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26 Febbraio 2024

Il Papa: Diventare "cercatori della luce"

All'Angelus papa Francesco, commentando il Vangelo della Trasfigurazione ha invitato a «non staccare mai gli occhi dalla luce di Gesù» e a «coltivare sguardi aperti, diventare “cercatori di luce”, della luce di Gesù nella preghiera e nelle persone».

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Commentando il Vangelo della seconda domenica di Quaresima che presenta l’episodio della Trasfigurazione di Gesù (cfr Mc 9,2-10), papa Francesco spiega come «Dopo aver annunciato ai discepoli la sua Passione, Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, sale su un monte alto e lì si manifesta fisicamente in tutta la sua luce. Così svela loro il senso di ciò che avevano vissuto insieme fino a quel momento. La predicazione del Regno, il perdono dei peccati, le guarigioni e i segni compiuti erano infatti scintille di una luce più grande: la luce di Gesù, la luce che è Gesù. E da questa luce i discepoli non dovranno mai più staccare gli occhi, specialmente nei momenti di prova, come quelli ormai vicini della Passione».

Ed è proprio questo il messaggio: «non staccare mai gli occhi dalla luce di Gesù» afferma Francesco richiamando il lavoro dei contadini «che, arando i campi, focalizzavano lo sguardo su un punto preciso davanti a sé e, tenendo gli occhi fissi sulla meta, tracciavano solchi diritti. Questo siamo chiamati a fare noi cristiani nel cammino della vita: tenere sempre davanti agli occhi il volto luminoso di Gesù, non staccare mai gli occhi da Gesù».

L'esortazione del Papa è quindi quella di aprirsi «alla luce di Gesù! Lui è amore, Lui è vita senza fine. Lungo i sentieri dell’esistenza, a volte tortuosi, cerchiamo il suo volto, pieno di misericordia, di fedeltà, di speranza. Ci aiutano a farlo la preghiera, l’ascolto della Parola, i Sacramenti: la preghiera, l’ascolto della Parola e i Sacramenti ci aiutano a tenere gli occhi fissi su Gesù. E questo è un buon proposito per la Quaresima: coltivare sguardi aperti, diventare “cercatori di luce”, cercatori della luce di Gesù nella preghiera e nelle persone».

Al temine dell'Angelus il Santo Padre ha poi ricordato "con dolore" il secondo anniversario dell’inizio della guerra su vasta scala in Ucraina (24 febbraio). «Quante vittime, feriti, distruzioni, angustie, lacrime in un periodo che sta diventando terribilmente lungo e di cui non si intravvede ancora la fine! È una guerra che non solo sta devastando quella regione d’Europa, ma che scatena un’ondata globale di paura e odio. Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel po’ di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura. E, fratelli e sorelle, non dimentichiamoci di pregare per la Palestina, per Israele e per i tanti popoli dilaniati dalla guerra, e di aiutare concretamente chi soffre! Pensiamo a tanta sofferenza, pensiamo ai bambini feriti, innocenti».

Nel concludere, il Papa ha invitato a pregare anche per la pace nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, per la Nigeria perché si riesca ad arginare il fenomeno dei rapimenti e, infine, per la Mongolia, colpita da un’ondata di freddo intenso, che sta provocando gravi conseguenze umanitarie. «Anche questo fenomeno estremo – afferma Francesco - è un segno del cambiamento climatico e dei suoi effetti. La crisi climatica è un problema sociale globale, che incide in profondità sulla vita di molti fratelli e sorelle, soprattutto sui più vulnerabili: preghiamo per poter intraprendere scelte sagge e coraggiose per contribuire alla cura del creato».