo sentire la tua carità e misericordia.”

A nome di tutto il Consiglio Generale e dei membri della Comunità della Curia Generale, esprimo gli auguri di buon anno. Ave Maria e avanti!

 P. Tarcisio Vieira - Don Maurizio Macchi - P. Fernando Fornerod

P. Assamouan Pierre Kouassi - Don Fausto Franceschi - Don Walter Groppello