Sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza

News

5 Marzo 2025

Don Orione: “Dobbiamo prendere la Quaresima con vivo spirito cristiano e religioso”

image

"Con la grazia di Dio abbiamo incominciato la Santa Quaresima che, come voi sapete, ci ricorda in modo particolarissimo, i quaranta giorni di digiuno fatti da nostro Signore, prima di incominciare la sua vita pubblica; ci ricorda inoltre la Quaresima, in modo lato, i quarant’anni passati nel deserto dal popolo ebreo; i quarant’anni avanti che il popolo potesse entrare nella terra promessa; i quarant’anni che passò fra i dissidi, negli immensi deserti, ma soprattutto ricorda a noi il periodo di raccoglimento, il periodo della solitudine, della penitenza che nostro Signore ha voluto compiere prima di dare principio alla sua vita di apostolato pubblico. La Chiesa chiama questo tempo: «Tempus acceptabile», tempo accettevole, “dies salutis”, giorni di salute. È un periodo di tempo che dobbiamo consacrare all’orazione e alla penitenza; alla orazione e alla mortificazione e al digiuno. Questo primo giorno di Quaresima, poi, si chiamava anticamente: «In capite ieiunii»; e il Pontefice, Vicario di Cristo in terra, in questo giorno, a piedi nudi, circondato dai suddiaconi, andava alla Chiesa di Sant’Anastasia sull’Aventino a Santa Sabina – oggi è appunto la Stazione a Santa Sabina – andavano tra canti di penitenza, al canto delle litanie, di quelle litanie che sono le vere e proprie litanie, le litanie dei santi; le altre litanie della Beata Vergine, le litanie del Sacro Cuore di Gesù, le litanie di San Giuseppe, sono litanie, per modo di dire, secondarie. E sostava il Pontefice, avanti di entrare nella vasta Chiesa di Santa Sabina; sostava il corteo dei presbiteri, fuori della Chiesa, ed egli ricordava, con preghiere particolari, la morte; assolveva, dava l’assoluzione e poi entrava in Santa Sabina e celebrava i sacri misteri. Anticamente era molto osservata la Quaresima: si mangiava una volta al giorno, sul fare della sera. Anche i tribunali si chiudevano, durante la Quaresima e si facevano molte preghiere, si compivano molte opere espiatorie. Anche noi, miei cari, dobbiamo valerci di questo periodo di tempo che precede la Settimana Santa e che ci ricorda la passione, la morte di nostro Signore e ci introduce poi nelle gioie della Pasqua.

Dobbiamo dare questo tempo alla penitenza, all’orazione e al digiuno; anche quelli che non sono obbligati al digiuno, vedano di fare qualche atto di mortificazione e di penitenza. Non dobbiamo lesinare con nostro Signore: dobbiamo sentire di quanto giovamento può essere a tutti il sacro digiuno. Nel prefazio delle Messe Quaresimali, la Chiesa ci ricorda i benefici spirituali e anche temporali del digiuno: «Vitia comprimis, mentem elevas, virtutem largiris et praemia». Quanti vantaggi spirituali! Disciplinare lo spirito, elevare lo spirito, la mente, comprimere, sradicare le male abitudini, soffocare le male concupiscenze: «vitia comprimis»; e la virtù cresce in noi, l’amor santo e la santa obbedienza, le sante virtù, per prepararci a quei premi, a quelle ricompense alte che Dio dà a chi sa mortificarsi per amore suo. Ciascuno di noi deve unire le proprie preghiere alle preghiere di Gesù nel deserto, il proprio digiuno, le proprie mortificazioni al digiuno di Gesù nel deserto. Dobbiamo prendere la Quaresima con vivo spirito cristiano e religioso se vogliamo che davvero questo tempo sia un tempo grato a Dio e questi siano giorni di salvezza e di santificazione e di profitto dell’anima nostra!"

[Parola VIII, Tortona 2 marzo 1938, primo giorno di Quaresima: Le Ceneri, 179-180]